Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Mar
08

Confessione di un geometra frustrato dalle leggi e regolamenti

Categoria Pensieri

In questi giorni ammetto che sono arrivato, credo, al punto più basso del mio umore, inoltre la mia pazienza è finita e avrei una gran voglia di prendere un paio di persone per il bavero ed iniziare a strattonarle molto violentemente!

Ho stressato la mia metà, colleghi, amici e familiari, sento la necessità di sfogarmi, altrimenti corro il rischio di fare danni veramente seri.

Nell’ultimo anno e mezzo ho notato un progressivo irrigidimento del personale del comune, e non sono l’unico ad essersene accorto, con una crescente richiesta di asseverazioni, predisposizioni di cartacce e via dicendo, con un innalzamento improvviso di cose che non possono essere fatte, apparentemente senza motivo.

Nonostante a Roma gli altri “geni” cerchino di semplificare la vita ai cittadini, con goffi tentativi di semplificare l’attività edilizia, così da renderla più rapida come iter ed aiutare un settore che ultimamente non sguazza nell’oro, ottenendo da parte di alcuni comuni l’effetto contrario, andando a caricare di responsabilità progettisti e committenti, mentre gli uffici non sembrano essere più in grado, a me sembra che non vogliano più, dare informazioni in maniera chiara e netta, trovando una miriadi di personali opinioni che variano semplicemente cambiano scrivania e funzionario.

Fatto sta che dopo aver battagliato per circa un anno ad una pratica e dopo averla presentata ecco che saltano a quel punto viene fuori che un fabbricato, interno alla proprietà, è troppo vicino e quindi forse non si può procedere! Shock, sconcerto e frustrazione, tempo e soldi buttati al vento, cerco di recuperare chiedendo se sono sicuri della cosa, vengo rimbalzato ad un altro ufficio che dovrebbe avere una non meglio specificata sentenza che darebbe ragione all’ufficio, ovviamente la sentenza non salta fuori e morale della favola domani dovrò tornare in comune per l’ennesima volta per vedere se il dirigente mi può essere d’aiuto o meno, ovviamente perchè? Perchè l’area ed il responsabile dell’area non sa se ha ragione lui o il sottoscritto, o meglio lui non vuole prendersi la responsabilità di darmi una risposta netta.

Poi ovviamente altro giro in altro settore per consegnare altra inutile carta, ovviamente anche li problemi, quindi il passo successivo è bloccato per una cretinata grande come una casa!!!!

Insomma il comune ci si sta mettendo d’impegno per farmi passare la voglia di fare un lavoro che mi è sempre piaciuto e che cerco di fare al meglio.

Feb
20

L’effetto Megaulpoad

Categoria Internet, Pensieri

Da quando l’FBI ha chiuso il noto sito Megaupload (e affiliati) ed è stato arrestato il suo ideatore, gli effetti sulla rete si sono fatti sentire, infatti altri siti sono stati bloccati per problemi di copyright, mentre altri hanno bloccato la possibilità di condividere con terzi il materiale presente sui server, rendendo possibile l’operazione solo a chi ha caricato i files.

 In parte mi ricorda l’offensiva di alcuni anni fa quando i server opennap avevano bloccato la condivisione, lasciando la sola possibilità dell’invio diretto tra utenti ed il solo utilizzo dei server come chat, poi con il tempo il ritorno della condivisione è tornato, ma molte community hanno preferito chiudere definitivamente i battenti.

In questi giorni anche alcuni siti italiani sono stati chiusi per violazione dei diritti d’autore, mentre in giro per il mondo altri servizi di dubbia fama vengono posti sotto sequestro o vengono spontaneamente chiusi.

Nello stesso periodo, mentre gli ideatori di ThePirateBay si vedevano confermare le pene inflitte con carcere e multe, il traker BTJunkie viene messo off-line dallo staff in maniera definitiva.

Anche la rete eDonkey sembra essersi ridotta all’osso con pochissime fonti ed un numero sempre minore di server disponibili.

Insomma sembra che molti utenti della rete abbiano capito che il web è controllato ed in caso di verifiche da parte delle autorità le conseguenze possono essere anche dolorose, nonostante molti continuino a professare che la rete è libertà.

