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Brava Alfa Romeo
Categoria GarageIn un mondo in cui buona parte delle auto assomigliano più a dei cellulari su ruote con schermi giganteschi attaccati sui cruscotti ed un tentativo di scimmiottare Tesla per avere plance minimal e comandi touch, Alfa Romeo sembra andare nel senso opposto.
Già Volkswagen è tornata sui propri passi ed è tornata ai tasti fisici dopo che molti utenti si sono lamentati di quelli touch, ritenuti scomodi e poco pratico, ora è il turno della casa del biscione.
A seguito di un’indagine tra i loro utenti è emerso che all’alfista medio non interessano schermi giganti (tipo Mercedes) ma sono interessati al piacere di guida ed alle emozioni che ne derivano.
Per un breve periodo ho guidato una T-Roc di Volkswagen con un sistema infotainment touch e gestione dell’auto fisico. La gestione telefono e radio obbligava a distrarsi per trovare il tasto per compiere una qualsiasi operazione. Tre anni fa in ferie avevo guidato un Peugeot 308, in questo caso tutta la gestione passava dallo schermo tattile ancora meno intuitivo e che mi obbligava a spostare gli occhi dalla strada allo schermo per capire cosa toccare.
Avendo una V40 di Volvo, senza schermi touch o altre amenità, i tasti fisici la fanno da padroni e riesco a trovare i tasti con le dita senza troppi problemi e soprattutto senza distrazioni.
C’è chi dirà che il sistema di Volvo è obsoleto, vero non esiste Android Auto o Apple Car Play, ma la musica dal telefono si sente e la si gestisce (cambio traccia) direttamente dalla plancia, è integrato il navigatore satellitare e posso sempre richiamare a voce l’assistente di Google senza problemi. Ma poi alla guida non mi serve altro se non queste funzioni base, il resto distrae solamente e non aggiunge nulla.
Che sia la volta che le case automobilistiche inizino a togliere certi gingilli inutili e tornino a fare semplicemente auto?
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Bye bye Spotify Premium
Categoria Internet, MusicaDopo piu o meno 3 anni il 24 luglio scorso ho deciso di smettere di pagare l’account premium di Spotify.
Erano due giorni che in rete si leggeva di possibili aumenti nel vecchio continente sull’onda degli aumenti in America e altre parti del mondo.
Il 24 luglio aprendo la app mi trovo una bella notifica che mi informa dell’aumento da € 9,99 ad € 10,99 al mese. Intendiamoci non è l’euro in più che mi pesa ma sono le motivazioni dell’aumento del canone mensile a non andarmi a genio.
Da quanto riporta Wired gli aumenti sono stati dettati per adattarsi alle nuove condizioni di mercato e per “poter portare avanti l’innovazione in condizioni di mercato mutevoli”.
Nell’articolo di Wired viene riportato un estratto della testata Reuters si legge infine che la scelta di aumentare i costi è peraltro legata alle pressioni degli investitori delle società di streaming, decisi ad aumentare la redditività dopo anni trascorsi a dare la precedenza all’aumento della base di utenti.
Ed ecco il motivo della mia decisione, visto che altre piattaforme hanno deciso di aumentare i costi agli utenti, allora invece di giocare a “rubare” gli iscritti andando a mantenere le tariffe basse, si spreme chi è abbonato. Così per volere un Euro in più al mese ne hanno persi 9,99 euro sicuri. Mi piacerebbe che altri facessero altrettanto in forma di protesta per fare capire alle società che non siamo vacche da latte da spremere pensando che non vi siano reazioni.
Mi godrò la musica con la pubblicità e qualche limitazione nell’uso, poco male.
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Osservatorio Astronomico di Genova
Categoria VarioAlcune sere addietro mia moglie mi ha fatto una sorpresa e ha prenotato una serata all’Osservatorio Astronomico posto sulle colline di Genova Sestri Ponente, gestito da amatori e come tale inquadrato.
Parliamo di un osservatorio posto a ridosso della città e gestito interamente da un gruppo di appassionati del cosmo a cui di recente si è aggiunto un planetario (da poco più di un anno).
Scopo della struttura avvicinare altri appassionati al tema astronomia e divulgare le conoscenze maturate dalla sua nascita ad oggi.
Una bellissima esperienza, consigliata a tutti ed in particolare a chi, come me, è curioso e interessato al cosmo e a quello che nasconde.
Per chi intanto volesse imparare qualcosa sulle costellazioni consiglio di installare sul proprio smartphone l’app Skyscanner che grazie ai sensori e camere del proprio telefono mostra in tempo reale le stelle in una sorta di realtà aumentata, ma anche le costellazioni, satelliti e altre informazioni interessanti su cosa si trova al di là della nostra atmosfera.
