Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Dic
10

L’economia fa l’altalena

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

Negli ultimi tempi è un pensiero che in un modo o nell’altro si aggira tra i miei pensieri, che futuro ci attende?

Come notiamo tutti, l’economia sembra essere impazzita, le industrie mettono le persone in cassa integrazione e denaro ne gira poco. Le voci che girano sono contrastanti, c’è chi dice che il peggio è passato, chi sostiene che l’economia è abbastanza sicura rispetto a quella di altri stati europei, chi professa una batosta ben più grave per il prossimo anno e che quello che è capitato fino ad ora non è nulla in confronto.

In mezzo a tutto questo marasma ci siamo noi piccoli risparmiatori, simili ad una barchetta in mezzo ad un mare in burrasca e non vediamo un porto sicuro dove rifugiarci, guardando con preoccupazione il domani.

In questi mesi mi sono fatto una mia personale (e forse errata) idea di tutto questo caos, che forse poteva essere evitato o comunque arginato sul nascere. La crisi americana non è nata pochi mesi fa, ma è iniziata circa dieci anni fa, con un mercato in crisi con le esportazioni, crisi dell’acciaio ed investimenti che con il tempo si sono rivelati pericolosi e che hanno trascinato il mondo in un gorgo che apparentemente sembra essere senza fine.

Alcuni economisti avevano messo in guardia da questi problemi, ma a quanto pare non sono stati ascoltati, magari dopo essere stati additati come menagrami e paranoici.

Una bella spinta allo scivolone che ci ha fatto finire con il sedere in terra, secondo me, è stato portare all’estero (Cina in prima fila) le catene e dare in appalto l’assemblaggio e/o realizzazione di un prodotto. Così facendo abbiamo arricchito questi stati e noi abbiamo tagliato posti di lavoro, massimizzando i profitti (unico vero interesse dei nuovi industriali), questo sistema era stato anche preso in giro dalla serie di cartoni animati “I Simpson”, in cui veniva messo in evidenza il rischio dell’appalto e lo si ridicolizzava.

Le industrie dal loro canto non sembrano essersi ancora accorte che con questo sistema di scatole cinesi, non stanno facendo la cosa giusta, i prodotti, anche a fronte di un prezzo molto alto, non hanno un livello di qualità sufficiente per convincere le persone, e dovrebbero incominciare a porsi delle domande. Prima cosa che dovrebbe cambiare è la formulazione del prezzo di vendita, non dovrebbero domandarsi “quanto è disposto a spendere un individuo per avere questo oggetto?”, ma domandarsi “quanto mi è costato produrre questo oggetto?” così da fare il giusto ricarico e riuscire a proporre un prezzo ragionato (la Apple è la dimostrazione che il prezzo finale è ben distante dal costo di produzione).

Gli stati stanno cercando di arginare un’emorragia che rischia di far crollare definitivamente tutti in un baratro da cui alzarsi potrebbe non essere così facile, ma si ha l’idea che gli aiuti saranno come un’aspirina somministrata ad una persona gravemente malata, male non gli fa ma serve a poco o nulla. Forse, dopo aver rivisto i tassi dei mutui (troppo alti) si dovrebbe rivedere le tasse (circa il 44% degli incassi) che stanno strozzando tutti e che sono distanti anni luce dal problema e danno l’idea di essere in contro tendenza.

Insomma, invece di dare sicurezza ai cittadini, i dubbi aumentano ad ogni giorno che passa.

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