Feb
20

E anche l’Aspire è mezzo morto

Categoria Pensieri

Dopo tre anni il mio portatile Acer Aspire è passato a miglior vita, o meglio non sembra essere alimentata una parte della scheda madre e quindi domani finirà in un laboratorio per vedere se si riesce a recuperare o se invece dovrà essere sostituito da un altro portatile.

Il guasto si è presentato da un giorno all’altro, infatti la mia metà in attesa di avere un PC in ufficio ha utilizzato il portatile per un po’ e dopo averlo spento il giorno prima, alla mattina successiva non si è più riacceso. Controllato di persona si sente girare il disco fisso, si accende il masterizzatore ma schermo e ventola della CPU non ne vuole sapere di girare, quindi niente boot e PC bloccato.

Devo dire che sono proprio fortunato, una volta ogni due anni ne capita una e mi trovo con un computer in panne.

Incrocio le dita e spero che il danno sia limitato ad una saldatura saltata o a un cavo deteriorato.

Gen
30

Allo Stato l’informatica non piace proprio

Categoria Pensieri

Sono anni che tutti sentiamo parlare della digitalizzazione dello Stato, procedure più snelle, documenti reperibili on-line e comunicazioni attraverso la propria e-mail, più volte chi si è seduto al posto di comando ha detto e fatto alcune cose che sembravano volte a voler semplificare la vita ai cittadini, senza dover impazzire con carte e code. Ancora in questi giorni il Governo tecnico ne sta parlando, ma i problemi sembrano rimanere.

E’ notizia di alcuni giorni fa che alcune persone disoneste continuavano a percepire la pensione di un familiare deceduto, quindi senza aver comunicato all’ente erogatore il decesso. Chissà se qualcuno ha informato lo Stato che forse con alcuni semplici collegamenti informatici con l’anagrafe il controllo può essere fatto automaticamente dal sistema e bloccare l’erogazione della pensione?

Già tempo fa avevo mostrato i miei dubbi sul fatto che molti enti abbiano molte banche dati, non collegate tra loro e che spesso contengono dati simili, a mio parere sarebbe meglio avere un unico contenitore in cui ogni ente inserisce i propri dati di competenza e solo quelli possono essere visionati. Certo le fiamme gialle hanno un software molto versatile di nome SERPICO, il suo compito è quello di incrociare tutte la banche dati disponibili per verificare una persona o una società.

Uno dei pochi enti che in pochi hanno ha fatto un passo avanti gigantesco è stata l’Agenzia del Territorio (il catasto) le cui pratiche vanno presentate in formato digitale, riducendo l’afflusso del pubblico negli uffici che con il tempo hanno visto anche ridursi il numero dei dipendenti.

Per il resto gli altri enti pubblici poco o nulla permettono, pensare che qua a Genova il Comune ha messo on-line gratuitamente il proprio piano urbanistico solo da pochi anni, preferendo in maniera folle le code davanti all’ufficio cartografico presidiato da un solo dipendente capace di gestire e fornire le informazioni corrette.

Si parla tanto di semplificare la vita ai cittadini e molte cose sarebbero risolvibili con semplici portali dedicati a cui un cittadino si iscrive e da li può avere tutte le informazioni, certificati e documenti che gli servono, senza dover ogni volta fare code sfiancanti agli sportelli in larga parte popolati da dipendenti insofferenti e poco gentili.

Un altro esempio che mi viene in mente è il portale dell’automobilista, poco pubblicizzato ma utile per avere informazioni sul proprio saldo dei punti (come al supermercato o all’IKEA), lo stato delle revisioni dei propri veicoli e la richiesta di duplicati dei documenti a loro connessi.

Sono dell’idea che se la pubblica amministrazione decidesse di utilizzare seriamente l’informatica e fossero impiegati software validi le pratiche sarebbero più snelle e semplici da gestire e/o archiviare e/o reperire in caso di successivi controlli, magari con alcuni controlli automatici eseguiti direttamente dai computer, snellendo ed alleggerendo ulteriormente la vita degli uffici che potrebbero così dedicarsi ad altro e fornire informazioni agli utenti.

Forse la mia è un utopia come quella pensata dalla Microsoft alcuni anni fa per i dottori e gli ospedali completamente connessi a reti di computer.

Gen
28

Il cloud computing è sicuro al 100%?

