Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Set
24

Che la causa sia il periodo del ‘68???

Categoria Pensieri

Ormai tutti abbiamo sotto il naso il naufragio del bel paese, ogni giorno un problema nuovo si aggiunge a quelli che nessuno ha affrontato e forse nessuno intende affrontare, in più si aggiungono clamorose svendite di aziende, alberghi, squadre, industrie nostrane a gruppi stranieri.

Così l’Italia perde pezzi come una macchina sgangherata e nessuno cerca di capirne il motivo e cerca di porvi rimedio.

Su Facebook (ma anche su Twitter) esiste una persona che veste i panni dell’Onnipotente che alle volte riesce ad essere molto più incisivo e chiaro rispetto a tutti i vari ministri e politici nullafacenti e risponde al nome di Dio (per chi vuole trovarlo il nome del profilo Facebook è Iddio, su Twitter @Iddio) e oggi ha scritto:

IDDIO

e purtroppo mi sa che non ha tutti i torti!

Il 1968 e dintorni è stato un periodo complesso e pieno di novità, con il riconoscimento di determinati diritti da parte degli operai, il periodo delle brigate rosse e degli anni di piombo, stragi, rivolte studentesche e via discorrendo.

Peccato che in mezzo a tutte queste cose si sia passati ad una maglia parecchio larga della scuola e del permissivismo, la nascita probabilmente del buonismo e via discorrendo.

Io all’epoca non ero nato, quindi mi baso su quello che mi è stato raccontato da chi ha vissuto il periodo o da quello che ho visto in televisione (non che il mezzo televisivo sia il migliore per informarsi, ma l’argomento mi è sempre interessato poco, il passato è passato), quindi potrei essermi fatto un’idea sbagliata.

Comunque noto che i più che hanno ceduto le loro aziende, industrie e via discorrendo erano ragazzi proprio in quell’epoca, poi vedo chi amministra le aziende pubbliche e le partecipate dallo Stato, praticamente fallite o che non godono di una buona salute.

La frase che ho riportato è quantomeno realistica, chi è venuto su con una certa ideologia, forte di idee che nel ‘68 potevano sembrare geniali, oggi sono superate e sono divenute tossiche per l’intero paese.

Oggi l’Italia avrebbe necessità di voltare pagina una volta per tutte, resettare tutto e ricominciare a lavorare con attenzione e determinazione, svendere i pezzi dell’Italia ora può salvare determinate situazioni, ma sul lungo periodo, secondo me, non porterà nulla di buono e probabilmente la pagheremo con gli interessi!

A questo punto proviamo a buttare fuori anche i sessantottini inutili e mettiamoli a lavorare senza troppe remore, forse ci faremmo del bene!

Set
11

Quanto c’è di verità nella finzione e viceversa?

Categoria Pensieri

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Da alcune settimane, ma comunque in ritardo, ho scoperto il telefilm “Person of Interest”, ottima serie basata su di un piccolo gruppo di persone che cercano di prevenire crimini di basso livello attraverso le informazioni che un computer fornisce di volta in volta.

Praticamente questo computer, definita “la macchina”, autonomamente incrociando una serie di informazioni (telefonate, email, webcam e via così) decide quali casi hanno necessità di attenzione e di essere bloccati ancor prima che accadano.

La macchina non è altro che un grande fratello che analizza, registra ed elabora tutte le informazioni in maniera da rilevare anomalie ed approfondire le indagini segnalandole a persone addestrate.

L’argomento è più che di attualità, infatti da alcuni mesi il datagate che ha investito l’NSA (National Security Agency) degli USA grazie a Edward Snowden che ha dimostrato come l’agenzia americana ascoltasse e spiasse ignari cittadini sia americani che stranieri (anche l’Italia era sotto controllo) utilizzando un programma di sorveglianza denominato PRISM.

Le similitudini tra il telefilm (nato nel periodo dell’attacco alle torri gemelle e che ne hanno sfruttato l’evento per costruire gran parte della storia) e la realtà sono impressionanti, infatti è stato dimostrato che nella realtà uno stato può spiare chiunque senza troppi problemi.

