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Chiuso per ferie
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Ebbene si, finalmente sono arrivate anche per me le tanto agognate ferie! Ci si vede tra un paio di settimane (ahimè)!
Buone ferie a tutti!

Ebbene si, finalmente sono arrivate anche per me le tanto agognate ferie! Ci si vede tra un paio di settimane (ahimè)!
Buone ferie a tutti!

Che io sia un videogiocatore non è un mistero ed alcune volte mi è capitato di parlare di alcuni giochi che mi hanno colpito positivamente.
In questi giorni di caldo e di poca voglia di fare sto giocando al nuovo capitolo del noto gioco Far Cry e devo ammetere che mi ha colpito non poco.
C’è da premettere che il gioco non è la prosecuzione del primo titolo, da cui prende in prestito il titolo, ma è una storia totalmente nuova e molto avvincente.
In breve impersoneremo un mercenario mandato in uno sperduto paese africano, dove si sta combattendo una sanguinosa guerra civile, alla ricerca di un tizio chiamato “lo Sciacallo” che rifornisce di armi le due fazioni. Poichè ci ammaleremo di malaria, ci ritroveremo in difficoltà ed aiutati da uno dei due gruppi di rivoltosi.
Come già ci eravamo abituati con il primo Far Cry, potremo seguire differenti percorsi per portare a termine le missioni, quindi potremo giocare di astuzia ed aggirare il nemico, oppure buttarci nella mischia, o ancora pensare di gettare nello scompiglio il nostro avversario incendiando l’erba! Le novità sono molte, infatti avremo missioni principali o secondarie da scegliere a nostro piacimento.
Durante il gioco verremo aiutati da altri personaggi (gli altri 9 da cui abbiamo scelto il nostro personaggio), mercenari anche loro, che ci daranno istruzioni, armi o semplice aiuto in caso ci trovassimo in difficoltà. Altra novità è la possibilità di acquistare o potenziare le armi ed i rifugi, il tutto con diamanti da ricercare durante le nostre scorribande.
Il territorio è praticamente integralmente ispezionabile e ha un’estensione di 50 kmq! Quindi la mappa è molto utile per non perdersi!
La cosa che più mi ha colpito è la velocità del motore grafico (CryEngine) che già aveva stupito anni fa, sia pel la gestione dei personaggi, molto realistici già all’epoca e che ora sono ancora più naturali, ma anche per la semplicità con cui viene gestito un ambiente di notevoli dimensioni e con quantità di oggetti da gestire (piante, edifici, veicoli, rocce, acqua).
Altra cosa di notevole impatto sono tutti gli oggetti con cui si può interagire, dalla riparazione del proprio veicolo, alle superfici.
Il nostro personaggio ovviamente si ferirà e dovremo curarci per non soccombere al nemico, quindi è bene cercare i pacchetti medici e se colpiti gravemente verremo avvertiti dal cambio di colore della visuale.
Le armi trasportabili sono un massimo di quattro, più due serie di granate (dirompenti e molotov), inoltre si dovrà fare attenzione se si raccoglie l’arma di un nemico, molto probabilmente tenderà ad incepparsi tanto più sarà vecchia ed usurata.
Durante i giri per le strade non è detto che ci si possa imbattere in una pattuglia nemica, quindi è bene strare attenti, affrontarli o tentare la fuga.
La storia sembra molto semplice ma con il passare del tempo ed ampliando la conoscenza dei nostri amici troveremo altre notizie ed appofondimenti sulla storia stessa.
Direi che al primo impatto il gioco è molto bello e curato e per nulla pesante (come spesso capita con altri titoli simili che richiedono hardware molto potente!).
Capita molto spesso di rivecere via mail dei files che però non riusciamo a visualizzare o semplicemente a stamparli poichè non siamo in possesso del programma con cui sono stati creati. Per fortuna il web è pieno zeppo di risorse e di servizi gratuiti che possono venirci incontro. Continua a leggere »
In queste sere d’estate, contando i giorni che mi separano dalle ferie (per fortuna più pochi), non trovando nulla d’interessante da vedere alla sera (repliche di cose già replicate alla nausea) ho deciso di vedermi un film di alcuni anni fa di cui ho sentito parlare più di una volta.
Animal house con John Belushi, film comico che ha parecchi anni alle spalle e che ha insegnato a molti ed è stato ispirazione per moltissimi altri film sul genere. Ancora oggi il famoso Toga Party è ancora in uso nei college americani.
Il film si svolge in un college americano e più precisamente in una confraternita al limite della legalità, con problemi di disciplina e che nel giro di pochissimo tempo diventerà l’obiettivo da eliminare.
La prima parte del film è veramente divertente e più di una volta ci si fa una risata, mentre la seconda parte è un po’ sconclusionata e sembra poco legata al resto, fino al massimo della follia con la parata cittadina interrotta dalla confraternita.
Un film poco impegnativo e divertente per queste serate di caldo e noia.
Animal House
Titolo originale: Animal House
Nazione: Usa
Anno: 1978
Genere: Commedia
Durata: 109′
Regia: John Landis
Sito ufficiale:Cast: John Belushi, Tim Matheson, John Vernon, Verna Bloom, Tom Hulce, Cesare Danova, Kevin Bacon
Produzione: Ivan Reitman, Matty Simmons
Distribuzione: Columbia
Data di uscita: 11 Dicembre 2001 (Dvd)Trama:
I membri di un club studentesco di un college americano si divertono facendo scherzi goliardici, giocando con le ragazze e organizzando mega-feste..
