Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Mag
27

Prostituzione

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

Titolo forte, lo so, ma è da tempo che ci penso e sostengo il mio pensiero, con questo non è che intendo darmi al meretricio o simili attività, sia chiaro.

Lo sfruttamento della prostituzione è deplorevole, costringere una persona a fare un qualcosa che non intende fare è deplorevole e va stigmatizzato e combattuto, dall’altra parte però ci sono molte persone (uomini e donne) che decidono autonomamente e volontariamente di diventare sex worker e su tale scelta non ci trovo nulla di male, personalmente essendo libertario ritengo che ognuno possa fare quello che preferisce fino a quando non lede la libertà altrui.

Il meretricio è il mestiere più vecchio del mondo e non sarà mai estirpato, potrà essere nascosto al massimo, ma domanda ed offerta esistono e nessuna legge o Stato potrà fermarlo.

La Legge Merlin ha di fatto chiuso le case chiuse ma ha ottenuto come risultato che le donne che vi lavoravano sono finite in strada, se prima erano sfruttate dentro tali attività dopo sono state sfruttate dalla criminalità o comunque ci si è trovate zone con donne (e non solo) ai lati delle strade con falò notturni e tutto quello che ne concerne ed è venuto meno il controllo che lo Stato faceva per la salute pubblica con ovvio rischio di spandimento di malattie più o meno gravi e pericolose.

In una nazione civile riterrei che sarebbe il caso di normare la prostituzione, come peraltro hanno fatto nella civilissima e sede dell’Europa in Bruxelles dove esiste, come in Amsterdam, il quartiere a luci rosse, o come ha fatto la Svizzera, insomma non ci si nasconde dietro un dito ed il perbenismo.

Nell’ultimo periodo ho avuto due cantieri nel centro storico di Genova, poco distanti dalla sede del Sindaco, quindi direi zona frequentata e teoricamente controllata, dove molte abitazioni sono diventate AirB&B, pochi residenti e un buon numero di professioniste del sesso, con conseguente via vai di clienti.

Penso inoltre che la chiesa si è sempre schierata contro tale pratica e ha sempre stigmatizzato lo sfruttamento della donna in tal senso, peccato che la Curia di Genova sia, dopo quella di Roma, quella più ricca in termine di lasciti ed immobili proprio nel centro storico. Esiste una zona chiamata “il ghetto” dove vi sono “i bassi” locali al piano terreno che hanno più o meno sempre ospitato le prostitute e che tutt’ora utilizzano pagando un affitto, affitto che guarda caso va alla Curia. Non è sfruttamento? Indiretto si ma sempre sfruttamento vista l’origine dei denari. Ma pecunia non olet ovviamente.

Se ci pensiamo freddamente ogni tipo di lavoro è una sorta di prostituzione, che sia fisica o intellettuale, una persona viene pagata per svolgere una attività da un altro soggetto, pertanto non capisco la ritrosia a voler normare e regolamentare un qualcosa che potrebbe anche generare un profitto per le casse dello Stato sempre affamate.

Come sempre siamo legati ai benpensanti e alla volontà della Chiesa ma non ragioniamo freddamente sulle cose e rimaniamo a metà del guado, con problemi e mezze soluzioni o facendo finta che il problema non esista. Resto perplesso.

  1. camu ha scritto,

    Ed anche qui mi trovi d’accordo al 100%. La famigerata legge Merlin sperava di cancellare con un colpo di spugna il fenomeno in Italia, ma il proibizionismo non ha mai funzionato. Non funzionò per gli alcolici nell’America degli anni ’20, non funziona adesso per la cannabis, specialmente quando il tabacco e gli alcolici non sono più soggetti alle stesse restrizioni. Regolamentare questi “vizi” della natura umana è l’unica soluzione giusta, specialmente nel mondo odierno, in cui la piaga dei problemi psicologici spinge sempre più persone verso questi “vizi”, pur di trovare un po’ di sollievo. Senz’ombra di dubbio, come società dovremmo far di più per aiutare queste persone che si rifugiano nell’alcol, nel sesso o nelle droghe, per fuggire dai loro fantasmi. Ma non è che se proibiamo questi “vizi”, allora magicamente tutto si risolve! Alla fine è solo un modo per sentirci a posto con la coscienza, e per far contenta la Chiesa cattolica. Sfortunatamente, nell’era dei talebani del politicamente corretto, la regolamentazione di questo fenomeno è tutt’altro che possibile: i perbenisti alzerebbero un polverone tale da far cadere qualsiasi governo si facesse avanti in tal senso. Non c’è via d’uscita, siamo intrappolati in una società che non ci piace.

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  2. Piero_TM_R ha scritto,

    I vizi sono difficilissimi da estirpare, danno soddisfazione immediata e appagano sotto molti aspetti, basta vedere il semplice fumare, ad esempio mia madre fuma da una vita, poche sigarette al giorno, solo con un minimo di sforzo smetterebbe facilmente, non è dipendente dalla nicotina se non in minima parte, ma la gestualità del fumare, il collegamento ad un momento di quiete e altri aspetti non aiutano.
    Come affermi tu, proibire non ha mai prodotto gli effetti sperati, anzi solitamente il “brivido” del fare qualcosa di proibito spinge le persone a provare quel qualcosa. Regolamentare e non nascondere la testa sotto la sabbia sarebbe meglio, non è cedere le armi, solo prendere coscienza che vi sono cose che sono parte dell’essere umano e leggi, opinioni o coscienza sono inutili e forzare la mano potrebbe avere risultati imprevedibili.
    Come sempre sono colpito per questa nostra sincronia dei pensieri vista la distanza fisica e la non conoscenza reciproca di persona!

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