Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Nov
28

L’ultima (triste) novità, comperare bambini sul web!

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

Notizia di qualche giorno fa, che ovviamente i tiggì hanno ignorato o che comunque non hanno messo giustamente in risalto! Dire che la notizia è sconcertante ed è parecchio grave, anche se sentendo i genitori adottivi tutto è stato fatto secondo la legge! 😡

25/11/2008 (7:48) – MADRE BIOLOGICA E NUOVI GENITORI SI SONO MESSI D’ACCORRDO IN RETE
Belgio, bambino venduto sul web
Lo scambio è avvenuto in ospedale: un medico forse il complice

Jayden è stato comprato appena nato da una coppia olandese: ora ha 4 mesi
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Jayden, quattro mesi, venduto via Internet per un pugno di euro, cinque o diecimila a quanto pare. I genitori, una coppia di Gand, non se lo potevano permettere, troppe spese in più per dare un fratellino al figlio che già avevano. Così si sono fatti largo nel labirinto della grande rete telematica dove hanno trovato una famiglia olandese disposta a pagare pur di avere un bambino, il loro. Da tempo ci stavano provando, i signori Stegeman, qualcuno aveva persino già estorto loro ventimila euro per nulla. Poi hanno incrociato i due giovani belgi, ventiquattro anni lei e ventidue lui, disperati quanto era necessario per liberarsi del fardello. Hanno pagato e se ne sono tornati nei Paesi Bassi dove, sino a qualche giorno fa, credevano di poter vivere felici e contenti.

Una storia ignobile, neanche la prima del genere che viene allo scoperto nella provincia del Benelux, dove dietro l’apparente calma delle case tutte uguali sembra poter succedere di tutto. Lo scorso anno era salita all’onore delle cronache l’incredibile vicenda di Baby D, il piccolo che aveva tre mamme, visto che quella che lo aveva generato lo aveva poi ceduto – all’insaputa del padre biologico, che ora viveva con un’altra donna – a degli olandesi tranquilli contattati sul web. Ora le Fiandre riemergono protagoniste della cronaca nera per una trama quasi perfetta in cui solo qualche piccolo dettaglio – le tracce lasciate su Internet – hanno finito per tradire chi l’ha ordita.

La portavoce del Tribunale di Gand, Annemie Serlippens, ricostruisce la storia con freddezza, a partire dai problemi finanziari della giovane coppia fiamminga. «Hanno cominciato a elaborare il piano quando la gravidanza era in stato avanzato e non era più possibile abortire», racconta. È a quel punto che è cominciata la caccia al miglior offerente, cosa che risulta essere stata relativamente facile. Poco prima del parto, atteso per luglio, le due coppie si sono accordate, elaborando un piano degno delle più fini menti criminali.

Alle prime doglie la giovane s’è presentata all’Ospedale Jan Palfijn della città belga spacciandosi per olandese e dichiarando le generalità della donna cui aveva deciso di dare il figlio. Una volta messa al mondo la creatura e dimessa dalla struttura sanitaria, ha incontrato i due acquirenti nel parcheggio. Stretta di mano e affare fatto. La neomamma e il neopapà senza scrupoli si sono a quel punto presentati al municipio di Gand dove hanno denunciato la nascita del «loro» primogenito. Nessun problema. Se ne sono tornati tranquillamente a casa, dove hanno raccontato ad amici e parenti che finalmente erano riusciti a concludere l’adozione in Belgio.

Il caso è stato scoperto e denunciato da un giornalista del rotocalco televisivo fiammingo Netwerk e l’inchiesta è scattata. Una volta identificati, i due belgi sono stati ascoltati e rilasciati, mentre è partita una rogatoria internazionale per la coppia olandese che, nel frattempo, ha rilasciato un’intervista accusando un medico e un ginecologo dell’ospedale di esser stati al corrente di quanto accaduto. Paradossale che non possano essere sentiti dagli inquirenti ma possano parlare alla tv. Ma paradossale è tutto il caso. I due compratori di bambini non sono stati incriminati dalle autorità belghe «perché il Tribunale non ha prove del fatto che la madre sia rimasta incinta su richiesta degli olandesi». E il bambino? Resta con i nuovi genitori. In fondo, affermano i magistrati di Gand, «lo stanno crescendo correttamente».

Fonte: La Stampa

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