Categoria Internet, Pensieri, The Scrat's Lair

A seguito della chiusura forzata della rete Megaupload e la repentina virata dei servizi simili in rete molti si stanno ponendo questa domanda.

Interessante questo articolo dove la domanda trova una parziale risposta, cioè il cloud computing non può essere ritenuto sicuro.

Pensiamo a qualsiasi problema legato alla posizione geografica dei server su cui molti utenti parcheggiano dati di ogni natura, potrebbe esserci un blackout, oppure un problema naturale o anche il semplice fatto che la società potrebbe chiudere o passare di mano (uno tra questi è stato Steekr).

Personalmente da paranoico in ufficio ho una serie di sistemi per preservare i dati contenuti nel mio PC:

  1. un backup su di un hard disk portatile sincronizzato con i lavori in corso, il tutto sfruttando il programma FreeFileSync avviato manualmente;
  2. un account su Windows Live che mi permette, attraverso il software Windows Live Mesh di sincronizzare automaticamente la cartella dei lavori in corso con lo spazio messo a disposizione gratuitamente dalla Microsoft;
  3. i lavori terminati vengono salvati su CD e DVD e conservati con le loro custodie;
  4. copia dei lavori terminati, compressi in archivi Zip vengono caricati a manina sempre sullo spazio Live, suddivisi con la numerazione dei CD e DVD, più semplice trovarli;
  5. DVD riscrivibile che periodicamente viene aggiornato con i lavori in corso;
  6. la casella di posta del lavoro viene copiata automaticamente da un account Gmail e ne conserva tutte le e-mail ricevute (per quelle inviate non ho ancora pensato a nulla).

Insomma io sono uno di quelli che non si fida della cintura, ma nemmeno delle bretelle, meglio averle entrambe.

Certo le soluzioni cloud dovrebbero assicurare l’utente dalla perdita accidentale dei propri dati, teoricamente le grosse case effettuano backup automatici delle cartelle e dovrebbero proteggere da occhi indiscreti quanto viene caricato sui server, anche qua non è detto che qualcuno possa mettere naso nei nostri documenti, un modo per rendere la vita difficile ai curiosi, comprimere i propri files proteggendo il file con una password abbastanza difficile da individuare, magari applicando una chiave di cifratura a 256 bit, ovviamente nessuna serratura e sicura al 100%, quindi è solo questione di tempo e di voglia di chi vuole spiare, comunque potrebbe essere una buona cosa da fare.

Mai fidarsi anche dei dischi fissi dei computer, delle chiavette e dei dischi portatili, sono soggetti a diversi problemi che potrebbero renderli illeggibili ed inutili quanto un fermacarte.

Meglio non affidare la propria vita a servizi on-line, oggi ci sono, ma tra 5, 10 o 50 anni ci saranno ancora?

Gen
27

Nuovo attacco alla pirateria, ma riuscirà?

Categoria Internet, Pensieri

Chi frequenta la rete, anche in modo non assiduo, saprà che esistono, o forse è meglio dire esistevano, siti che permettevano la condivisione on-line di file, alcuni permettono di ospitare i file per un determinato tempo in maniera gratuita e completamente svincolata da una registrazione, altri lo permettono con una semplice registrazione gratuita (a patto di non superare quote prestabilite ed accettare la cancellazione automatica dei files dopo un certo periodo più o meno lungo) oppure pagando un abbonamento che permette di caricare files di ogni dimensione, scaricarne altri senza limiti di velocità e dimensione e di conservarli in rete in maniera continuativa. Questi servizi sono i così detti “cloud computing”.

Dopo una lunga operazione il più noto servizio di condivisione on-line denominato Megaupload e collaterali è stato chiuso dall’FBI e il suo ideatore e proprietario è stato arrestato in Nuova Zelanda e i suoi beni sono stati confiscati. L’accusa è quella di pirateria informatica ai danni di varie aziende per una cifra iperbolica.

I server sono stati spenti e tutti i servizi sono stati interrotti. Il popolo della rete ha avuto varie reazioni, tra i più affezionati ovviamente si sono sollevati cori di disapprovazione verso l’operazione sostenendo che la rete è democrazia e libertà e che nessuno può e potrà fermare l’onda della condivisione dei contenuti, altri hanno appoggiato in pieno l’operazione sostenendo che i danni inflitti dalla condivisione selvaggia causano danni a società e persone.

