Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Dic
19

La crisi economica fa capitolare le case automobilistiche

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

Ormai ci stiamo abituando a convivere con la crisi econimica, le borse altalenanti e tutto il resto, augurandoci di venirne fuori limitando i danni al minimo.

In tutto il mondo si sente parlare di ridimensionamenti e tagli ai posti di lavoro, le industrie non vendono e tutto sembra essersi fermato di colpo.

In questi giorni si sono arrivate anche notizie allarmanti dagli sport automobilistici, la Honda non correrà nel mondiale F1 del 2009, la Suzuki ha lasciato i rally e notizia di due giorni fa, la Subaru lascia le gare tra le lacrime del direttore esecutivo della Fuji Heavy Chief Executive, Ikuo Mori.

Inoltre i gruppi storici americani sono in piena burrasca, Ford, Chrysler e General Motors (questi ultimi da anni sull’orlo del baratro), con tagli e ridimensionamenti incredibili. In Europa le case soffrono il momento ma il problema sembra meno sentito, in controtendenza il gruppo Volkswagen che adirittura gode di ottima salute finanziaria, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Porsche e ha visto un sostanzioso rialzo delle azioni quando tutti i mercati perdevano denaro, nonostante abbiano 90.000 auto invendute nei piazzali.

La crisi continua e l’industria, come i governi, non sembra essere in grado di reagire. Personalmente trovo che parte del danno sia dovuto a tasse troppo alte (i cattivi ragazzi dello Zoo di 105 continuano a sostenere che lo Stato obbliga le persone ad evadere per sopravvivere) e prezzi eccessivamente alti rispetto al vero valore del prodotto.

Io continuo a sostenere quello che ho sempre detto, i produttori non devono formulare il prezzo di un oggetto basandosi su quanto una persona è disposta a pagarlo, ma bensì dovrebbero vedere quanto costa produrre l’oggetto e fare un minimo di ricarico, quale utile d’impresa, ma finchè i marchi sono comandati da azionisti che non hanno altro interesse nel dividendo a fine anno, il sistema non funzionerà mai.

Andando un po’ fuori tema, anche i petrolieri hanno un ruolo di primaria importanza, infatti hanno già tagliato due volte le produzioni di petrolio, così da mantenere il prezzo alto e non aiutare l’economia. Complimenti!

Tutto questo in virtù del Dio denaro che ottenebra i sensi e come una droga non basta mai, anzi se ne vuole sempre di più.

Tempo fa ho incrociato un articolo su “Il Giornale” in cui un giornalista metteva in luce un aspetto che molti hanno tralasciato, la teorica crescita infinita di tutto (industrie, borse, economia, etc.), senza considerare che alla fine tutto prima o poi deve trovare un equilibrio, è la natura a comandare.

Resteremo a vedere cosa fare e per non sapere che fare io mi metto il casco e le cinture di sicurezza per limitare l’eventuale impatto.

  1. jgor ha scritto,

    Il problema è uno solo. La gente non dovrebbe comprare quello che non ritiene un affare.
    Mi spiego compro un oggetto X che per me vale 100, il venditore me lo vende a 200, non lo compro.
    Invece ci troviamo con oggetti trend (tipo iphone) a 400 euro.
    io sono anche un “applofono” e la mela mi piace, ma 400 euro per un telefono non li sborserò.
    ^_^

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  2. Piero_TM_R ha scritto,

    @jgor: Hai centrato il problema in pieno, anch’io mi domando perchè acquistare un iPhone solo per essere alla moda e farsi notare, magari non usando le potenzialità che ha (io opterei per altri telefoni come BlackBerry o HTC Diamond).

    L’altra cosa è questo obbligo al consumo, io acquisto una macchina (o qualsiasi altro oggetto) e dopo poco tempo sono quasi obbligato a cambiarla (le case automobilistiche avevano per la testa che dopo 3 anni si deve cambiare macchina)! Non tenendo conto il prezzo d’acquisto iniziale (non proprio regalato) nonchè l’onere di smaltimento e l’impatto sull’ambiente (già ora si immatricolano circa il doppio delle vetture che vengono demolite).

    Dobbiamo fare un passo in dietro e rivedere questa politica del Dio Denaro. 😐

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