Chi informa i giornalisti che le.montagne, come altre cose nel mondo sono in continua evoluzione? Magari lentamente, ma tutto si sposta, sale, scende e via discorrendo…
Notizie non notizie utili solo per riempire il mondo di cose inutili.
Probabilmente molti hanno in tasca la nuova carta d’identità e credo che sia noto il fatto che essendo del tipo elettronico (al suo interno c’è un chip NFC) permette alcune azioni come accedere ai siti della pubblica amministrazione.
Altra funzione è quella di poter firmare documenti in formato P7M. Purtroppo però la firma in tale formato ha delle mancanze.
Tempo fa, dopo essermi picchiato con il telefono sono riuscito a firmare un file PDF/A per inviarlo su di un portale comunale, operazioni mai andata a buon fine e senza messaggi di errore da parte del sistema informatico, solo una pagina bianca, alla fine ho usato la forma digitale normale.
Oggi ho ritentato con il sito del catasto e ho firmato un file XML, caricato sul portale dell’agenzia è venuto fuori che il file era stato scartato, aperto il messaggio di errore viene fuori che la forma apposta non risponde ai dettami normativi o meglio l’autorità che ha emesso il certificato non è attendibile (!!!) pertanto non ci si fa nulla.
Tolto che sarebbe stato molto comodo avere sempre disponibile una firma digitale per ogni evenienza, a me sarebbe stato utile per lavoro essendo spesso fuori ufficio, mi domando perché lo stato abbia creato un sistema che poi non è compatibile con le relative normative e pertanto risulta essere monca e poco fruibile dai cittadini.
In questi mesi, regione per regione, è stato testato il sistema IT-Alert (leggetevi il sito istituzionale dedicato, non è mia intenzione e non credo di averne le competenze per spiegarne il funzionamento in toto) e come programmato il 27 settembre alle ore 12.00 il telefono ha mostrato la notifica e ha iniziato al suonare, tutto nella norma, ero al telefono del lavoro e sulle prime non avevo capito cosa stesse suonando poi ho visto lo schermo del mio secondo telefono acceso e mi sono ricordato del test (in realtà non avevo nemmeno notato che erano le 12.00).
Tolta la prova, che direi essere stata correttamente eseguita (però se si è al telefono, almeno al sottoscritto, la notifica non arriva), ho anche compilato il questionario sul sito istituzionale, mi sembra corretto collaborare e fornire un riscontro a chi ci sta lavorando, ma ho sentito esserci delle polemiche e disinformazione su come funziona il sistema.
La prima notizia, falsa, è che la Protezione Civile avrebbe i dati ed i numeri di telefono di tutti i cittadini, pertanto violazione della privacy! Ovviamente chi sostiene questa fantasiosa teoria è quantomeno ignorante su come funziona il sistema cell broadcast. Chi come me ha giocherellato con tutte le impostazioni dei vecchi cellulari (all’epoca il mio primo telefono è stato un Nokia 2110) ha sicuramente attivato il cell broadcast, all’epoca dava solo informazioni sulla città o provincia in cui si era, consumava un po’ di batteria ma piaceva, poi finito l’effetto wow lo si disattivava.
Ecco il sistema per comunicare è quello, non serve iscriversi, scaricare app o fornire dati alla Protezione Civile, bensì in caso di allarme in una determinata area, il messaggio verrà inviato attraverso le reti cellulari a tutti i telefoni ad esso connesse, senza distinzione di operatore, regione o stato di residenza e via dicendo!
C’è chi ha detto online, per non fornire informazioni alla Protezione Civile, di disattivare dalle impostazioni (ove presente) i messaggi IT-Alert e simili, peccato che il cell broadcast continui a funzionare perchè informazione della rete cellulare! Altra informazione completamente errata.
E’ infine circolato che si debba attivare la geolocalizzazione, a che pro? Il sistema funziona sull’antenna dell’operatore ove si è connessi, non c’entra nulla la geolocalizzazione!
Ritengo che in larga parte i complottisti siano mal informati e facciano a loro volta disinformazione, basterebbe fare una ricerca e avere coscienza di quello che si afferma. Magari poi sono quelli che mettono sui social ogni loro spostamento e mettono in chiaro dati sensibili ed alla mercé di chiunque!
È da circa una settimana che in TV gira lo spot della catena Esselunga, due minuti molto emotivi e poco sul noto supermercato.
Non entro nella descrizione delle immagini, a mio parere molto ben girate, sicuramente online lo so trova facilmente, anche perché dalla messa in onda c’è stata una levata di scudi contrapposti.
Nello spot viene presa in considerazione la posizione di una bambina con genitori separati e mette in secondo piano i genitori.
La bimba, con una bugia bianca, cerca di sistemare il rapporto dei genitori (separati o divorziati), nello spot si nota la bambina osservare due genitori insieme con il figlio per strada e lei sembra avere l’aria triste.
Capisco poco, molto poco, i detrattori che hanno addirittura lamentato di alimentare l’ideale della famiglia non progressista ma più simile a quella dipinta degli spot del Mulino Bianco. Posso essere in disaccordo con questa visione?
