Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Ago
02

Ponte Morandi

Categoria Pensieri by Piero_TM_R

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Il gigante silenzioso

Un post condiviso da Piero (@pierotmr) in data:

Quasi un anno fa il noto Ponte Morandi è passato agli “onori” della cronaca a causa del parziale crollo che ha fatto vittime e danni, spezzando a metà Genova e creando non pochi disagi.

Notizia di ieri pomeriggio, riportata da la quasi totalità delle testate giornalistiche cartacee e televisive, la consegna della relazione dei tre esperti consegnata al GIP dove individuano le problematiche riscontrate che hanno quasi sicuramente fatto collassare la nota pila 9 del ponte in quel maledetto 14 agosto.

In breve è stata riscontrata una carenza di manutenzione e problematiche legate a difetti di realizzazione in fase di costruzione (in soldoni il progetto dell’Ing. Morandi è stato disatteso e quanto indicato non è stato applicato nella sua totalità), così la somma di tutte queste cose ha portato al collasso della struttura (link all’articolo).

La cosa rilevata durante le indagini, e preoccupante, è stata che l’ultimo intervento manutentivo volto ad eliminare i problemi e ridurre l’ossidazione della struttura sono stati eseguiti circa 25 anni fa! Poi si sono fatti interventi più simili a cosmesi (a genova si dicono tapulli!), quindi si è sistemata la parte esterna delle strutture con reti elettrosaldate e intonaci per celare l’effettivo stato della struttura.

Ho sentito con le mie orecchie da persone coinvolte negli accertamenti che gli intonaci della struttura erano in stato precario e semplicemente con le mani si riusciva ad asportane parti dalla struttura senza troppi problemi, sintomo di una carbonatazione del cemento armato in stato avanzato e profondo.

Da genovese non mi sono stupito, personalmente erano anni che andavo dicendo che sarebbe potuto accadere qualcosa e che la struttura era pericolosa, bastava restare in coda sul ponte con il traffico nell’altra carreggiata per percepire vibrazioni abbastanza preoccupanti oltre osservare le torsioni della struttura intervenute dal termine della costruzione e progredite durante gli anni.

Ora tutti si scagliano contro Autostrade per l’Italia e Atlantia (che la controlla), alcuni hanno fatto domande al Ministero dei Trasporti, si sono trovate relazioni e comunicazioni anche del Politecnico di Milano che segnalavano alcune problematiche e necessità di approfondire le indagini per capirne l’effettivo stato. Giusto o sbagliato che sia mi sono posto una domanda che ad oggi non ha una risposta certa.

Poniamo il caso che 10 anni fa si fosse rilevato il problema e fosse emerso il rischio di un crollo o anche una semplice deformazione plastica della struttura che avrebbe reso inutilizzabile l’intero ponte. A questo punto il gestore avrebbe dovuto chiudere il tratto per un effettivo pericolo alla sicurezza. Cosa sarebbe successo in città?

Conoscendo i genovesi sarebbe stata una guerra senza quartiere, già sono nati comitati contro la demolizione del ponte e delle case di Via Porro, quelli che hanno sostenuto (e continuano a sostenere) che il ponte contenesse amianto e altri mille comitati di cittadini che hanno di fatto rallentato gli interventi di demolizione di quanto rimasto in opera. Lo scenario sarebbe stato quello di esperti e pseudo tali che avrebbero spergiurato sulla sicurezza del ponte, come peraltro era capitato tempo addietro in cui il Comune di Genova affermava pubblicamente che il ponte era sicuro e non vi sarebbero stati problemi.

Di fatto quello che stiamo vivendo ora, con una città già problematica a causa della conformazione, con chiusure delle strade della Val Polcevera a seconda degli interventi in corso di esecuzione, ma il tutto diluito dagli iter autorizzativi normali (quindi al 100% burocrazia italiana!!!) per la demolizione e la ricostruzione di un viadotto necessario come l’aria e l’acqua!

In oggi la città soffre delle ripercussioni per la mancanza di circa 2,5 km di strada, con un traffico impazzito a seconda degli orari, auto e camion obbligati a percorrere il raccordo di Novi Ligure per andare da Savona verso Spezia e viceversa, o in alternativa rimanere impastati nelle perenni code tra i caselli di Cornigliano e Genova Ovest, lamentele per l’inquinamento schizzato alle stelle e una gronda che si allontana dall’orizzonte per una miope e stupida volontà di alcuni politici che hanno fatto la propria campagna elettorale contro queste opere, non valutando (o non avendone la capacità di capire) le ripercussioni per la mancata realizzazione. Trovo folle che se arrivo da Milano, per andare a Savona (o viceversa) sia sempre stato obbligato ad arrivare di fatto in prossimità della barriera di Genova Ovest e subire il traffico locale in uscita! Ma anche il solo attraversamento est-ovest e viceversa della regione.

Quindi la domanda è, ma se chi doveva chiudere il ponte per tempo lo avesse fatto come ci saremmo comportati? Avremmo voluto la sua testa additandolo per complottista ed allarmista?

Conclusione, è mancato il coraggio di fare una cosa necessaria per salvare vite umane ma impopolare per non scontrarsi con nessuno. La tristezza emerge pensando che si sarebbero potute salvare delle vite umane chiudendo un pezzo di strada, sapendo benissimo che qualche problema prima o poi si sarebbe presentato.

Lascia un commento