L’ultima notizia sulla capacità dell’NSA di violare qualsiasi dispositivo è cosa calda, in rete molti siti riportano la notizia che sempre l’agenzia americana abbia la capacità e la possibilità di violare qualsiasi cellulare in commercio, di decodificare dati cifrati e via discorrendo (anche in questo caso la fantasia di alcuni scrittori è arrivata ben prima rispetto alle notizie di fatti reali, uno su tutti Crypto di Dan Brown).

Alle volte viene da chiedersi se chi scrive libri o sceneggiature in realtà abbiamo informazioni reali da chi conosce i fatti e debitamente camuffati possano essere trasformati in storie che il comune cittadino pensa essere pura fantasia.

L’altra idea è quella legata al modo di dire “se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella mostra sotto il naso di tutti”, infatti a forza di parlare di determinate cose le persone alla fine le ignorano.

Resta comunque il fatto che Snowden ha scoperchiato un vaso che l’NSA avrebbe preferito tenere ben nascosto e chiuso al riparo dagli occhi del mondo.

Set
11

Per non dimenticare

Categoria Pensieri

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La follia umana non ha mai confini.

Set
02

Iteroperabilità tra smartphone, occhiali, tablet e orologi di nuova generazione

Categoria Internet, Pensieri

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Si sa, sono abbastanza incuriosito ed affascinato da tutto quello che è tecnologico, pertanto l’avvento dei famosi occhiali multimediali firmati Google mi ha attirato fin dalle prime battute.

Per chi non lo sapesse ormai gli attuali occhiali sono cose da preistoria, i Google Glass promettono di rendere l’esperienza di tutti i giorni migliore ed arricchita di contenuti e possibilità, il tutto sfruttando in parte il proprio smartphone Android.

I Google Glass permettono attualmente di scattare fotografie, registrare video e poche altre funzioni poichè la programmazione delle applicazioni è allo stato embrionale, inoltre la scarsa diffusione, per ora limitata ad un ristretto gruppo di persone che Google ha scelto accuratamente, ne limita per ora le future visioni e possibilità.

Comunque sulla carta un domani con il proprio paio di occhiali 2.0 si potrà condividere contenuti sui social network, leggere la posta, visualizzare contenuti di varia natura, prendere appunti, condividere con altri quello che vediamo, avere informazioni su quello che stiamo guardando (suppongo attraverso qualcosa di simile a Goggle per lo smartphone), avere indicazioni stradali e via così. L’idea non è poi così malvagia.

Il tutto ovviamente appoggiandosi al cellulare ed alla sua connessione alla rete, infatti per ora i Google Glass hanno un problema di durata della batteria e di spazio disponibile, comunque si è solo all’inizio.

Poi stanno nascendo come funghi gli orologi multimediali. Alla vista semplici orologi da polso che via bluetooth, sempre attraverso il cellulare, permettono di mostrare alcune informazioni, come il numero di chi ci sta chiamando e decidere di terminare la chiamata, leggere le email o gli aggiornamenti di Twitter più altre cose.

I tablet poi sono diventati compagni di vita di molte persone. Ammetto che sulle prime ero scettico, sembravano oggetti costosi e poco utili, poi dopo che ne ho avuto uno tra le mani ho capito che possono essere molto utili, tant’è che ad oggi ne uso abitualmente uno come agenda, blocco note, per mostrare le fotografie e i disegni, navigare in rete via wifi, alle volte giocare e comunque come fido braccio destro durante il lavoro.

In ferie già da due anni vedo persone che usano il proprio tablet, sempre se la fotocamera è di buon livello, per fare riprese e fotografie da molti turisti, io lo uso come guida turistica, comodo e pratico da usare, senza dover impazzire con la carta. Probabilmente i tablet diventeranno sempre più comuni, come gli smartphone e manderanno in soffitta i PC portatili, pesanti ed ingombranti da trasportare a confronto di un oggetto più piccolo di un foglio A4 e sottile meno di 1 cm.

Gli smartphone ormai sono onnipresenti, tutti fanno foto con il cellulare, scrivono, leggono, ascoltano musica come se fosse una cosa più che normale, in tasca si ha qualcosa di molto simile ad un PC, semplice da usare e oggi come oggi con costi decisamente contenuti (dipende da cosa si vuole comprare ovviamente).

