Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Mar
21

Barzellette

Categoria Humor by Piero_TM_R

Lettera di una mamma al figlio carabiniere.

Caro figlio, ti scrivo queste poche righe perché tu sappia che ti ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata. Se non la ricevi, fammelo sapere, così te la rimanderò. Scrivo lentamente perché so che tu non sai leggere in fretta. Qualche tempo fa tuo padre ha letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo di abitazione. Allora abbiamo deciso di traslocare un po’ più lontano.

La nuova casa è meravigliosa. C’è una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Proprio ieri ci ho messo dentro il bucato, ho tirato l’acqua e poi il bucato è sparito completamente.

Il tempo qui non è troppo brutto. La settimana scorsa ha piovuto due volte:la prima volta per tre giorni e la seconda per quattro.

A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Piero mi ha detto che spedirtela coi bottoni sarebbe stato molto caro (per via del peso dei bottoni). Allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te li ho messi tutti nella tasca interna.

Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con la macchina: è sceso e ha chiuso di scatto la portiera lasciando dentro le chiavi.

Allora è dovuto rientrare a casa a prendere il secondo mazzo di chiavi, e così anche noi abbiamo potuto scendere dalla macchina.

Se vedi Margherita salutala da parte mia. Se non la vedi, non dirle niente.

La tua mamma che ti vuole tanto bene

P.S.: volevo metterti anche un po’ di soldi, ma avevo già chiuso la busta.

 

La maestra chiede a Gianni:

"Ci sono cinque uccelli appolaiati su un ramo. Se si spara ad uno degli uccelli, quanti ne rimangono?"

Il bambino risponde: "Nessuno, perchè con il rumore dello sparo voleranno via tutti"

La maestra:" Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni."

Allora Gianni dice: "Posso farle io una domanda adesso?"

La maestra: "Va bene"

"Allora, ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano un gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?"

L’insegnante arrosice e risponde: "Suppongo la seconda…quella che ingoia il gelato fino al cono…!!!"

E Gianni:"Beh, la risposta corretta è…QUELLA QUELLA CON LA FEDE, ma mi piace come ragiona…"

 

Due romani si incontrano:
– Come stai ?
– Ma sta bbono va c’ho certi cazzi per il culo ! La gatta m’ha fatto quindici cuccioli: che cazzo ce faccio ? 
– E buttali, no ? 
– Ahò, ma sei n’animale ! Pòre bestie !
– Ma pe’ butta volevo di’ de lascialli lontano da casa, che se troveno da magna’ e da vive. Per esempio: tu abbiti a S. Giovanni, li porti ar fosso de la Marana, vicino ar Tennis Club, e hai risòrto ! 
– Pò èsse ‘na bòna idea ! Te faccio sape! 
Passa un giorno e lo richiama:
– Ahò ! Ma ce credi ? So tornati tutti e 15 a casa stamattina! Come cazzo hanno fatto ! 
– E’ n’istinto ! Nun te preoccupa: portali piu’ lontani, al Quarto Miglio, Via di Tor Carbone, davanti ar centro sportivo !
Passa un giorno e ritelefona all’amico:
– Ahò ! Porca mignotta lurida ‘nfame ! So ritornati a casa, a piedi, da sooooliiiii !
– A mali estremi . Stamme a senti: prendi la Via dei Laghi, imbocca Via Spinabella; appena hai passato lHelio Cabala, prendi il quarto sterrato a destra, fai du’ chilometri e mezzo e becchi le grotte ‘ndo se rifugiavano li nonni durante la guerra, precisamente la settima sul primo dislivello a sinistra, entri, fai 400 metri fino a che mòre drento n’anfratto e li lasci li e te li levi dar cazzo ! ! Chiaro ? 
– Chiarissimo ! Grazie, sei proprio n’amico, sei ! Passano due giorni e mezzo e lo richiama:
– Allora, com’e annàta ? 
– Ma l’anima de li mejo mortacci tua ! ! ! Si nun era pe’ li gatti, cor cazzo che tornavo a casa !

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