Fatto sta che dopo la dipartita di Megaupload, anche altri servizi sono stati oggetto dello stesso trattamento da parte delle forze dell’ordine e i superstiti hanno bloccato la condivisione dei files degli utenti, permettendone il download ai soli utenti che li hanno caricati.

Ovviamente sono nati siti che si spacciano per il nuovo Megaupload, senza però dare certezze sulla loro bontà, lasciando il dubbio che siano solo tentativi di phising. In questi giorni è nato un sito che sostiene essere legato al gruppo di hacker Anonymous, per ora non completamente funzionante, che permetterebbe di condividere materiale in maniera totalmente anonima, notizia poi smentita dal gruppo che ne prende le distanze (non vorrei essere in chi ha avuto l’idea geniale di spacciarsi per loro, potrebbero fargli avere non pochi problemi).

Fatto sta che ci sono state più operazioni, sia nazionali che estere, volte proprio al contrasto della pirateria informatica, ricordo che anni fa a seguito di una serie di perquisizioni erano state bloccate le condivisioni sui vecchi server open-nap (poi in parte appassiti per mancanza di materiale ed utenti), si è poi passati a vere e proprie battaglie legali verso i software e le software house che li avevano creati, il più celebre è stato Napster (averlo chiuso ha avuto come risultato che il programma base è stato distribuito in rete permettendo la nascita dei server open-nap) ma si può ricordare anche LimeWire (chiuso l’ufficiale sono nati altri server e il programma è ora distribuito con il nome LimeWire Pirate Edition) e altri più o meno popolari.

Si è poi passato a contrastare il dilagante protocollo torrentizio, il tutto facendo guerra al più noto tracker del mondo “The Pirate Bay” che in Italia è stato parzialmente oscurato (basta fare un giro in rete per vedere che il sistema funziona senza grossi problemi) anche se Google non permette di raggiungere le pagine del sito e i gestori dei collegamenti del bel paese non ne permettano il collegamento diretto.

Analizzando la cosa ho potuto notare che ad ogni tentativo di mettere i bastoni tra le ruote dei pirati, il risultato è stato quello di fermare una grossa realtà per farne nascere una moltitudine più capillare e più diffusa, facendo anche conoscere a chi ne ignorava l’esistenza a molta gente nel mondo. Con questo non voglio dire che sia a favore di chi condivide opere coperte da diritti d’autore, ma che alle volte combattere un nemico di grosse dimensioni, che poi probabilmente soccomberà, potrebbe far saltare fuori molti nemici che difficilmente si possono battere.

Gen
27

L’impossibilità di capire che anche i PC possono fermarsi

Categoria Internet, Pensieri

Capita che e persone si ammalino in maniera più o meno grave, capita anche che le macchine si rompano e capita anche che i computer si fermino, credo siano cose che a tutti siano capitate, non ci si fa una malattia, o meglio, si dovrebbe comprendere che i problemi esistono e che nonostante si stia attenti si rischia di inciamparvi dentro.

Alcuni giorni fa è capitato che il noto social network Facebook si sia fermato per un periodo di tempo di circa 10 minuti (il tempo di andare a prendere un caffè, fare una telefonata, scrivere una mail), migliaia di utenti (o utonti) non sono riusciti ad accedere al proprio profilo e ad aggiornare il proprio status o per mettere il naso in quello degli altri.

Ovviamente la prima cosa a cui molti hanno pensato è che il noto social network fosse sotto attacco (precisamente un attacco DoS – Denial of service) per mano del un noto gruppo di hacker conosciuto come Anonymous che in più occasioni ha mandato in blackout reti, interi siti e si è sempre scagliato contro determinate operazioni compiute in rete dalle polizie di mezzo mondo (l’ultimo interessamento del gruppo di hacker è stato per la dipartita del servizio di hosting MegaUpload e l’arresto del suo fondatore).

Dopo poche ore dalla notizia è arrivata la smentita da parte del gruppo attraverso Twitter, l’attacco a Facebook avverrà il 29 gennaio (la cosa bella è che solitamente i siti, società e nazioni vengono avvertite per tempo), quindi loro non c’entrano.

Ora tutti si domandano cosa sia capitato, perchè alcune aree geografiche non riuscivano a collegarsi a Facebook? Oserei dire che è una domanda di una certa rilevanza di fronte alle problematiche che ci sono nel mondo.