Da figlio cresciuto in una famiglia dove purtroppo il litigio era dietro l’angolo e ho sempre definito il clima domestico simile a quello di Sarajevo durante la guerra della Jugoslavia, ammetto che all’epoca avrei voluto una famiglia tranquilla.
Chi critica probabilmente ha vissuto o vive una famiglia con contrasti e liti quotidiani.
Oggi come oggi noto una scarsa propensione a sistemare le cose, che siano rapporti od oggetti, più facile gettare tutto e sostituire. I rapporti umani non sono semplici ed il matrimonio è una rinuncia per entrambi.
I figli l’arrivo dei figli, con tutte le cose positive, tendono ad accentuare alcune divergenze ed acuire alcuni aspetti negativi ed aggiungono stress nel rapporto di coppia. C’è chi ha definito l’arrivo di un figlio come l’esplosione di una bomba atomica.
Da persona abituata a risolvere i problemi dei clienti e la mia propensione a riparare cerco di avere in generale un rapporto equilibrato in generale, non dico sia facile, ma se alle prime difficoltà mollo tutto difficilmente troverò una stabilità.
In sostanza, lo spot, al di là di chi lo ha commissionato, mi è piaciuto, bello il messaggio e bello aver preso in considerazione il punto di vista di una figlia, cosa che nelle separazioni non credo sia molto evidente, i figli soffrono liti e separazioni, la sofferenza non passa facilmente se non crescendo, ma influenza negativamente.
Basta fare polemiche dove non c’è necessità ed occupiamoci di salvare i rapporti senza fuggire all’arrivo della prima nuvola di pioggia.
Settimana scorsa su uno dei canali Mediaset è andato in onda il film Beverly Cops 2. Film degli anni ’80 e figlio di un’epoca passata.
Nel film oltre ad Eddy Murphy c’era anche l’attrice Brigitte Nielsen che aveva messo in mostra le chilometriche gambe con gonne corte.
Durante la scena del poligono Axel Foley osserva Karla Fry mentre spara e la telecamera indugia sulle gambe dell’attrice piegata in avanti, segue la battuta di Axel “quanto ci metti a depilarti?” E Karla piccata risponde se era una critica, Axel risponde “mi sto offre do di darti una mano”, il tutto condito dalla solita risata di Accolla (voce indimenticabile del doppiaggio italiano e fautore proprio della risata).
Oggi una battuta del genere sarebbe sicuramente stigmatizzata ed ritenuta sessista, non parliamo poi dell’inquadratura volutamente pruriginosa.
Altro film ed altro contesto, Scuola di polizia, il gigantesco Bubba Smith sveglia Mahoney perché vuole imparare a guidare, Mahoney guarda in camera affermando “va bene, tanto dormire è una cosa fa fin*chi!”
Con i tempi attuali una battuta del genere non sarebbe nemmeno pensata, tutti troppo impegnati a non offendere nessuno.
E credo ne esistano altri con contenuti oggi ritenuti discutibili, ma non li ricordo, ma siamo sicuri che il politically correct abbia senso, ok il buon esempio ma trovo la cosa alle volte discutibile. Credo che tornerò sull’argomento, devo solo radunare alcune idee.
Non so se possa interessare a qualcuno, ma se così fosse volevo condividere la nascita mentale dei miei vaneggiamenti.
Un tempo l’idea mi veniva poco prima di dormire, la mente spaziava e alla fine mi ritrovavo a scrivere mentalmente qualcosa. Purtroppo certe idee evaporavano nel momento in cui Morfeo mi prendeva tra le sue braccia e molte cose sono svanite completamente.
Ora solitamente mi ritrovo a scrivere un post durante la colazione, l’unico momento in cui sono solo, eccezion fatta per la gatta, mentre mi bevo il mio latte con caffè mentre distrattamente guardo SKY TG24.
Come sono solito scrivo di getto, difficilmente revisioni cosa ho scritto, forse dovrei, ma correrei il rischio di fare troppe modifiche, ricontrollo giusto se ho fatto errori di battitura o se ho saltato qualche parola (un po’ dopo chi balbetta, a me capita di saltare nella fretta che mi pervade di saltare una parola rimasta solo nella mia testa).
Scritto il post, tolti quelli aggiunti nella giornata, molto rari causa tempi tiranni, programmo l’uscita alle 7.00 di mattina e solitamente a giorni alterni (può capitare che abbia più pensieri da condividere e fissare da qualche parte).
Il tutto è personalmente molto terapeutico anche se le interazioni sono al minimo. Lo faccio probabilmente più per me che per esternare i miei pensieri, forse….
Non so più quando ma tempo addietro mi lamentavo della pochezza di contenuti nei vari siti, la moria dei blog e quella dei forum, innegabile che Facebook e amici hanno contribuito a questo tracollo della rete, pieno di niente e solitamente poco utile.
Un po’ di tempo fa ho notato che spesso quando viene data una notizia, questa avrà un titolo, un sottotitolo Sile al titolo ma di poco più lungo e la prima parte della notizia sarà farcita di cose inutili ed una ulteriore dilatazione del sottititoli senza mai arrivare ad un dunque e lasciando poi poche righe ad una notizia che poteva essere contenuta in una tweet (o come si chiamano ora dopo l’avvento dell’era Musk).
