Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Apr
12

Cambridge Analytica

Categoria Vario by Piero_TM_R

Il nome in questi giorni è noto praticamente a tutti, è la società che pare abbia profilato milioni di profili Facebook e pare abbia addirittura influenzato l’esito delle ultime elezioni occorse nel mondo.

Il sistema per muovere le masse sembra sia stato quello delle fake news, problema che affligge il noto social network da parecchi anni e che sembra difficile da arrestare, nonostante i tentativi dei programmatori.

Le fake news, o bufale per dirla in italiano, sono sempre state presenti al mondo, alle volte sono divertenti (come quelle del Lercio) altre volte confezionate per colpire e discreditare qualcuno. Un tempo si limitavano ad articoli su un certo tipo di carta stampata, poi con la nascita della rete sono diventate virali e rimbalzano da persona a persona con velocità incredile, arrivando all’epoca dei social dove la condivisione è semplice e gli utenti molte volte non verificano il contenuto.

Nonostante la nascita di molti siti che combattono le bufale, come ad esempio Paolo Attivissimo, Bufale.net e soci, l’utente medio non ha voglia di verificare la notizia che sta leggendo e che suona notevolmente strana, anche perchè non riportata da organi di stampa ufficiali, ma bensì è generata da siti internet che hanno poco o nulla a che vedere con la stampa.

La bufala funziona perchè parla alla pancia dell’utente medio e lo spinge a condividerla per renderla virale.

Nonostante le scuse del fondatore di Facebook, Cambridge Analytica ha mostrato il lato peggiore della rete, tutto volto al profitto e a manovrare le masse per scopi non sempre leciti.

Molti, se non tutti, tra utenti che organi di stampa hanno gridato allo scandalo, i dati degli utenti sono sacri e non devono ne possono essere compravvenduti ed essere una fonte di reddito, peccato che non sia così, anzi i così detti big data sono piu’ preziosi che mai. Da alcuni anni il tentativo di molti programmatori è la ricerca predittiva, cioè cercare di anticipare l’utente che sta effettuando le sue ricerche online per fargli trovare, anche prima di una ricerca effettiva, un determinato prodotto basandosi sulle sue ricerche precedenti e comportamenti nel tempo, questa è profilazione, accade attraverso i cookie (altro bel problema che la cookie law ha tentato di chiarire ma che ha creato solo un fastidio all’utente finale), così capita che ad esempio se sto leggendo un articolo su di un prodotto, ad esempio un gimbal per il cellulare, come per magia per giorni o settimane mi ritroverò banner vari su molti siti che riconducono all’acquisto del gimbal in questione.

L’obbiettivo è vendere, ma non solo, se fosse vero il quadro accusatorio che si sta costruendo contro Cambridge Analytica, posso muovere l’opinione pubblica come piu’ mi piace solamente proponendo notizie a favore o contro un determinato partito, uomo politico o evento, il tutto creando notizie false o tendenziose.

Il problema come sempre, comunque, è l’utente finale, molte volte pigro o poco avezzo a verificare quello che vede o sente, lo dice la TV o un sito anche non collegato a Facebook, comunque dev’essere vero! Quindi si fa forza sull’essere umano e la sua semplicità e la notevole attitudine ad essere influenzato quando viene toccato su argomenti a lui cari o che comunque generano una reazione emotiva e alcuni personaggi poco corretti li ssfrutteranno per i loro scopi, tanto è l’utente che ha condiviso ed amplificato le bufale.

Il mondo è fatto da esseri umani, imperfetti e pigri e da alcuni furbi e laboriosi faccendieri al soldo dell’interessato di turno.

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