Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Mag
12

La vita appesa ad un filo

Categoria Pensieri, Vario by Piero_TM_R

Alcuni giorni fa a Genova un operaio è morto cadendo dal tetto della Stazione Marittima andando a rimuovere dei cavi elettrici in conseguenza alla visita del Presidente della Repubblica. Purtroppo l’operaio è caduto poichè era sprovvisto delle necessarie protezioni anticaduta (imbragatura) e perchè non ha voluto aspettare il suo collega. Fatto sta che ha scavalcato un parapetto ed è scivolato.

Fino a poco tempo fa era cosa non rara trovare operai che gironzolavano liberamente su coperture, tetti e cornicioni senza che indossassero imbragature ancorate a qualsivoglia struttura stabile (purtroppo non è raro vederne anche oggi di queste scene da far rabbrividire anche un trapezzista).

Da alcuni mesi in Liguria è entrata in vigore una norma che ha proprio l’obiettivo di limitare i morti sui luoghi di lavoro posizionati in quota e privi di protezioni, quali parapetti, ringhiere, etc. La norma prevede che i progettisti, in caso di manutenzioni alle coperture, producano un’elaborato ai comuni, allegato al progetto, che ne dimostri la messa in sicurezza per mezzo dell’installazione delle “linee vita”.

Le “linee vita” non sono altro che cavi in acciaio (ma anche anelli di ancoraggio) fissati su paletti stabilmente ancorati alla struttura dell’edificio (praticamente si possono installare su qualsiasi tipo di struttura, piana o a falde, in muratura, legno o metallo) a cui l’operaio dovrà attaccarsi con un’imbragatura dotata di un cordino (solitamente sono due e vengono utilizzati alternativamente in caso ci si debba spostare da un punto ad un altro se non collegati tra loro) e che in caso di caduta accidentale lo possano trattenere in maniera da evitarne la caduta nel vuoto.

Come scrivevo alcuni giorni fa, la settimana scorsa sono stato presso la sede della Alpic in Francia, che produce e commercializza i prodotti Vertic, nati proprio per l’esigenza di mettere in sicurezza ogni tipo di edificio ed impianto in maniera semplice ed efficace, trovando soluzioni molto versatili ai vari tipi di edifici che si possono incontrare in tutta Europa ma non solo.

A seguito della visita ho potuto notare come l’Italia sia ancora indietro rispetto ad altre nazioni per la sicurezza degli operai, o meglio, abbiamo una normativa in materia che risale al 1934 (un Regio Decreto) che ha dato vita ad una serie di norme specifiche per ogni lavorazione ed attività, ma che purtroppo, come è normale in Italia, non vengono applicate e fatte rispettare.

Da oggi forse potremo aprire il giornale e non leggere la lunga lista di morti che purtroppo ci sono ogni anno in tutti i settori (non è solo l’edilizia ad essere origine di incidenti talvolta mortali, è solo che tutti abbiamo sotto il naso i cantieri), forse, sempre se chi poi andrà ad operare utilizzerà tutte le accortezze messe a disposizione al fine di farlo tornare a casa dalla propria famiglia.

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