Ricordo che anni fa Microsoft aveva messo in rete una sua visione del futuro legato alla medicina, con cartelle cliniche multimediali, come le stanze degli ospedali, la possibilità di avere una telemetria personale da condividere online con il proprio dottore direttamente da casa e via così, poi è arrivata PayPal che vuole permettere di pagare qualsiasi cosa utilizzando un dito attraverso le impronte digitali, Visa permette in alcune nazioni di usare il cellulare come carta di credito, ma idee ce ne sono molte altre!

Ricordo anche quando Microsoft, forse correndo troppo avanti rispetto agli altri, aveva presentato Surface, di fatto una sorta di tavolo tattile che permette di visualizzare contenuti di qualsiasi natura, scaricare le fotografie della macchina fotografica digitale semplicemente appoggiandocela sopra sfruttando il bluetooth e permettendo con la stessa modalità di inviarle ad altre periferiche, decisamente interessante ma forse ancora poco compresa come idea ma affascinante e tutto sommato potrebbe essere utile come stazione multimediale per gli alberghi, ristoranti e bar, o comunque in spazi pubblici dove si vuole dare un accesso a contenuti digitali di varia natura (anche a scopo informativo).

Il futuro ormai sarà sempre più digitale e la vita sul web correrà pari passo a quella reale, integrandosi e completandosi e sicuramente fondendosi in un unica cosa.

Ago
30

Il file sharing sta morendo?

Categoria Pensieri

Ogni tanto si risente parlare della lotta alla condivisione illegale dei contenuti digitali (videogiochi, film, musica, libri) e alle manovre che gli stati mettono in campo per limitare l’utilizzo di piattaforme che mettono a disposizione contenuti non sempre legali, ad esempio interventi di offuscamento di domini, sequestri e via discorrendo con processi e multe da capogiro.

Con il tempo comunque sembra che il fenomeno del download selvaggio si sia ridotto ed in alcuni casi ha portato alla quasi scomparsa di certi servizi. Uno su tutti è stato il clamoroso caso di Mega Upload, sequestrato e bloccato, poi si è passati alla guerra a The Pirate Bay che nonostante sia indicato quale maggior nemico dei paladini dei diritti d’autore (è solo il più grande tracker di file torrent del mondo e più che altro ha una marea di utenti che ogni giorno lo utilizzano), i tentativi di affondarlo sono stati quasi tutti vani, infatti con poche semplici mosse il sito torna ad essere disponibile e fruibile da tutti, italiani compresi. Altri servizi sono stati acquistati dalle major per diventare sistemi di distribuzione legale di contenuti, ma hanno avuto poco successo.

Come dicevo il fenomeno sembra essersi fortemente ridimensionato, all’inizio (circa 15-18 anni or sono) con l’avvento della banda larga praticamente chi aveva un computer era anche un pirata che scaricava e condivideva di tutto, un po’ erano ragazzini e un po’ erano adulti.

Il declino di questo mal costume mondiale sinceramente mi sembra più legato alla povertà dei contenuti che già in origine sono poco interessanti, vedasi i vari film che vengono pubblicati, poco interessanti, con cast decisamente scarsi e storie a dir poco discutibili, stessa cosa capita alla musica che con poche eccezioni non ne vale nemmeno la pena di essere ascoltata alla radio, figurarsi doversi sbattere a cercarla e scaricarla dalla rete, dove spesso capita di trovare files di una qualità infima, meglio acquistare la singola traccia in uno dei tanti store online per pochi denari e festa finita.

Poichè i videogiocatori sono stati in parte catturati dal gioco online con le console (richiesti giochi originali pena il ban dell’account dai server e game over), mentre i giocatori casuali si sono orientati sugli smartphone e i tablet che permettono di passare un po’ di tempo in totale relax e giocare anche a videogiochi ben fatti e gratuiti! Poi c’è chi gioca con il PC ma usando Facebook e i relativi giochini (motivo per cui alcune software house hanno deciso di dedicarsi a questo fiorente mercato abbandonando quasi del tutto il mercato dei videogiochi canonici).

Mettiamoci anche i timori di incorrere in sanzioni e problemi a frenare chi magari sarebbe tentato ma non è del tutto convinto.