Difficilmente sono tipo da sponsorizzare un prodotto, men che meno se il prodotto non mi convince o non sono convinto, ma questo è un caso a parte.
Opera non è solo un semplice browser internet, infatti all’interno di una grafica molto semplice e completamente personalizzabile in tutte le sue parti, si nascondono molte funzioni utili e complete. Vediamo quali.
Premetto che questo post, come gli altri riguardanti i problemi di connessione sono stati scritti alcuni giorni prima della loro pubblicazione.
Finalmente sono tornato pienamente on-line, dire che sono impazzito è dire poco! Le ho tentate tutte, ma proprio tutte e solo alcune ore fa ho iniziato a pensare di formattare il PC per risolvere il problema di connessione che negli ultimi giorni mi ha dato non pochi pensieri.
Prima di cena sono riuscito ad avere une mezz’oretta per controllare il cavo di rete e le relative teste. Stufo ho cambiato le teste con altre nuove e con non poca gioia il portatile collegato al cavo funzionava senza problemi, il fisso invece ha continuato a fare di testa sua.
Ho provato e riprovato all’esasperazione, fino a quando mi sono detto “non è che il firewall (Comodo) ha di nuovo fatto caos (poco tempo fa ha pasticciato con i dati del portatile e mi ha bloccato tutto)?”, lo disabilito e come per magia ecco che internet è ritornata!
Ora ho ripristinato il firewall e funziona tutto, non c’è che dire, i computer sono strani, molto strani!
In questi giorni continuo a picchiarmi con i computer, o meglio con un computer solo, quello che uso per diletto, fin qua nulla di strano se non fosse che dopo una marea di tentativi e prove, tra le quali il rinnovo forzato del numero IP, spostamento del cavo da una porta ethernet all’altra, avvio con due distribuzioni live di Linux (prima Knoppix ed Ubuntu dopo), prove con due portatili sul cavo di rete (Vista ed XP), verifica dei dati nel BIOS, nella macchina, applicati tools per sistemare i problemi al registro, rotto l’anima sul forum di Hardware Upgrade, ringraziando l’utente OUTATIME per l’aiuto e le idee, oggi si è aggiunto un altro ed improvviso problema.
Durante la pausa pranzo ho riprovato l’avvio di Ubuntu, il primo test mi ha lasciato un po’ perplesso, visto che entrambe le schede di rete non davano segni di vita, con sorpresa poco dopo l’avvio vedo che il PC è magicamente connesso, controllato il numero IP e vedendo essere corretto ho pensato che forse il problema potesse essere di Windows XP (strano però non ho modificato/installato/disinstallato nulla ed il PC risulta più pulito che mai).
Allora ricollego il portatile alla LAN e mentre navigo, pensando alla rottura di scatole che è riformattare e backuppare tutti dati, mi crolla la connessione anche qua! Strana come cosa, fino a ieri sera andava che era una meraviglia! Perchè ora sclera pure lui? Spengo tutto e con il nervoso mi allontano dal computer, sto iniziando a capire il pensionato pistolero!
Preso dalla disperazione porto il computer in ufficio, almeno capisco se è veramente Windows/hardware o la rete che stanno andando fuori di testa.
Scollego il PC del lavoro e collego il “malato” e lo avvio, la cosa più divertente è che la scheda di rete integrata non da segni di vita, o meglio fa quello che gli pare, mentre la scheda aggiuntiva si è collegata senza troppi problemi!
Ed ecco il dubbio, il cavo di rete, che inizialmente avevo escluso tra le cause del malfunzionamento della rete (il portatile andava una meraviglia e senza intoppi) torna in gioco. Credo che nei prossimi giorni/settimane, appena ne avrò il tempo e la voglia, mi divertirò a sfilare il cavo di rete vecchio e ne passerò uno nuovo! Sigh!
Il prossimo passo sarà cercare la causa dell’esaurimento della batteria tampone della scheda madre che a cadenze regolari muore e mi resetta il BIOS. Uffa!
Negli anni il “Made in Italy” è diventato molto conosciuto e molto apprezzato nel mondo, sinonimo di qualità e gusto. Come italiano non posso che esserne contento.
E’ notizia di questi giorni che il Ministro Zaia si sia battuto per obbligare i produttori di latte e derivati di apporre un’etichetta chiara, così da far capire alle persone l’origine del prodotto e poter valorizzare quelli integralmente italiani. Direi una lodevole iniziativa, più volte è stato lamentato che i prodotti italiani sono oggetto di contraffazioni, sia dentro i nostri confini quanto al di fuori, con l’apposizione del tricolore, nomi pseudo italiani e così via.
Il Ministro ha più volte lamentato che anche alcuni prodotti italiani, prodotti in Italia, quali i formaggi, vengono si preparati nel nostro paese, ma con latte straniero! Insomma non proprio 100% made in Italy.
Stessa cosa capita alle volte con prodotti non alimentari che vengono etichettati come manifattura italiana, ma poi si viene a scoprire che la materia prima o il prodotto grezzo ne arrivano dall’estero per poi essere rifiniti (nel migliore dei casi) o semplicemente assemblati o etichettati come italiani.
Personalmente io vedrei l’etichettatura “Made in Italy” possibile solo per i prodotti realizzati integralmente in Italia, con prodotti e manifattura italiana, dando così una sorta di certificazione sulla qualità del prodotto. Un esempio che mi viene in mente è stato un servizio di alcuni mesi fa, andata in onda su Rai Tre, dove si parlava delle manifatture cinesi di Prato, che cucivano le borse di Gucci, il cui costo reale era di 25 euro e che in negozio avevano prezzi superiori ai 2.000 euro.