Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Ott
27

Diritto alla disconnessione

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

L’altro giorno discutevo con mia moglie relativamente al fatto di aver diritto alla disconnessione.

L’azienda per cui lavora, da sempre le ha fornito un telefono con un numero aziendale, oltre ad un portatile.

Il primo è acceso dopo l’orario di lavoro e nei fine settimana, ovviamente è configurato per ricevere email e chat di WhatsApp, tra cui quella di gruppo dove vi sono tutti i dipendenti dell’azienda.

Purtroppo capita che arrivino email e messaggi in qualsiasi momento, cosa che sottrae tempo alla famiglia e tende a creare nervosismo e stress a mia moglie che poi si riversa nel privato.

Da libero professionista ho imparato abbastanza presto la necessità di avere due numeri di telefono, uno per il lavoro ed uno privato, per non essere disturbato in orari poco opportuni, infatti ho due telefoni separati e sul numero di lavoro c’è la segreteria telefonica attiva quando lo spengo.

Ho rammentato a mia moglie che ha il sacrosanto diritto alla disconnessione e che personalmente il numero del lavoro deve rimanere spento o comunque non è obbligata a rispondere ad email o messaggi al di fuori del suo orario di lavoro, non ha la reperibilità e se altri colleghi, probabilmente vivono solo per lavorare, decidono di rispondere, fatti loro, non dev’essere la normalità essere presenti e reperibili sempre e comunque!

Ho consigliato a mia moglie di prendere un minimo la distanza dal lavoro e capire che ha una famiglia e le serve un po’ di serenità, ha un suo numero di telefono (che purtroppo al momento dell’assunzione è stato inserito nella chat aziendale e che a mio avviso deve uscirne già da tempo) e può permettersi di spegnere il numero del lavoro.

Porto sempre l’esempio dei chirurghi che vanno in ferie o finiscono il turno, non li trovi e giustamente non si fanno trovare, posso permettermelo io piccolo geometra e può permetterselo mia moglie, tanto non le riconosceranno mai il tempo donato all’azienda e non le faranno un monumento, pertanto si fa quel che si deve e basta. Non mi sembra cattiveria o poca voglia di lavorare, ma se esistono persone che lavorano e basta ( il c.d. Workaholic) non deve obbligare altri a seguire questa insana abitudine.

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