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Liftoff! Success
Categoria Vario
Contro ogni pronostico, visti i continui rinvii a causa di problemi tecnici ed atmosferici questa mattina (ora italiana) è partita la missione Artemis 1.
Contro ogni pronostico, visti i continui rinvii a causa di problemi tecnici ed atmosferici questa mattina (ora italiana) è partita la missione Artemis 1.
La giornata è iniziata dormendo piu’ del solito, seconda giornata di ferie, l’allerta meteo divenuta nella giornata di ieri arancione da una iniziale gialla è stata centrata, tuona in lontananza costantemente e piove, non troppo forte ma piove.
Penso al fatto che con mia moglie avremmo preferito andare al mare per rilassarci e invece si resta a casa, probabilmente nel pomeriggio si andrà a comprare qualcosa ma si resta a casa, insomma ci si annoia.
Solita routine di quando si è a casa con la pioggia, si rassetta il letto e mia moglie preparara il pranzo, in televisione un telefilm noioso che si segue distrattamente con il telefono in mano mentre si naviga sui social.
Intorno alle 10.45 il tempo peggiora, piove sempre piu’ forte e i tuoni sono sempre piu’ vicini e forti, chiudiamo le finestre sperando che il meteo migliori con il passare delle ore.
Alle 11.45 circa tuoni e la luce che inizia a “brillare” salta per frazioni di secondo e poi si stabilizza.
Alle 12.10 a mia moglie arriva un WhatsApp da un collega, recita “Tutto bene a Genova?” con allegate tre fotografie, il tempo di scaricarle ed ecco che il ponte sul Polcevera è spezzato a metà, ne manca un intero pezzo!
Ricerca rapida sul web ed ecco la notizia appena battura, il Ponte Morandi è in parte crollato e si sta cercando di capire se vi siano feriti e purtroppo morti.
Accendiamo la TV e su Primocanale è da poco iniziata la diretta del telegiornale, le immagini sono fatte da cittadini che per caso si sono trovati a filmare la grande pioggia mentre il ponte veniva giu’ come un castello di carte, altri dopo lo schianto sono usciti a vedere cosa accadeva, il ponte è in parte mancante, si vedono alcuni camion fermi sul ponte, in altre foto si vedono auto e camion accartocciati nel greto del Polcevera.
Le ore passano, la città è paralizzata, il silenzio è spettrale, rotto solo dagli elicotteri che fanno staffetta tra la zona del crollo e gli ospedali per portare al sicuro i feriti e portare in un luogo sicuro i corpi esanimi.
Le notizie con il passare delle ore non sono migliorate per le persone coinvolte, il numero dei morti è aumentato e le squadre accorse stanno continuando a lavorare senza sosta.
Genova è ferita ed è vicina a tutte le persone coinvolte.
Il nome in questi giorni è noto praticamente a tutti, è la società che pare abbia profilato milioni di profili Facebook e pare abbia addirittura influenzato l’esito delle ultime elezioni occorse nel mondo.
Il sistema per muovere le masse sembra sia stato quello delle fake news, problema che affligge il noto social network da parecchi anni e che sembra difficile da arrestare, nonostante i tentativi dei programmatori.
Le fake news, o bufale per dirla in italiano, sono sempre state presenti al mondo, alle volte sono divertenti (come quelle del Lercio) altre volte confezionate per colpire e discreditare qualcuno. Un tempo si limitavano ad articoli su un certo tipo di carta stampata, poi con la nascita della rete sono diventate virali e rimbalzano da persona a persona con velocità incredile, arrivando all’epoca dei social dove la condivisione è semplice e gli utenti molte volte non verificano il contenuto.
Nonostante la nascita di molti siti che combattono le bufale, come ad esempio Paolo Attivissimo, Bufale.net e soci, l’utente medio non ha voglia di verificare la notizia che sta leggendo e che suona notevolmente strana, anche perchè non riportata da organi di stampa ufficiali, ma bensì è generata da siti internet che hanno poco o nulla a che vedere con la stampa.
La bufala funziona perchè parla alla pancia dell’utente medio e lo spinge a condividerla per renderla virale.
Nonostante le scuse del fondatore di Facebook, Cambridge Analytica ha mostrato il lato peggiore della rete, tutto volto al profitto e a manovrare le masse per scopi non sempre leciti.
