Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Archivio per Maggio, 2015

Mag
29

Fermi agli anni ’80-’90

Categoria Pensieri

Prendo spu to da un mio post su Facebook che è stato commentato e condiviso da amici e colleghi era quello di un collega che mi sento di condividere in pieno, lo Stato e la sua arretratezza tecnologica.

Siamo nell’era in cui tutto è “liquido”, digitalizzare ed in cui le informazioni sono reperibili sempre ed ovunque, anche grazie agli smartphone che non fanno rimpiangere il pc.

Invece lo Stato a più livelli, nonostante le promesse e gli spot elettorali in cui ve Iva promossa la modernizzazione degli enti, nella realtà è rimasto poco distante dagli anni ’90, magari anche ’80.

Prima di tutto serve una premessa per quanto riguarda quantomeno il Comune di Genova, da alcuni mesi è in uno e sperimentazione l’invio delle pratiche attraverso il sito dell’Ente. Funziona male ma comunque c’è un tentativo di entrare nel presente, cercando di ridurre l’uso e lo spreco della carta.

Fatta questa premessa ecco cosa è capitato ad un collega, terminato l’intervento edilizio, per cui ha presentato il progetto online, si è recato all’ufficio toponomastica e gli è stato detto di compilare il modulo consegnato in doppia copia usando la carta carbone (ne esiste ancora?) e di consegnare una copia cartacea del progetto! Carta carbone parte, ma non esiste una legge che obbliga gli enti a cercarsi i documenti quando sono in loro possesso???

Altra follia tutta ligure sono le notifiche preliminari, la Regione Liguria ha messo insieme il sistema SEND, serve ad inviare in automatico alla ASL, dimenticandosi che esiste l’Ispettorato del Lavoro che per un certo periodo non ha avuto modo di prelevare per i dovuti controlli le notifiche. La follia sta nel fatto che una volta inserita la notifica, a cui segue una PEC del sistema per confermare la ricezione del documento, si deve stampare il documento generato, farlo firmate dal committente per conservarla in cantiere o consegnarla i comune.

Terza follia dello Stato, l’Archivio Notarile, che dipende dal Notariato, e che conserva copie dei rogiti dei notai quando vengono meno o vanno in pensione. L’ufficio compila parte dei documenti con la macchina da scrivere, le schede consegnare dai notai devono pervenire all’interno di floppy disk (la cui produzione si è fermata anni fa), non hanno il POS per far pagare gli utenti (lo Stato però ha obbligato liberi professionisti e negozianti ad averlo), vengono purtroppo impiegati programmi nati per DOS (alla faccia della norma che obbliga ad utilizzare in ambienti di lavoro software aggiornati ed aggiornabili) ed infine per dare una copia di un atto si deve attendere una settimana, salvo che non vi siano allegate planimetrie colorate o di dimensioni superiori al formato A3, allora in questo caso si deve pensare di procurarsi carta lucida, righetta e pennino per lucidi.

Arriva infine la tessera sanitaria che ha sostituito il codice fiscale, serve solo per poche cose, ma la tanto sbandierata ricetta digitale per le medicine si è dispersa strada facendo.

Mi domando ma le promesse fatte per svecchiare uno Stato in generale inefficiente e faraginoso che fine hanno fatto? Poi ci si domanda perché gli investitori stanno alla larga dal bel paese!

Mag
22

Uno Stato moderno è possibile?

Categoria Vario

Negli anni è sentito parlare di amministrazione pubblica digitale, semplificazione delle procedure per ottenere documenti e permessi, riduzione della carta inviata e ricevuta sfruttando le email, ma lo Stato italiano, inteso come amministrazione pubblica in genere, ha fatto tutto ciò solo in parte.

È della settimana scorsa l’avventura di un collega che a seguito di lavoro edili, che prevedono in oggi il deposito della pratica sia in formato digitale che cartaceo, dover ottenere dall’ufficio toponomastica del comune il relativo permesso. Risultato? Dover compilare in doppia copia un modulo e consegnare unitamente alla domanda copia della pratica edilizia, ovviamente su carta!

Poi c’è l’assurdità di dover presentare una copia cartacea del più delle pratiche dopo che si sono inviati file firmati digitalmente! Quindi la tanto sbandierata riduzione della carta non si è attuata.

Anche l’arrivo delle PEC, obbligatorie per aziende, ditte e professionisti, con cui lo Stato avrebbe dovuto comunicare come via preferenziale ma che di fatto continua a preferire le raccomandate e che l’utilizzo è preferito solo da alcuni enti.

Poi leggo sul numero di maggio di Wired un interessantissimo articolo a firma di … che l’Estonia,ex palese dell’Unione Sovietica, è il paese più avanzato nell’amministrazione digitale con una copertura vicina al 100% del territorio e dei cittadini e dove la piattaforma e i dati in essa contenuti sono condivisi tra gli enti che formano lo Stato, quindi il risultato è quello di presentare una sola volta un documento con il risultato di non doverlo ripresentato ad altri.

Il tutto è possibile attraverso una sorta di carta d’identità/smartcard che permette ai cittadini di accedere ai servizi e formare i propri documenti. Sembra fantascienza ma non lo è, questa è la dimostrazione che voler attuare veramente le riforme è possibile e semplificare la vita ai cittadini non è utopia, l’Italia? Resta al palo, osserva, e i politici utilizzano Twitter credendo di essere moderni.