Facebook per alcune persone è diventato più importante di ogni altra cosa, ma oserei dire che il servizio dovrebbe essere più o meno importante quanto il gossip, ti fa passare il tempo libero, ti fa fare un paio di risate e fare due chiacchiere da bar senza troppe pretese, se qualche volta qualcosa va storto tutti si dovrebbe dire “vabbè, riprovo più tardi”.

In genere ho notato che se il proprio computer va in crisi, la connessione ad internet non funziona e via discorrendo, tutti andiamo in crisi, sia che si debba lavorare (forse è la situazione che dovrebbe preoccupare di più) o che si debba svagarsi. I computer possono rompersi o avere avarie temporanee, esiste anche un mondo oltre allo schermo, prendiamo un libro, facciamo due chiacchiere con qualcuno o facciamo anche una sana passeggiata. So che sentir dire queste cose dal sottoscritto è strano, io vivo molte ore al computer, ma ultimamente mi sembra che tutto il mondo dipenda in toto dai computer e dagli smartphone, forse dovrebbe essere il contrario.

Gen
23

Trucchi per parecchi vecchi videogiochi

Categoria The Scrat's Lair

Nell’ottica di svuotare il resto delle cose che ho lasciato nella mia vecchia camera dai miei mi è capitato tra le mani un vecchio floppino contenente molti codici trucco per una sfilza di giochi per PC dell’epoca DOS o poco dopo, non volendo perdere il lavor che avevo fatto posto il tutto qua!

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Gen
13

L’ansia e l’angoscia

Categoria Pensieri

L’anno è ricominciato e lo stato ansioso che forse ero riuscito ad archiviare o comunque a trascurare nell’ultimo mese, si sta riproponendo. Lo Stato, che a mio avviso dovrebbe essere il genitore di tutti noi poveri cittadini invece che dare sicurezza e prospettive, tenendoci al riparo da eventuali problemi in quest’ultimo periodo forse è la fonte del più delle preoccupazioni, basta accendere la televisione e dare un occhio ad un TG. Poi ci sono i giornalisti che con la smania di vendere e mettersi in mostra gonfiano le notizie in modo eccessivo, ottenendo come risultato che la popolazione è sempre più preoccupata e così via.

In questi giorni mi è tornata un po’ di ansia, mi sveglio la notte e solitamente ben prima della sveglia mi trovo con gli occhi spalancati a pensare e ripensare in maniera del tutto involontaria ed automatica, poi durante la giornata sento uno strano senso di ansia e rendo poco.

Oggi ho letto un bel post di Camu che praticamente ricalca a grandi linee il mio pensiero (anche se il post è sponsorizzato la mano del tenutario del blog è evidente), quindi non sono l’unico che riesce a vedere le cose da un punto più distante di altri, che si scannano per dare la colpa ad un governo o l’altro e via discorrendo, non riuscendo, in modo miope, a capire che il problema crisi è si in parte strutturale ed insita nel nostro Paese, ma che è anche e forse in maniera più radicata, dovuta a fattori esterni all’Italia ed all’Europa.

Poi a metterci in carico alcuni industriali mentre qua mettono in cassa integrazione o licenziano, aprono i propri stabilimenti in altri paesi (europei e non) perchè li il costo dei lavoratori è inferiore a quello del bel paese e le regole sono meno complesse.

Inoltre mettiamoci anche i molti stranieri che lavorano in Italia e mandano somme a casa per mantenere le loro famiglie.

Mescolando il tutto ecco che dall’Italia la ricchezza va via come un’emorragia che nessuno può o vuole arginare!

Devo dire che il futuro mi sembra sempre più buio e pieno di trappole e trabocchetti e sembra che nessuno sia dell’idea di dargli una ripulita se non aggiungendo altre gabelle che pesano ulteriormente sulle spalle dei cittadini e che prosciugano le già precarie casse degli italiani.

Come ho twittato questa mattina, citando i Negramaro “…quell’insensata voglia di equilibrio…”, beh, tutto sommato un po’ di equilibrio mi servirebbe proprio, magari con l’aggiunta di un po’ di serenità.

Gen
10

Almeno l’italiano sallo!

Categoria Humor

Questo cartello è attaccato alla porta di un ufficio in comune, leggere attentamente l’ultima riga!