Ma penso che il peggio debba arrivare. L’ultima novità sono gli articoli spezzettati in più parti su di un argomento. Mi riferisco ad esempio agli articoli musicali usciti dopo la notizia della ristampa dell’album In utero dei Nirvana, dopo averne parlato stanno uscendo articoli su Cobain e soci ma frammentati e nettamente nati da un unica intervista a chi orbitava intorno alla nota band.
Insomma, pur di mantenere i lettori su di un sito si cercano mezzucci inutili che personalmente trovo tutt’altro che attraenti. Direi che il web si sta più che inaridendo e spopolando e così facendo a mio parere avrà lo stesso effetto di un accelerante in un incendio, farà molti danni.
L’altro ieri mi sono lamentato della tempesta perfetta del traffico, la situazione è degenerata a causa della congiuntura di allerta meteo, un evento fieristico e la chiusura di una strada, mescolando il tutto la città è rimasta bloccata per gran parte della giornata
Per chi non è di Genova è difficile comprendere il disagio di una città abitata da poco più di 500.000 persone, lunga e stretta, incastrata tra mare e colline.
Molte città hanno forme più pratiche, tendenzialmente circolari e pertanto facilmente hanno strade che permettono di girare intorno alle zone dove sorge il caos. Genova di fatto ha poche strade che la attraversano.
Esiste la così detta sopraelevata, Strada Aldo Moro, che collega di fatto centro e levante cittadino, poi ci sono le varie via Gramsci, Via Milano, Corso Italia, Corso Europa, che semaforo dopo semaforo collegano ponente e levante, infine circonvallazione a monte, rete di strade collinari che portano un po’ ovunque e che collegano parzialmente centro e parte iniziale del ponente cittadino. Poi esistono e due strade per valle che discendono dai quartieri collinari da e verso il centro cittadino.
Esiste l’autostrada ma a causa di cantieri da cinque anni è facile rimanere imbottigliati anche a causa di continui incidenti.
La rete di mezzi pubblici va un po’ ovunque ma ha grossi problemi causa traffico e scarsità di mezzi e rotture. Esiste una metropolitana che dal centro città va verso ponente per poi salire a monte, tagliando fuori uno dei quartieri più popolosi (Sampierdarena) e vari ascensori e cremagliere che funzionano a singhiozzo.
Così ci si sposta con mezzi propri per arrivare a lavorare o per fare le commissioni.
Molte volte sento dire che chi lavora può comodamente prendere i mezzi, vero, se queste persone vanno in una ditta o in un ufficio e vi permangono per otto ore, nulla da obiettare.
Personalmente il mio lavoro, geometra, mi porta a dare continui spostamenti tra cantieri, clienti, uffici e altri appuntamenti, sono arrivato a percorrere anche 150 km in un solo giorno. Solitamente cerco di fare il più degli spostamenti in scooter, più rapido e facile da parcheggiare rispetto all’auto, ma alle volte mi tocca usare la macchina riducendo la quantità di spostamenti dovendo tenere conto del traffico e la ricerca di parcheggi.
Ieri c’è stata la dimostrazione di quanto sia fragile la nostra viabilità, un problema in una zona, anche distante da altri quartieri avrà ripercussioni un po’ ovunque, ricorda la teoria del battito delle ali della farfalla.
Sa tempo si parla di realizzare un tunnel sub-portuale per collegare la zona della Lanterna sino al quartiere della foce, ovviamente facendo pagare il transito. Durata lavori prevista otto anni. In Italia? Sappiamo che poi sorgono problemi di ogni sorta, aumenti di prezzi e ritardi, così sicuramente saranno molti di più. Dal progetto parrebbe non considerare collegamenti con e per il c’è tro città, tagliando fuori una zona parecchio ampia e che costringerà a giri assurdi. In parallelo si parla di abbattere la sopraelevata, nonostante il pensiero contrario dei genovesi.
La strada è si vecchie e consumata, ma assolve ad un cruciale compito di accorciare i tempi di spostamenti in città, negli anni è stata poco considerata per la manutenzione e ora il comune lame ta costi proibitivi per metterla in ordine.
L’abbattimento avrà di riflesso la conseguenza che il traffico in città diventerà ingestibile, inoltre i turisti oggi hanno un comodo e pratico collegamento con la zona del porto antico, dove sono presenti parcheggi e da cui si può partire per visitare in c’è tro storico, domani si troveranno nel traffico caotico di una città già congestionata di suo.
Non ultima la scelta poco felice di ridurre la corsia a mare di Corso Italia per fare posto alla lista ciclabile, per lo più inutilizzata, come le altre fatte in città, che ha ridotto ulteriormente la capacità di assorbimento del traffico.
Mettiamoci anche l’installazione di semafori a distanza di 100 MT (anche meno) tra loro, del tipo non intelligente che diventano rossi quando quello precedente dove ta verde, strade strette e poco spazio in generale.
Insomma, tutta una serie di scelte che hanno e avranno impatto su di una città stretta, incasinata e già di per sé trafficata.