Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Dic
18

Stato, informatica e leggi

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

Sembra che lo Stato ci metta molto impegno per far impazzire i cittadini e cerchi in ogni modo di esporli a rischi inutili, inoltre andando contro a leggi da lui emanate.

Mi spiego meglio, tempo fa un collega mi ha contattato segnalandomi che a breve l’odioso programma “Nota” (software per compilare le note di trascrizione da presentare in conservatoria) andrà in pensione e sarà sostituito da un altro software di cui non ricordo il nome. Sin qui nulla di strano, anzi la dipartita di Nota sicuramente farà contenti molti utenti che si sono letteralmente picchiati in questi anni per capire cosa scrivere e cosa compilare, però, ovviamente, il nuovo programma girà in ambiente Java in versione 1.6 o giù di li e non ne vuole sapere di funzionare con le versioni più recenti di Java.

La cosa più divertente è che sul sito dell’Agenzia del Territorio (ormai Agenzia delle Entrate) è esplicitamente indicato che per utilizzare il programma si deve installare una versione obsoleta di Java! La cosa più bella è che la Oracle avverte gli utenti che l’uso di una ambiente Java vecchio può esporre ad attacchi informatici e problemi di sicurezza!

Lo Stato sembra essersi dimenticato di una leggina che regola proprio l’obbligo di utilizzare software aggiornati ed aggiornabili per non esporre ad attacchi informatici e rischi di furto di dati sensibili da computer impiegati in ambito professionale, la legge in questione è quella sulla privacy!

Ora mi domando una cosa, come fa lo Stato a fornire un programma nuovo di pacca che però funziona su sistemi antidiluviani? Un po’ come il programma Docfa che è arrivato alla versione 4.0.1 e che non funziona se viene installato in una cartella che ha un nome più lungo di 8 caratteri o che contiene spazi (vedasi la cartella “Program files”!)? Così si è costretti a creare una cartella apposita e mettere li il programma. Oppure sempre Docfa che non permette di ingrandire la finestra a tutto schermo e funziona solo come se lo schermo avesse una risoluzione 800×600 (chi usa ancora questa risoluzione? Io uso abitualmente 1280×1024!).

Insomma sembra che lo Stato voglia fare alcune cose ma senza sapere come e cosa, quindi ovviamente si appoggiano a dei consulenti e a software house (tra cui la Sogei, partecipata dallo Stato stesso) che dovrebbero sistemare queste magagne e cercare di mantenere aggiornati i programmi, visto anche che i sistemi su cui si basano è Windows XP e da poco tempo è già uscito Windows 8, insomma un bel salto generazionale! A mio modo di vedere noto una notevole incapacità dei programmatori, voluta o meno, nell’allinearsi al mercato e forse, ma spero di sbagliarmi, fraudolenza dei consulenti che prenderanno tanti bei soldini per fare da tramite e che avranno interessi nel mantenere arretrati i sistemi in modo da dover continuamente aggiornare i programmi, spero di sbagliarmi… forse.

  1. Cristina ha scritto,

    Egregio, rispondo con profonda e sentita condivisione dei tuoi pensieri. Purtroppo come te mi trovo ogni giorno a disturbare tutti i Santi del calendario per colpa di questa forma di riluttanza da parte delle istituzioni italiane a evolversi nelle semplici funzioni e tecniche informatiche in continua espansione e aggiornamento.
    Vogliamo parlare di come neanche qualche tempo il sito dei decreti abitabilità fosse visibile solo per i possessori di Internet Explorer 5? Andiamo oltre…
    Sito Agenzia del Territorio (oggi confluito in quelle delle Entrate, altra perla in fatto di sicurezza e compatibilità informatica) piattaforma Sister per le visure online: superati i 13000 utenti, o giù di lì, il server va in crash, perché non riesce a sostenere il numero di utenti O_o Poi si vengono a lamentare i giocatori di Call of Duty per un leggero Lag superati il milione e passa di utenti online. Noi siamo i veri combattenti nella vita reale e senza armi e senza scudi, voglio ricordare. Ancora…
    Ritengo che gli sviluppatori e progettisti di siti informatici ben abbiano a conoscenza delle regole W3C e simili. .. Nessuno dei siti e-governement riesce a rientrare in tale criteri internazionali a causa della loro illeggibilità, interazione e accessibilità: un disastro di errori e omissioni.
    All’ultimo Joomla Day svoltosi a Torino e al Linux Day tenutosi, invece, a Genova, una pallida luce sembra rischiarare le tante ombre informatiche delle nostre istituzioni. Qualcosa si muove, ma non è chiaro quanto e in che tempi, nella direzione di voler correggere, almeno in parte queste gravi mancanze telematiche oltre che finalmente adoperare sistemi opensource che di fatto farebbero risparmiare alle casse dello Stato…ehm, scusate, del cittadino, fior fior di quattrini. Magari non tutto ma almeno in parte.
    Per non parlare del concetto delle Smart City, presentato in molti convegni informatici professionali anche in Italia, ne parlano testate giornalistiche online italiane, si è svolto a Roma ancora di recente un evento che ha compreso anche questo argomento, ma credo sfortunatamente che molti dei funzionari statali e locali pensino si tratti del nuovo modello prodotto da Biasotti&Co oppure di nuove caramelle -_-‘
    In tutto questo invitano all’alfabetizzazione informatica i nostri cari anziani, quando abbiamo politici che usano l’ipad per giocare ad Angry Birds in parlamento (e speriamo giochino solo ad Angry birds e non guardino altri siti poco gradevoli).
    Se pensiamo che il progetto di consegnare le procedure comunali su disco è fermo da anni nel nostro comune, se pensiamo che il modello cartaceo non può essere modificato in nessuna parte e dobbiamo consegnare almeno 3 copie con ovvio spreco di carta (alberi perdonateci), se pensiamo che reintroducendo le visure a pagamento ora per ogni foglio stampato e pagato catastale corrisponde una singola ricevuta pari anche solo a un euro di spesa, è sin difficile riuscire a difendere il concetto di risparmio energetico obbligatorio quando l’ente che dovrebbe tutelarlo non riesce ad applicarlo nel suo ambito. Come si suol dire: il bue non può dire cornuto all’asino, anche se si tratta di un asino cornuto e mazziato. Un saluto.

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