Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Mag
11

Internet banking

Categoria Internet by Piero_TM_R

Ormai tutte le banche, dalle più conosciute a quelle che nessuno ha mai sentito nominare, sono dotate dell’internet banking, con sistemi ogni volta diversi tra loro e più o meno sicuri.

Lasciando da parte l’aspetto della sicurezza, che teoricamente dovrebbe essere sempre al centro dell’attenzione degli istituti di credito, mi domando chi studia e relizza l’interfaccia e le istruzioni dei vari portali.

Per varie ragioni ho provato con mano almeno tre portali di altrettante banche che non hanno nulla a che spartire e ho trovato tre soluzionipiù che differenti.

La prima banca è la Carige, il sistema è abbastanza semplice da utilizzare, si basa su di un nome utente ed una password che ogni mese deve essere modificata. Per sicurezza dopo il terzo tentativo d’inserimento della password il conto online si blocca e deve essere riattivato dalla banca dietro richiesta del correntista. Le istruzioni ed i comandi da inserire per le operazioni è banale e logico (unici intoppi sono i caratteri speciali).

Ho provato il sistema della Monte dei Paschi di Siena, veramente semplice da utilizzare e sicuro. Si entra con un nome utente (un numero), una password (altro numero) ed un codice unico generato da un dispositivo esterno. Il portale di per se è semplicissimo e le istruzioni sono chiare, ogni voce ha lo stesso nome anche nelle istruzioni.

L’ultima esperienza è per stata con il Banco di Desio della Brianza. Gli accessi avvengono inserendo un nome utente ed una password, poi si deve creare e scaricare una chiave che dura un anno, un piccolo file associato con il conto e l’utente e protetto da una password. Primo problema, i nomi utilizzati dall’interfaccia web sono differenti da quelli della documentazione cartacea e dei codici forniti con le solite buste che ogni banca consegna. Poi il sito è parecchio complesso, una marea di voci e di conferme da dare per una semplice operazione. Il sistema poi diventa un po’ ostico se si vuole riscaricare il certificato per firmare le operazioni (solitemante le altre banche usano luna password per confermare le operazioni). Il sito rimanda ad un altro sito che dovrebbe permettere la rigenerazione della chiave o il semplice download, che poi semplice non è, nonostante si seguano passo passo le istruzioni ed i comandi.

La cosa che più mi ha colpito è l’intenso uso dell’ambiente Java (se non si ha non funziona nulla!) e della necessità di appoggiarsi a siti esterni, sarà che non è poi così difficile per un qualsiasi malintenzionato informatico cercare di interporsi tra i due e carpire informazioni sensibili.

Sarebbe bello, prima di affidare i propri risparmi ad una banca, poter provare l’internet banking, sicuramente ci si risparmierebbe tanti mal di pancia, preoccupazioni e panciate di nervoso! Come vorrei che a progettare alcuni siti fosse quel “talebano” (si definisce così lui) di Camu, forse il mondo sarebbe migliore!

  1. fabio ha scritto,

    io Fineco.. utente e passord per entrare e pin segreto per fare operazioni,.. i miei San paolo utente, password e codice generato da dispositivo esterno..
    Entrambi direi che sono abbastanza semplici e intuitivi, Anche se con San paolo non riesco a domiciliare una bolletta dell’Enel…

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  2. Piero_TM_R ha scritto,

    Benvenuto Fabio!

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  3. camu ha scritto,

    Io ricordo quando usavo Fineco e poi IWBank, li ho trovati sempre abbastanza semplici ed intuitivi. Le piccole banche, confermo con una “breve esperienza” per trasferire dei soldi sul conto di mio suocero, che è appoggiato sulla piccola banca di paese, sono ancora molto indietro. Spesso le interfacce sono progettate da ingegneri o informatici che guardano al problema dal loro punto di vista, non da quello dell’utente. L’uso di Java poi è percepito da molti manager come una cosa indispensabile per la sicurezza, e quindi obbligatorio per loro. Ma pochi si rendono conto che spesso PHP o altri linguaggi sono altrettanto sicuri, perché il problema non è il linguaggio, ma come lo usi 🙂

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