Molti, se non tutti, tra utenti che organi di stampa hanno gridato allo scandalo, i dati degli utenti sono sacri e non devono ne possono essere compravvenduti ed essere una fonte di reddito, peccato che non sia così, anzi i così detti big data sono piu’ preziosi che mai. Da alcuni anni il tentativo di molti programmatori è la ricerca predittiva, cioè cercare di anticipare l’utente che sta effettuando le sue ricerche online per fargli trovare, anche prima di una ricerca effettiva, un determinato prodotto basandosi sulle sue ricerche precedenti e comportamenti nel tempo, questa è profilazione, accade attraverso i cookie (altro bel problema che la cookie law ha tentato di chiarire ma che ha creato solo un fastidio all’utente finale), così capita che ad esempio se sto leggendo un articolo su di un prodotto, ad esempio un gimbal per il cellulare, come per magia per giorni o settimane mi ritroverò banner vari su molti siti che riconducono all’acquisto del gimbal in questione.
L’obbiettivo è vendere, ma non solo, se fosse vero il quadro accusatorio che si sta costruendo contro Cambridge Analytica, posso muovere l’opinione pubblica come piu’ mi piace solamente proponendo notizie a favore o contro un determinato partito, uomo politico o evento, il tutto creando notizie false o tendenziose.
Il problema come sempre, comunque, è l’utente finale, molte volte pigro o poco avezzo a verificare quello che vede o sente, lo dice la TV o un sito anche non collegato a Facebook, comunque dev’essere vero! Quindi si fa forza sull’essere umano e la sua semplicità e la notevole attitudine ad essere influenzato quando viene toccato su argomenti a lui cari o che comunque generano una reazione emotiva e alcuni personaggi poco corretti li ssfrutteranno per i loro scopi, tanto è l’utente che ha condiviso ed amplificato le bufale.
Il mondo è fatto da esseri umani, imperfetti e pigri e da alcuni furbi e laboriosi faccendieri al soldo dell’interessato di turno.
Già tempo fa ne avevo parlato di come l’amicizia con l’avvento dei social network il termine amicizia e la sua percezione reale sia stata snaturata andando a sostituire la semplice conoscenza.
In questi giorni invece ho scoperto indirettamente, ma molto da vicino, che l’amicizia è in realtà una cosa effimera che molte volte nella realtà non esiste.
Ho invece e notato come sia molto radicata nelle persone la falsità, di quella più meschina ci possa essere. Mi è capitato di assistere ad un comportamento simile a quello di Giuda o se vogliamo quello di abbracciare una persona per cercare un punto dove piantare il coltello.
Le motivazioni sicuramente sono di tipo “politico” ed opportunistico, ma è comunque dolorosa per chi l’ha subita e anche per chi si è accorto del giochetto che una persona dopo anni, parole spese ed impegno ha subito sentendosi quasi dire di non aver capito alcune cose.
In questi giorni il mio stato d’animo oscilla tra l’amareggiato e l’arrabbiato, ma ho idea che me ne dovrò fare una ragione e mandando giù l’ennesimo boccone amaro.
Negli anni è sentito parlare di amministrazione pubblica digitale, semplificazione delle procedure per ottenere documenti e permessi, riduzione della carta inviata e ricevuta sfruttando le email, ma lo Stato italiano, inteso come amministrazione pubblica in genere, ha fatto tutto ciò solo in parte.
È della settimana scorsa l’avventura di un collega che a seguito di lavoro edili, che prevedono in oggi il deposito della pratica sia in formato digitale che cartaceo, dover ottenere dall’ufficio toponomastica del comune il relativo permesso. Risultato? Dover compilare in doppia copia un modulo e consegnare unitamente alla domanda copia della pratica edilizia, ovviamente su carta!
Poi c’è l’assurdità di dover presentare una copia cartacea del più delle pratiche dopo che si sono inviati file firmati digitalmente! Quindi la tanto sbandierata riduzione della carta non si è attuata.
Anche l’arrivo delle PEC, obbligatorie per aziende, ditte e professionisti, con cui lo Stato avrebbe dovuto comunicare come via preferenziale ma che di fatto continua a preferire le raccomandate e che l’utilizzo è preferito solo da alcuni enti.
Poi leggo sul numero di maggio di Wired un interessantissimo articolo a firma di … che l’Estonia,ex palese dell’Unione Sovietica, è il paese più avanzato nell’amministrazione digitale con una copertura vicina al 100% del territorio e dei cittadini e dove la piattaforma e i dati in essa contenuti sono condivisi tra gli enti che formano lo Stato, quindi il risultato è quello di presentare una sola volta un documento con il risultato di non doverlo ripresentato ad altri.