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Gli organi d’informazione sono leeeeenti
Categoria PensieriÈ da un po’ di tempo che ho notato una particolarità dei telegiornali nazionali e degli organi di stampa, la lentezza nel dare le notizie.
Tralasciando la carta stampata, lenta causa motivazioni tecniche, resto colpito quando i tiggì danno una notizia che in rete è già cosa vecchia da alcuni giorni, per l’esattezza da tre a quattro giorni.
La rete si sa per natura è velocissima e le notizie vengono diffuse con una rapidità sovrumana, le radio riescono più o meno a tenere il passo, ma i telegiornali non riescono, probabilmente a causa della necessità di scalettare le notizie per rimanere nei tempi imposti.
Capisco molte cose, ma andando avanti così anche i telegiornali come i giornali, rischiano di essere dei dinosauri sul cammino dell’estinzione.
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Diritto alla casa
Categoria Pensieri, VarioNon credo di averne mai parlato, in caso contrario vuol dire che inizio a perdere colpi e memoria.
Ogni tanto riemerge pubblicamente il diritto alla casa, oggi come non mai se ne parla a causa del rialzo dei mutui a causa delle manovre della BCE.
Nulla da dire sulla questione che le persone abbiano il diritto ad avere un tetto sopra la propria testa, cosa più che sacrosanta. Ritengo però che vi sia una sottile ma importante differenza.
Il diritto alla casa non vuol dire averla di proprietà. Per molti fattori non tutti possono permettersi l’acquisto di un immobile o se riescono a comprarlo alle volte capita che poi non riescano a mantenerlo a causa delle spese condominiali e così via, portandoli nel tempo a perdere l’immobile perché pignorato e venduto all’asta.
Mi spiego meglio, ci sono soggetti che per varie dinamiche hanno diritto alle case di residenza pubblica, solo che tali immobili sono pochi rispetto al numero di richiedenti e si deve aspettare di salire in graduatoria, poi vi sono soggetti che avendo un reddito maggiore possono locare un immobile, infine c’è chi riesce ad acquistare per sé una casa.
L’acquisto di una casa è un passo importante in generale, il più delle volte si pensa sia meglio comprare che affittare, i costi di questi ultimi non sono più così bassi, ma divenire proprietari espone a spese importanti, oltre il pagamento di un mutuo.
Un capitolo importante sono le spese di amministrazione, se l’edificio ha il riscaldamento c’è realizzato le cifre possono diventare importanti nel corso dell’anno. Poi ci sono le spese impreviste, tolte le spese di lavori all’interno dell’appartamento, lavoro straordinari come riparazioni e lavori straordinari possono esporre i redditi più bassi a problemi di liquidità.
Qua chi compra al posto di affittare non valuta che oltre alla rata del mutuo, magari vicina (ora è difficile) a quella dell’affitto è necessario prevedere spese aggiuntive nel tempo.
Chi affitta paga solo le questo i ordinarie, alcuni consumi (dipende dai contratti), ma non paga le spese straordinarie che sono a carico del proprietario dell’immobile.
Negli anni per lavoro ho visto molti finire con un pignoramento e vendite all’asta per essere finiti con la testa sotto e condomini procedere al recupero delle somme dovute agendo per vie legali.
Insomma il diritto alla casa è intoccabile, ma non è un diritto averla di proprietà se non la si può comprare.
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Sistema di allarme nazionale
Categoria Informazioni, Internet, PensieriAlcuni giorni addietro è stato sperimentato in Emilia Romagna ed in Toscana un nuovo sistema per allertare i cittadini di emergenze di varia natura, sistema gestito dalla Protezione Civile in collaborazione con tutti gli operatori telefonici senza distinzione.
Ormai la stragrande maggioranza di noi ha in tasca uno o più smartphone (ad esempio personalmente ne ho due, uno provato ed uno per il lavoro), quindi perché non utilizzarli per diffondere massivamente informazioni che di fatto possono salvare la vita?
Il sistema è analogo a quello già sperimentato in Inghilterra alcuni messi addietro e funziona con il cell broadcast.
Ovviamente non sono mancate le prime congetture dei cospirazionisti sul fatto che la Protezione Civile abbia i numeri di telefono senza consenso degli utenti, peccato che il sistema di allerta è al di sopra dei numeri di telefono ma comunica con il telefono a prescindere di quest’ultimo. Forse i più maturi ricorderanno che sui vecchi cellulari si poteva attivare proprio il cell broadcast per visualizzare sullo schermo del telefono il nome della città o altre piccole informazioni, ecco questo sistema è stato ammodernato e reso utile.
