Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Nov
07

Genova, una città ferita

Categoria Pensieri

Fortunatamente sembra che il peggio sia passato, il maltempo sembra essersi calmato, anche se il cielo non promette nulla di buono, dopo alcune ore di sole ora le nuvole sono ricomparse e il cielo è nuovamente grigio, le previsioni sul computer (ho il widget di Yahoo collegato con il sito weather.com) segnala nuovamente piogge fino a mercoledì.

Oggi la città si è lentamente risvegliata, per lavoro sono dovuto scendere in cento e andare vicino alla zona del Fereggiano dove l’acqua ha distrutto tutto. La prima cosa che ho notato, anche grazie al fatto che le scuole sono chiuse, è la quasi assenza di traffico o comunque moderato, poi salta all’occhio quello che l’acqua ha lasciato dopo essersi scatenata, molti detriti e vegetazione, ammucchiati qua e la, poi sono arrivato alla Foce e li in piazzale Kennedy sono state ricoverate le auto rimosse da Via Fereggiano, impressionate vedere un cimitero di auto, alcune semplicemente allagate, altre schiacciate come lattine di birra.

Poi mi sono trovato a passare da un’altra strada fortemente colpita dalla rabbia dell’acqua, Via Donghi, dove addirittura si è aperta una voragine al centro della strada e dove in tempi record è stato installato un ponte provvisorio.

La città sembra stordita da quello che è capitato, nella zona vicina al Bisagno, il quartiere di San Fruttuoso si presenta infangato e con cumuli di spazzatura proveniente dai negozi allagati.

Purtroppo ho il sospetto che si farà poco tesoro di quanto accaduto e da oggi (ma anche nei giorni scorsi) ci saranno le solite polemiche, scarica barili e tante belle parole, ma si farà qualcosa di utile? Speriamo di si.

Nov
07

Vignetta

Categoria Humor

Nov
04

E Genova è sott’acqua, di nuovo

Categoria Informazioni, Pensieri

Esattamente un anno fa il quartiere di Sestri Ponente è finito sott’acqua, danni per milioni di euro, parole, promesse, accuse e tanto tanto lavoro per chi ha visto andare in fumo la propria attività, la propria casa, l’auto e via discorrendo.

Un anno di promesse d’intervento, soldi stanziati ma poco o nulla.

Una settimana fa sono stati raggiunti i paesi a confine tra Liguria e Toscana e le immagini trasmesse dalle televisioni sono state impressionanti, poi arriva l’avviso di una forte perturbazione che avrebbe portato forti temporali sulla Liguria facendo schizzare l’allerta meteo direttamente al 2° livello!

Oggi la perturbazione si è scatenata in tutta la sua potenza e nel giro di poche ore la città è andata in tilt, poi i primi allagamenti ed infine il Bisagno ed il Reggiano sono esondati causando danni inimmaginabili, basta fare un giro in rete per vedere cosa sta succedendo, notevole l’attività degli utenti di Twitter (#Genova) e di Facebook. Primocanale trasmette una diretta speciale con un contatto diretto con la cittadinanza e le poche autorità che accettano di farsi avanti per spiegare e tranquillizzare le persone.

Ora la polemica è tutta incentrata sulla scelta di tenere le scuole aperte con previsioni di tempo notevolmente avverse, in questo momento incendiate dalle notizie della morte di sei persone, due delle quali bambini e la loro mamma che sicuramente stavano rientrando da scuola.

Ovviamente il sindaco, o meglio, come preferisce lei la sindaco, non si è fatta trovare e nessuno della giunta sembra essere intenzionato a parlare con la stampa e sinceramente voglio sentire cos’avrà da dire e con che faccia si farà vedere.

Purtroppo Genova ha conosciuto già l’alluvione, la peggiore quella del 1970 che ha causato morti e danni ovunque, lasciando la città senza corrente e senz’acqua, il peggio è che potrebbe riproporsi il medesimo disastro visto che il peggio è atteso per domani mattina.

Fatto sta che molti sono della stessa opinione, non c’è presidio del territorio, non c’è manutenzione e tutto è lasciato al suo destino, corsi d’acqua sporchi ed ingombri di arbusti, tombini perennemente intasati, il tutto lasciato al suo destino che molte volte semina morte e distruzione, lasciando tutti spaventati.

Con il passare delle ore alcuni chiedono la testa del sindaco e della giunta, ritenuta giustamente incapace di arginare il pericolo e di mantenere funzionante la città.