Mescolando il tutto ecco che il fenomeno del file sharing è in declino, ma questo non vuol dire che le major stanno navigando nell’oro, anzi proprio per scelte di eccessiva regolamentazione (vedasi ad esempio l’ultima novità di Google che potrebbe disabilitare o cancellare gli ebook regolarmente acquistati e presenti sul proprio device se si cambia nazione!) a spingere gli utenti a valutare le proprie mosse e a destinare i propri denari altrove (è una vita che non sento qualcuno dire che ha acquistato un film, solo per portare un esempio).

Ago
29

Poi si parla di digital divide

Categoria Pensieri

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L’Italia riesce sempre ad essere gli ultimi in quasi tutto (siamo ai primi posti per corruzione e delinquenza!). Ho trascorso qualche giorno delle ferie ad Amsterdam e sono rimasto favorevolmente colpito da alcune cose (salvo l’odore di canne che c’era quasi ovunque).

La città è bella ed interessante, comunque non al livello delle nostre città d’arte che non sempre sono tenute alla stessa maniera, in Olanda le strade vengono pulite costantemente ed il verde è tenuto in modo dignitoso, quasi come dalle nostre parti dove il verde è utilizzato come pattumiera.

Tornando all’argomento principale, in Italia si parla da anni di ridurre il così detto digital divide che affligge i cittadini del bel paese. Il digital divide praticamente è l’impossibilità di accedere alla rete attraverso la banda larga se non addirittura essere totalmente tagliati fuori dalla rete (cosa simile per chi non può utilizzare i decoder del DDT per vedere la televisione e deve utilizzare la parabola perchè il segnale televisivo non è sufficientemente potente o comunque con una qualità ottimale per funzionare).

Si è parlato per anni del Wi Max che avrebbe dovuto coprire i territori comunali con una rete estesa (all’incirca 26 km di raggio dall’antenna trasmittente), ma la cosa è morta li, la copertura è limitata e nessuno ne parla più.

Alcuni comuni hanno messo in piedi hot spot gratuiti (accesso regolamentato da iscrizione online) che coprono alcuni punti strategici delle città (piazze o vie principali, edifici pubblici e zone limitrofe) ma con velocità di navigazioni inferiori ai vecchi model 56k che tentano di scaricare un video da YouTube! Provato di persona la rete del Comune di Genova in Piazza De Ferrari, a dir poco agghiacciante!

Poi sono stato in Olanda (ma non è l’unica nazione tecnologicamente avanzata) e sorpresa delle sorprese, la rete wifi è presente quasi ovunque in maniera gratuita.

Esempio pratico, siamo arrivati con l’aereo alle 22.30 e dovevamo cercare il treno per arrivare in centro, provo con il cellulare a cercare una rete wifi ed ecco che la stazione sotterranea dell’aeroporto è coperta dal segnale, accettate le condizioni di utilizzo (nessuna registrazione) ed ecco la rete, per di più veloce! Stessa cosa per la stazione centrale coperta dalla rete wifi.

In giro per la città praticamente quasi tutti i locali (bar, ristoranti e negozi) forniscono un accesso alla rete gratuito, alcuni vogliono che si clicchi su “Mi piace” sulla loro pagina Facebook o lasciare una mail ma i più fanno accedere alla rete senza troppi problemi.

Anche in aeroporto la rete è disponibile ma per sessioni di 30 minuti, comunque la velocità è ottima e la navigazione con cellulare o tablet è abbastanza fluida per l’utilizzo in un ambiente pubblico (di certo è impossibile la navigazione che si farebbe a casa, ma comunque per leggere le email, Twitter e Facebook, anche per cercare un indirizzo è ottima!

Sbarchiamo a Fiumicino (si per tornare a Genova siamo passati da Fiumicino!) ed ecco che l’Italia torna sovrana, nel terminal 1 non esiste una copertura wifi!

Lo Stato ultimamente ha fatto un pasticcio incredibile nel vano tentativo di rendere fruibile il wifi gratuito andando a complicare la questione della tracciabilità di chi si collega (suppongo per timore che hacker e simili utilizzino indebitamente le reti free per i loro scopi) e chiedendo a chi fornisce l’accesso di registrare l’utente e conservare il tutto per eventuali futuri problemi!

Un paio di giorni or sono un amico e collega che si trova ad Edimburgo ha postato su Facebook che addirittura sul pullman c’è il wifi gratuito!

