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Interfaccia uomo-macchina
Categoria Pensieri by Piero_TM_RAlzi la mano chi ha inveito almeno una volta contro un computer, una APP, un parchimetro o altro? Direi che almeno tutti una volta nella nostra vita ci siamo trovati sconfortati e rabbiosi perchè non riusciamo a capire cosa dobbiamo fare mentre usiamo un qualcosa e, pensando intensamente a chi ha ideato l’interfaccia e ai suoi familiari.
Solitamente alla fine ci sentiamo frustrati e se riusciamo a capire la logica di come funzioni una data cosa cerchiamo di non dimenticarla e se possibile divulghiamo questa conoscenza per aiutare chi si trova nella nostra situazione.
Questo pensiero è emerso dopo aver visto questo video di Jakidale del suo canale TechDale e Otto Climan dove parlano di design ed interfacce e sul finire parlano proprio dell’interfaccia dei totem di TrenItalia (per fortuna non sono frequentatore dei treni e i pochi spostamenti che ho fatto ho acquistato i biglietti via internet).
Penso che la problematica sia sempre legata ai consulenti che dovrebbero fare da tramite tra il cliente che ha un’idea e non si occupano di programmare e chi materialmente deve fare il lavoro sporco. Solitamente chi fa il lavoro di programmazione è un programmatore fatto e finito, pertanto nella sua logica il sistema funziona ed è ottimo, ma peccato che l’utilizzatore finale alle volte potrebbe non usare abitualmente o saltuariamente un computer, ne ignora i funzionamenti e non è nemmeno tenuto a farlo.
Un esempio abbastanza tipico sono i portali dell’amministrazione pubblica dove sono stati riversati i moduli e le procedure cartacee in un sistema informatico, la logica non esiste ed alle volte i messaggi sono contraddittori, assenti o poco chiari, mandando in crisi anche utenti esperti.
Forse ne ho già scritto, ricordo mia suocera e la sua avversione nell’uso dei computer, li ha sempre trovati complessi e poco chiari, tanto che per la scuola (faceva l’insegnante alle scuole medie) veniva aiutata da mia moglie (all’epoca eravamo fidanzati) o da mio suocero. La sola idea di accendere il computer era un fastidio. Parliamo comunque di computer dotati di Windows 98SE, pertanto l’interfaccia non era poi così complessa e poco intuitiva.
Ricordo che avendo visto l’evoluzione dei computer, partendo da Commodore64 in poi, l’interfaccia uomo-macchina si è evoluta tantissimo, fino ad arrivare alle attuali chiare e semplici. L’utente medio può ignorare cosa succede sotto il cofano, difficilmente oggi un computer si schianta e non riparte, pertanto un plauso a chi ha lavorato tanto per rendere amichevoli degli oggetti complessi da comprendere.
Alla fine siamo arrivati alle interfacce degli smartphone, semplici ed intuitive per chiunque, basti pensare che mio figlio già a due anni riusciva a far funzionare il tablet per guardare i cartoni animati anche senza saper leggere.
Mia suocera è la dimostrazione di quanto sia importante la progettazione delle interfacce, chiare e semplici per tutti, con una logica comprensibile e domande non eccessivamente tecniche, con il primo tablet android e poi il primo smartphone, sembrava aver utilizzato da sempre quei dispositivi senza preoccuparsi più di tanto.
Nel video citato in apertura viene detto che un oggetto deve accogliere l’utente, invitandolo ad interagire con esso e rendendo chiaro l’utilizzo e il sistema di funzionamento, magari riducendo tasti e levette mantenendo la funzionalità, come non essere della stessa opinione? Il futuro delle interfacce forse sarà legato a dei visori e saluteremo mouse e schermi? Dubito ma comunque direi che il lavoro fatto fin qua è stato molto e con ottimi risultati.
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