Speriamo che la situazione si normalizzi e tutto proceda per il meglio.

Nov
04

Che schifo!!! Ma non si vergognano nemmeno un po’?

Categoria Vario

Nov
03

Santificazioni senza logica

Categoria Pensieri

Con l’arrivo del brutto tempo probabilmente la mia vena polemica si è ripresentata in tutta la sua potenza, fatto sta che questa questione mi da proprio tanto fastidio.

Nel giro di poco tempo sono venuti a mancare Jobs e Simoncelli, entrambi santificati da mezzo mondo, gente che si è radunata, foto, fiori e tante parole, funerali più o meno pubblici e via discorrendo.

Jobs è stato dipinto come un salvatore del mondo, un genio e via discorrendo, nulla da dire, un ottimo pubblicizzatore di prodotti, ottimo venditore, ci sapeva fare e aveva il fiuto per gli affari, ha salvato la Apple dal tracollo finanziario e nel bene o nel male ha fatto nascere prodotti che fino ad un secondo prima nessuno immaginava. Peccato che questo strida con il fatto che proprio un santo non era, la fabbrica cinese che si occupa della produzione dei prodotti Apple è l’azienda dove ci sono più casi di suicidio a causa della vita lavorativa veramente invivibile. Lo stesso Jobs non era proprio una persona tenera, anzi, sapeva fare molto bene il suo lavoro a scapito di altri, molti collaboratori negli anni hanno lasciato l’azienda perchè Jobs non accettava consigli ed era famoso per prendere in prestito le idee di altri per poi proporle come sue senza farsi troppi problemi. Poi in parte può aver fatto leva anche sulla sua malattia per riuscire ad ammorbidire le persone.

Simoncelli è stato nella sua breve vita un pilota con risultati altalenanti, molte cadute e condotte non proprio corrette in pista, tanto da essere stato anche scortato perchè temeva che qualcuno potesse mettergli le mani addosso, poi purtroppo la caduta che tutti abbiamo visto riproposta in tv che purtroppo gli ha spezzato la vita.

Alcuni giorni fa il levante ligure e la parte nord della Toscana sono stati colpiti da un nubifragio che ha fatto danni ingenti e purtroppo morti, tra questi un volontario, Sandro Usai, che nonostante la situazione fosse grave, probabilmente conosceva i rischi delle sue scelte, è uscito di casa per aiutare chi si fosse trovato in difficoltà e ha incontrato la morte, funerali con politici, parlano di una medaglia al valore civile e via discorrendo. La notizia con il tempo sta lasciando spazio ad altre, come solitamente succede, ma Jobs è uscito con una biografia postuma (quando si dice marketing), a Simoncelli intitoleranno un circuito, e Usai? Una medaglia, una colonna sul giornale, qualche parola e basta.

Sinceramente sono stufo di sentir santificare chi forse non se lo merita (anche i calciatori alle volte vengono dipinti come santi) al 100% per poi dimenticare rapidamente chi forse se lo è meritato e dovrebbe essere d’esempio per tutti.

Ott
31

Matteo Renzi, un uomo pericoloso

Categoria Pensieri

Suppongo che non abbia necessità di presentazioni, tutti ormai conoscono chi è e quali sono le sue idee, idee che a quanto pare sono pericolose per gran parte dei politici, se non tutti.

Ultimamente Renzi è presente un po’ ovunque, radio, televisione e giornali non parlano d’altro che dei “rottamatori” e delle sue idee, ultimamente poi è anche noto per le varie liti a distanza avute prima con D’Alema e ultimamente con Bersani, la destra per ora sembra essere graziata dalle sue critiche.

Fatto sta che quest’uomo, giovane e molto apprezzato dai cittadini fiorentini, sembra aver rotto le uova nel paniere di molti del suo schieramento e nonostante sia stata fatta una manifestazione parallela alla sua negli stessi giorni, l’attenzione era in gran parte per lui.

Onestamente io non sono di sinistra, tutt’altro, ma comunque negli ultimi tempi mi sono sentito tradito, poi è arrivato, finalmente, un uomo politico che probabilmente potrebbe rivoluzionare la politica, le idee e forse toglierci dalla melma in qui ci troviamo.

Fatto sta che la sinistra lo attacca, la destra lo osserva (alcuni lo applaudono) e tutti cercano di intervistarlo.