Non ho idea del perchè in nazioni estere sia più facile avere questi servizi che oggi come oggi ai turisti semplificano la vita (anche solo per capire dove ci si trova), mentre in Italia tutto sia complesso, ma forse è dovuto alla presenza di burocrati cervellotici che cercano di complicare la vita a tutti in maniera molto democratica.

Ago
28

Stare sereni

Categoria Pensieri

Purtroppo oggi è il secondo giorno di lavoro! Ferie finite, come al solito sono troppo brevi e passano in un lampo.

Per fortuna sono molto più rilassato di quindici giorni fa, stare un po’ fermo e disintossicarmi da PC e telefono non è stato male.

Ovviamente già ieri sono arrivate le prime rotture di scatole, ma cerco di restare sereno e di pensare che avrò ancora una settimana circa di calma, infatti vedo che molte persone sono ancora in ferie, la città è ancora abbastanza calma e il telefono sta tranquillo. Avrò modo di finire un paio di cose con calma per consegnarle ai primi di settembre ragionandoci un po’ sopra.

Poichè molti pensano che l’anno nuovo sia il 1° di gennaio, io trovo che l’anno nuovo sia dal 1° di settembre, un anno pieno di incognite e novità all’orizzonte, quindi buon proposito per il nuovo anno lavorativo è prendersela con una relativa calma, non come ho fatto fino alla fine di luglio a correre qua e la come un pazzo!

Ci riuscirò? Mah!

Ago
27

Dubbi sulla sicurezza – parte 10

Categoria Pensieri

Se volevo la conferma in questi ultimi mesi l’ho avuta, la sicurezza per come la intende la norma è sconosciuta ed ignorata da una marea di persone, dai committenti che pensano di affidare lavori senza controllare documenti e capacità di chi deve fare il lavoro, ignorata da chi opera nel settore e che deve fare il lavoro e via così!

In primis riscontro quasi quotidianamente che i tecnici che dovrebbero far rispettare le normative in materia di sicurezza dei cantieri, in realtà non hanno idea di cosa devono fare nella pratica e si piegano a chi sostiene che se si rispettano le norme non si lavora più! Quindi cantieri caotici e con gravi mancanze.

Poi ci sono quelli che dovrebbero essere specializzati in un determinato settore e conoscere le proprie normative e se ne fregano allegramente andando ad installare manufatti ed opere in parziale o totale difformità con le norme e quando gli si osserva la questione rispondono che lo sapevano già! Allora perchè lo hai fatto se sai benissimo di aver messo in piedi una cosa non a norma?

In generale ho riscontrato che le imprese cercano di aggirare alcune normative convinte di risparmiare tempo e denaro, peccato che alla fine si trovino anche a pagare multe salate commisurate dagli organi di controllo (capitato alcuni mesi fa), oppure vogliono ignorare completamente ogni normativa, cercando di prendere un lavoro ad un costo ridicolo (dovrebbe essere un campanello d’allarme se il prezzo è parecchio basso rispetto agli altri!) sapendo di non pagare le tasse e i contributi, se non addirittura senza pagare eventuali collaboratori o dipendenti, facendo rischiare ai committenti delle belle grane future.

Ora il governo con il decreto del fare sembra che voglia rivedere alcune cose relative alla sicurezza dei cantieri, infatti pare che per cantieri piccoli (suppongo gli appartamenti e simili) non dovrebbe essere più necessario redigere il piano della sicurezza ma sarà comunque necessario provvedere, se necessario, al coordinamento in fase di esecuzione dei lavori, con sopralluoghi e verbali. Tutto sommato sono d’accordo, infatti trovo che per certe tipologie di cantieri sia tutta carta e tempo sprecato, poichè molte volte il piano rimane in cantiere a prendere polvere (sempre che durante i lavori non finisca gettato) e nessuno si prende la briga di aprirlo e ancora più spesso il cantiere non viene sorvegliato a dovere.

Trovo che però il problema sia sempre alla base, si possono fare norme su norme, snellire, complicare, obbligare, dare multe, arrivare ad arrestare qualcuno, ma se chi lavora non ha ben chiaro cosa deve fare, con corsi obbligatori (non ricordo in che nazione, quando si apre una nuova attività, prima di dare le licenze vengono fatti dei corsi obbligatori a chi ha fatto la richiesta, se non si seguono i corsi non si riceve la licenza) mentre in Italia i corsi sono si obbligatori ma manca un ente che verifichi chi deve fare i corsi (solo noi tecnici abbiamo gli ordini ed i collegi che dovrebbero sorvegliarci e riprenderci), così ci si trova con persone che si inventano di fare un lavoro senza nemmeno sapere cosa deve essere fatto nello specifico, basta andare in camera di commercio ed aprire una posizione senza averne i requisiti!

