Oggi l’editoriale di Mattia Feltri de La Stampa riporta questa intervista ad uno sportivo che dovrebbe insegnare a tutti che in generale il concetto di fallire se si prova e si fa il proprio dovere non esiste. Ogni tanto qualche atleta che dimostra di avere sale in zucca si trova ancora.
The White Lotus, quella che sembra essere la serie del momento, girata alla Hawaii per la prima serie ed in Sicilia per la seconda.
Praticamente la serie narra delle vicende dello staff e degli ospiti di un resort il cui nome è appunto White Lotus.
Viste una puntata e mezzo e poi stop. Solitamente la prima puntata, indicata spesso come pilota, dovrebbe essere la migliore, quella che fa accendere la fiammella della curiosità e che al termine fa venire la voglia di vedere altro.
Onestamente nulla di che, mi ha ricordato in molto brutto il telefilm anni ’70 Fantasilandia e senza appeal.
Mi chiedo come una cosa del genere possa generare interesse con un fiume di recensioni positive. Starò invecchiando probabilmente.
Oggi per motivi di lavoro ho dovuto prendere circa € 310,00 in marche da bollo da apporre su dei documenti.
Leggendo su Wikipedia ho scoperto che l’uso delle marche è iniziato a metà del 1800, sono utilizzate sia nel vecchio che nel nuovo continente e da alcuni anni l’Austria le utilizza dematerializzate.
Le mie domande sono due, la prima è perché non utilizziamo un’altra forma di pagamento in generale? Seconda domanda, perché non possiamo usarle dematerializzate se lo Stato non può fare a meno di tale gabella?
Contro ogni pronostico, visti i continui rinvii a causa di problemi tecnici ed atmosferici questa mattina (ora italiana) è partita la missione Artemis 1.
Lo screenshot qua sopra è di una notizie, probabilmente sponsorizzata da Lego, del sito Punto Informatico relativa al lancio imminente del set della Torre Eiffel.
Tolta la tipologia di articolo che poco ha a che vedere con un sito che ha sempre parlato di computer e tecnologia, ma come si suol dire pecunia non olet.
Leggendo l’articolo mi sono saltati all’occhio una serie di errori grossolani e che ho evidenziato, probabilmente involontari, di chi ha scritto l’articolo.
Il problema non è il solo in rete affetto da errori più o meno grossolani, girovagando in rete si trovano decine di notizie con errori di battitura e grammaticali.
Insomma nessuno rilegge quello che scrive, altro dato che mi riporta al mio giudizio sui risultati dell’uso massiccio di Facebook e l’impoverimento dei contenuti in rete.
Questa persona qua di lato è Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano tra il 69 ed il 79, noto ai più perchè ebbe l’idea di costruire e tassare gli orinatoi pubblici che da quel momento vennero chiamati “vespasiani” (oltre ad aver costruito il Colosseo). Invenzione che fino ad oggi sembra una cosa arcaica e quantomeno non così importante.
Nel tempo nelle città i bagni pubblici più o meno articolati sono stati chiusi a causa di varie problematiche, la prima negli anni ’80 e ’90 a causa dei tossici che li utilizzavano per “bucarsi” e divenendo un problema per la salute cittadina, in seguito utilizzati male e mantenuti peggio. Così per eliminare il problema le amministrazioni pubbliche hanno avuto la pensata geniale di chiudere (anche posticciamente) i bagni pubblici.
Nel tempo ci ho fatto poco caso e ad esser franco li ho utilizzati poco, oggi la situazione però è cambiata, avendo un bimbo e frequentando saltuariamente i parchi pubblici cittadini di Genova ho potuto notare la totale assenza di servizi igienici anche nelle immediate vicinanze.
Così le persone utilizzano le aiuole più appartate a mò di bagno pubblico all’aria aperta, lasciando li carte ed olezzi vari, meno male che i cari e vecchi vespasiani erano un problema.
Spesso nei parchi cittadini, più o meno gestiti da volontari, non esite nessun tipo di servizio, a partire dai basilari bagni sino ad un chioschetto o simili, solo pochi giochi, oggetto in alcune occasioni di vandali che scarabocchiano (nel migliore dei casi) o danneggiano i giochi per i bambini (ma cos’hanno nella zucca questi personaggi?), panchine anch’esse sempre imbrattate e cartacce a terra (ok, chi transita nei parchi non sempre è attento ma i cestini vengono svuotati male ed il vento a Genova solitamente va volare tutto il contenuto ovunque).
Girando un po’ per altre città extra Italia ho notato che la pulizia dei parchi è migliore, che solitamente esistono bagni mantenuti decenti e anche chioschi aventi lo scopo, oltre alla vendita di bibite e simili, a quella di presidio del parco contro il degrado, a Genova no e non me ne capacito, poichè ho notato che i bar solitamente sono sempre pieni e anche i parchi cittadini a loro volta vedono persone di varie età a frequentarli.
Misteri misteriosi di una città che pensa poco a certe cose e sperpera denari per altre apparentemente inutili.