Ultimamente ha mostrato le sue idee per risollevare il paese traendo spunto da quello che ha fatto a Firenze, convincendo anche chi non lo aveva votato e facendolo balzare nei primissimi posti dei sindaci apprezzati.

Poi ci sono le cose tangibili, la giunta ha anche avuto il coraggio di fare delle scelte che in altre città (Genova per prima) non sarebbero passate o comunque sarebbero state fortemente criticate, l’ultima è stata quella di vietare ai cinesi di vendere souvenir tarocchi spacciandoli per artigianato fiorentino, poi si è passato al divieto di aprire in centro le kebaberie e i phone center per stranieri, tutti modi per preservare la città e i prodotti locali. Insomma scelte che non sembrerebbero per niente di una giunta di sinistra ma forse di una giunta della Lega.

Forse, se non lo isoleranno, potrebbe essere la svolta e l’inizio di una nuova era che vedrà sparire gli attuali politici che, come dice Renzi, ci hanno trascinato nella situazione in cui ci troviamo e quindi non meritano di essere li e di essere rivotati.

Ott
26

Morire per lo sport

Categoria Garage

Sono stato parecchio combattuto se scrivere o meno di quello che è capitato in Malesia domenica, c’è già troppo rumore dietro a questa vicenda che mi sembrava inutile aggiungere altre parole a quelle già dette e ridette un po’ ovunque, poi mi sono deciso.

Come tutti ormai sanno domenica mattina (ora italiana) è deceduto il pilota della Honda Marco Simoncelli, chi non segue la MotoGP se lo ricorderà di sicuro per la testata di ricci e la parlata tipica degli emiliani, a molti simpatico, per altri il futuro erede di Rossi.

Fatto sta che per motivi ancora ignoti non si è capita la causa della caduta che ha portato il pilota a tagliare la strada ad altri due piloti, tra cui Rossi e ad essere letteralmente travolto, le immagini hanno fatto il giro del mondo, purtroppo le telecamere per diritto di cronaca (trovo che ormai i giornalisti siano solo degli avvoltoi) hanno ripreso da più angolazioni la scena e le hanno riversate in tutte le case del mondo. Si è visto Simoncelli cadere (è rimasto praticamente sotto la sua moto), venir colpito dalle due moto che lo seguivano, il casco che è volato via e le moto a terra, solo Rossi è rimasto in sella.

Il pilota è deceduto, credo sul colpo, nonostante l’intervento dei medici, la gara è stata annullata e sono circolate voci su un possibile ritiro di Rossi perchè shoccato da quanto accaduto. Credo che involontariamente sia stato causa della frattura al collo di Simoncelli e alla perdita del casco del pilota, involontariamente perchè non poteva evitare l’impatto, lo spazio e la velocità giocavano a sfavore di tutti.

In questi giorni molti lo hanno ricordato, un ragazzo di 24 anni che muore è sempre un dramma, solo Agostini ha ricordato che correre in moto (ma anche altri sport sono pericolosi) non è come lavorare in ufficio o fare il farmacista, quando ci si mette il casco bisogna essere realisti e capire che una semplice caduta può avere conseguenze molto gravi come quelle che negli anni sono accadute durante le gare. Da un’intervista di Simoncelli sembra che anche lui ne fosse più che a conoscenza e non sembrava ignorare i rischi.

Simoncelli ha rischiato più volte, nonostante ora tutti lo piangano, infatti ha più volte innescato incidenti perchè non accettava di stare dietro o di non avere quel pelo in più per battere l’avversario, addirittura era arrivato in griglia con la scorta perchè aveva paura di essere malmenato, quindi si un possibile talento, ma forse un po’ testa calda, ma forse nell’ambiente delle moto bisogna essere così per andare avanti.

Io però noto una pressione notevole a cui sono sottoposti gli sportivi in genere, si è partiti con gli sciatori con tempi e velocità folli, per passare alle auto (Mika Häkkinen si era ritirato proprio a causa dello stress e le pressioni del team), al nuoto (la Pellegrini si è sentita male per un attacco di panico per le pressioni e i ritmi imposti nel periodo delle gare) e così via, fino a quando qualcuno fa un errore che può costargli un buon piazzamento o anche la vita, insomma forse sarebbe il caso di finirla con tutta questa pressione, basta con tempi presi al millesimo di secondo, oggi un altro sportivo non c’è più e forse la colpa non era tutta delle gomme, della moto, dell’elettronica, forse la colpa è anche chi sta dietro agli atleti, che li pompano, li esaltano e probabilmente li stressano se i risultati non sono quelli previsti.