Purtroppo poi chi cavalca questo buco di normativa sono in particolar modo gli stranieri, con qualche italiano che decide di mettersi in proprio solo sapendo fare il suo lavoro, ignorano le norme più o meno volontariamente, si lamentano se qualcuno gli fa osservazioni e protestano se poi vengono allontanati dai cantieri in malo modo!

Trovo che la normativa dovrebbe diventare si più elastica o comunque più pratica da applicare, ma dovrebbe anche prevedere dei controlli tali volti ad eliminare chi pensa di essere più bello e più furbo!

Ago
26

Lettera aperta al Ministro per l’integrazione

Categoria Pensieri

In Italia se non c’è il tormentone estivo non si sta in pace, quest’anno è toccato al Ministro dell’integrazione a qui rivolgo queste poche righe che rimarranno indifferenti ad uno Stato sordo e cieco!

Caro Ministro, mi permetto di essere diretto e di non usare forme complesse di scrittura come tutto sommato è d’uso nella rete.

Purtroppo non me ne voglia ma capisco poco l’utilità di un ministero per l’integrazione degli immigrati che cerca di piegare i cittadini italiani a voler compiere determinati passi, pertanto capisco poco la Sua figura.

Il mio pensiero è che se una persona migra, per qualsiasi motivo, da una nazione ad un’altra, solitamente è la persona in primo luogo ad informarsi sugli usi e costumi della nazione che lo ospiterà e pertanto si dovrebbe adattare e non il contrario dove sono gli stranieri a dettar legge e ad accampare diritti.

Capisco che alcune persone si siano trovate a dover migrare per forza, ma l’integrazione dovrebbe essere questa e non quella che in Italia si applica, quella dove l’ultimo arrivato ha più diritti di chi è nato nella nazione!

Purtroppo noto con una frequenza allarmante che i Suoi “protetti” (mi passi il termine, non ne trovo altri in questo momento) in alcuni casi delinquono con regolarità, ad esempio i romeni che svaligiavano le casse dei caselli delle autostrade del nordest, oppure il romeno che guidava senza patente e che ha travolto ed ucciso un ragazzino in meridione, o comunque i vari problemi che generano i rom accampati qua e la intorno alle città o anche solo per portare un esempio a me vicino, il mercato clandestino tenuto regolarmente dai nord africani vicino al Porto Antico e che lascia condizioni precarie di igiene della strada e qualche problema con i vigili urbani.

Personalmente non ho mai avuto nulla contro chi emigra per trovare lavoro, rispettare le leggi e vivere civilmente, invece si nota una sempre più marcata apertura dei confini a tutti, con il risultato che i cittadini si stanno spazientendo e rischiano di diventare pericolosi (basti pensare ai roghi nei campi rom che sono stati appiccati negli anni scorsi da facinorosi forse esasperati dalla criminalità che gli zingari si portano dietro, comportamento quasi giustificato come se fosse una loro usanza!).

L’ultima è proprio quella di ignorare le leggi nazionali con provvedimenti ridicoli, mentre se un italiano sbaglia viene immediatamente mazzuolato! Mi riferisco ad un fatto accaduto ad un mio cliente che si è trovato a verificare l’operato di una ditta che però non paga i contributi e pertanto non può ottenere un documento per sbloccare i pagamenti. La ditta è stata allontanata come da prassi, ma la cosa divertente è che per la persona siamo noi (il mio cliente ed io) che abbiamo fatto il nostro dovere!

Trovo ridicolo parlare di integrazione per come è stata intesa da questo Governo e da come praticamente è intesa a livello generale nello Stato, chi viene qua deve integrarsi e non il contrario, se non sta bene cambino nazione.

Firmato

Un contribuente stufo di essere cornuto e mazziato, dovendo anche far buon viso a cattivo gioco.

Ago
09

Ferie… finalmente!!!

Categoria Informazioni

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Forse farò qualche irruzione su Twitter o Facebook, ma non è detto!