Il tutto è possibile attraverso una sorta di carta d’identità/smartcard che permette ai cittadini di accedere ai servizi e formare i propri documenti. Sembra fantascienza ma non lo è, questa è la dimostrazione che voler attuare veramente le riforme è possibile e semplificare la vita ai cittadini non è utopia, l’Italia? Resta al palo, osserva, e i politici utilizzano Twitter credendo di essere moderni.
Che le nuove leve sembrino un po’ “stordite” (passatemi il termine) non c’è dubbio, i discorsi che alle volte capto mi fanno accapponare la pelle, ma forse anche la mia generazione agli occhi di chi all’epoca era più grande di me sembrava tale.
Fatto sta che l’instupidimento sembra essere aumentato con l’avvento degli smartphone! Noto ragazzi (ma anche adulti) che camminano per strada con il telefono in mano e gli occhi incollato allo schermo, camminando alle volte come zombie che si muovono a rallentatore ed esponendosi ad eventuali incidenti.
Altro momento è quello della tipica pizzata dove solitamente si parlava e scherzava, mentre ora è solo un continuo digitare sul telefono e mostrarsi l’un l’altro il cellulare per far vedere frasi e foto, il dialogo è morto!
Sarà che usando il telefono per lavoro, quando sono nel tempo libero lo dimentico e lo uso giusto solo per telefonare o in rarissimi casi, se mi annoio, per giocare per qualche minuto, al massimo lo uso per sentire la radio.
Personalmente mi sono sempre considerato un amante della tecnologia, mi piace utilizzarla e difficilmente me ne stacco, però ci sono momenti in cui una bella chiacchierata di persona e non attraverso FB o SkyPE mi fa molto più piacere, la rete e lo smartphone possono essere estensioni da utilizzare per condividere un certo momento con altri o comunque non devono sostituire la realtà.
Ed ecco che dopo aver parlato del secondo Carmageddon sono arrivato al primo. Probabilmente questo gioco ha fatto molto parlare di se, scorretto, violento ma anche molto divertente.
Il gioco nasce per MS-Dos, quindi il salto di generazione è ampio ed il divario tecnologico è incredibile, comunque con pochi accorgimenti il gioco può regalarci ancora qualche ora di svago anche se abbiamo un PC molto recente.
Prima di tutto procuriamoci i seguenti programmi:
Installiamo i primi due programmi, quindi copiamo tutto il contenuto del disco d’installazione del gioco nel disco fisso in una cartella (ad esempio c:\carmainst), quindi lanciamo DosBox.
Ed ecco un ambiente familiare a chi il computer lo usava anni fa. Le istruzioni sono del tutto simili a quelle del vecchio dos con l’aggiunta di alcune istruzioni per la configurazione del sistema.
La versione SVN si differenzia dalla versione classica di DosBox per la presenza di un menu nella parte superiore della finestra del programma, il tutto rende la configurazione molto rapida e semplice.
Comunque al prompt digitare “mount c c:\giochidos” (la cartella può essere differente) e poi mount d “c:\carmainst”, il programma gestirà le due cartelle come se fossero due dischi fissi (volendo possiamo installare il gioco anche direttamente da CD, basta scrivere “mount e f:\ –t crdom”, ovviamente i percorsi possono essere differenti).
Quindi spostiamoci nella cartella di installazione ed installiamo il gioco all’interno della cartella “giochidos”, scegliere l’installazione completa.
Applichiamo la patch 3DFX al gioco.
Cerchiamo il file dosbox.conf dentro la cartella di DosBox, o lanciando il comando “Reset DOSBox mapper” presente nella cartella del menu Start e alla voce “memsize” portiamo il livello a 64, quindi “memsize=64” e salviamo il file. In questo file possiamo anche inserire le istruzioni per eseguire il mount delle varie cartelle in automatico, inoltre si può modificare la risoluzione del gioco e altre cose.
Per sfruttare al massimo nGlide cancellare il file “glide2x.dll” dentro la cartella “win9x-glide2x”.
Ora spostiamoci nella cartella del gioco e lanciamo il file “carm3dfx.bat” e il gioco è fatto!
Con questo tempo è molto zen e mi rilassa l’idea di una pendola che fa questo rumore!