Ott
19

Windows Live: creare un nuovo gruppo di utenti

Categoria The Scrat's Lair

In Windows Vista è comparso il client di posta elettronica Windows Mail, sostituendo il programma Outlook Express. La sostituzione ha comportato una modifica della gestione dei contatti memorizzati sul computer, infatti nella cartella principale dell’account è stata creta una nuova cartella “Contatti” e ora non è più il client di posta a gestire gli account ma bensì Windows direttamente. Il problema è che sembra non essere possibile creare i gruppi di e-mail per inviare a gruppi di persone le e-mail in modo da non impazzire scegliendoli uno per uno.

La cosa non è del tutto vera, infatti per far comparire il comando “Nuovo gruppo di contatti” sulla barra della finestra “Contatti”.

Per prima cosa creiamo una nuova cartella all’interno di “Contatti” con un nome a nostra scelta, poi clicchiamo con il pulsante destro del mouse sulla cartella e scegliamo “Personalizza”, quindi spostiamoci sulla linguetta “Personalizza” e scegliamo dal menu a tendina “contatti” e applicare la modifica. Si consiglia di aggiungere la spunta alla voce "Applica il modello anche alle sottocartelle".

Ora andando all’interno della cartella creata all’interno di “Contatti” comparirà la voce “Nuovo gruppo contatti”.

Ott
10

Che noia i programmi ministeriali

Categoria Pensieri

Alle volte il mio lavoro può essere veramente noioso e ripetitivo! Ultimamente mi sto picchiando con il programma Dori, ideato dal Ministero dei Trasporti per chi deve chiedere il rinnovo delle concessioni demaniali e purtroppo (ovviamente) il programma è veramente fastidioso, ripetitivo e poco amichevole, non parliamo delle istruzioni che vengono fornite unitamente al programma. Per fortuna c’è un architetto dell’Autorità Portuale di Genova che è molto disponibile e cerca di far fronte alle migliaia di richieste di aiuto dei tecnici che si trovano a passare alcune ore in comagnai di un programma folle.

Per fortuna una delle due pratiche era abbastanza semplice e quindi è andata abbastanza liscia, ma poi è arrivata la seconda pratica che è piuttosto complessa a causa della varietà dei manufatti presenti all’interno del porto.

Purtroppo ho a che fare per lavoro con altri programmi ideati dallo Stato e sembra che siano tutti collegati da un unico filo conduttore, l’incomprensibilità e la difficoltà di capire cosa e come fornire i dati, picchiandosi alle volte con messaggi di errore non sempre comprensibili.

Nei prossimi giorni spero di completare anche la seconda pratica e di consegnarla all’ufficio in modo da pensare a qualcos’altro. Torno alla compilazione, che noia!

Ott
06

Steve Jobs – 1955-2011

Categoria Vario

Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata.

Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.

La prima storia è sull’unire i puntini.

Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato? E’ cominciato tutto prima che nascessi.

Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all’ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?” Loro risposero: “Certamente“.

Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Poi accettò di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college. Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi.

Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all’epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso.

Nell’attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti. Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare.

Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l’unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo.

Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così.

Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato. Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita.

Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità.

Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno.

Certamente all’epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all’indietro. Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia è a proposito dell’amore e della perdita. Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Woz e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in 10 anni Apple è cresciuta da un’azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato. Come si fa a venir licenziati dall’azienda che hai creato? Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, il Board dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa. Non ho saputo davvero cosa fare per alcun imesi. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L’evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato di un bit questa cosa. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo. Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creatvi della mia vita. Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT e poi un’altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. In un significativo susseguirsi degli eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia. Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. E’ stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere realimente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

La mia terza storia è a proposto della morte. Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione“. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?“. E ogni qualvolta la risposta è “no” per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato. Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire – semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore. Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi “addio“. Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi è arrivata la biopsia, cioè il risultato dell’analisi effettuata infilando un endoscopio giù per la mia gola, attraverso lo stomaco sino agli intestini per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie – che era là – mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perché è saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico. Ho fatto l’intervento chirurgico e adesso sto bene. Questa è stata la volta in cui sono andato più vicino alla morte e spero che sia anche la più vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po’ più di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi: Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità. Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario. Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E’ stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E’ stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fato con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E’ stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni. Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.“, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi. Stay Hungry. Stay Foolish. Grazie a tutti.

Steve Jobs (24 Febbraio 1955 – 05 Ottobre 2011)