A margine di tutto ciò mi piace pensare che molti che hanno gridato allo scandalo saranno quelli che sui vari social scrivono ogni singola cosa, si traggano nei luoghi quotidianamente e avranno probabilmente numeri di telefono ed email visibili ai più, in barba alla privacy.
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Il controllo di massa è servito?
Categoria Internet, PensieriIl 7 luglio è stata data notizie la dell’approvazione in Francia di una legge che permetterà alla polizia di monitorare i sospetti di reati attraverso qualsiasi device connesso ad internet.
Vista così non sembra cosa sbagliata, controllare chi delinque non è un problema.
La cosa inquietante è che la polizia avrà accesso a posizione GPS, telecamere, ascolteranno telefonate ed avranno accesso ai contenuti multimediali presenti nella memoria.
Ricorda da molto vicino quanto accadeva nella serie tv Persons of interest, dove attraverso un computer centrale chiamato la macchina i protagonisti potevano controllare qualsiasi cosa con essa ed avere informazioni di ogni genere, il tutto per sventare crimini di vario tipo.
Che sia il preludio di una più grande campagna di sorveglianza che con il tempo si allargherà a macchia d’olio in tutta Europa?
Inoltre è stato dimostrato, con tanto di studi di esperti del settore (era necessario?) che alcuni delinquenti di alto profilo non usano smartphone per comunicare tra loro ma invece vengono impiegati telefoni di vecchia generazione, privi di sistemi attaccabili da programmi spia e difficilmente individuabili sul territorio perché privi di GPS.
Sono curioso di come si comporterà Apple e la sua politica di protezione della privacy dei propri clienti, ricordiamoci che non forniscono sblocchi di smartphone di terroristi e simili, tant’è che l’NSA ha creato un aggeggio che li sblocca in autonomia.
Google invece ha sempre avuto un comportamento più collaborativo per tutti i suoi servizi, pare che insieme ad altre aziende tech americane forniscano accessi illimitati al sistema Prism dell’NSA per incrociare informazioni e dati con accessi privilegiati.
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Maleducazione
Categoria VarioOrmai la maleducazione regna imperante praticamente ovunque ed è ormai socialmente accettabile, purtroppo.
Negli ultimi periodi mi rendo conto, con non poco sconforto, che i maleducati e prepotenti la spuntano sempre su chi invece rispetta le regole ed il prossimo.
Rumori molesti, musiche tenute a volumi fastidiosi, miasmi, barbecue, sporcizia e via discorrendo ormai la fanno da padrona.
Ragazzi lasciati allo sbando armati di bombolette e pennarelli imbrattano muri con scritte insensate, poi si aggiungono i tifosi imbecilli che a supporto della propria squadra si sentono in dovere di riempire ogni spazio con frasi ingiuriose il loro disprezzo per l’altrui squadra.
Padroni di cani che non raccolgono quanto fido deposita su marciapiedi e scale, incuranti del prossimo.
Poi ovviamente c’è chi aiuta tali comportamenti subito pronto a difendere il maleducato di turno, a mo’ di azzeccagarbugli, sbattendosi non poco a fornire motivi e norme per legittimare il maleducato di turno che affumica l’altrui casa grigliando per ore senza porsi la domanda se può dare fastidio al prossimo, oppure più probabilmente se ne strabatte l’anima.
Mi rendo conto che la città dove vivo e dove sono cresciuto non mi va più bene e potessi me ne andrei in un Paese più civile e più propenso a far rispettare le regole.
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Il mugugno, l’usanza più apprezzata dai genovesi
Categoria VarioOltre alla più nota tirchieria, che noi correggiamo in parsimonia, noi genovesi siamo conosciuti per il mugugno.
Cos’è il mugugno? Si può dire che sia il lamentarsi costantemente, solitamente tra sé e sé facendoci assomigliare ad una pentola di fagioli sul fuoco.
Se poi consideriamo che a Genova ed in Liguria poco o nulla ci va bene, il mugugno è servito.
Ad un commento del mio vicino virtuale Camu ho risposto dicendo che il mugugno è gratis, in realtà la mia affermazione non è del tutto corretta, infatti sarebbe il mugugno è libero.
Da dove nasce questa affermazione a noi tanto cara? Dobbiamo risalire alla Genova quale repubblica marinara e i galeoni che salpavano dal porto per ogni luogo all’epoca conosciuta.
I marinai genovesi erano molto apprezzati mugugno a parte, tanto che i capitani non riuscendo ad eliminare il borbottio avevano dei contratti specifici per i nati sotto la lanterna.
Infatti i contratti erano due, quello con paga piena ma senza diritto di aprire bocca e poi quello per i genovesi, meno paga ma libertà di mugugno.
Ecco il perché del detto mugugno libero.