Archivio per la categoria ‘Internet’
Feb
10
Categoria
Internet 
Nella mia testa continuerà a pensarla così, i vari chatbot farciti con l’IA resteranno sempre dei bot, oggi più amichevoli e pratici, ma sempre di bot parliamo, l’intelligenza è quella umana (anche se qualche dubbio anche sul punto resta!).
Comunque la mettiamo un po’ di curiosità per le varie novità c’è, a più riprese ho giochicchiato con le IA che vengono proposte, la prima è stata ChatGPT, poi Copilot (alcune immagini del blog le ho create con lui), poi nell’ordine ho provato la neonata DeepSeek e quasi in parallelo Perplexity e ho fatto la pre-installazione di Grok (usando Opera come browser ho anche fatto piccole prove con Aria ma lascerei perdere).
La mia non vuole essere una recensione, non ho ne le capacità ne una conoscenza approfondita sul tema, sono solo curioso e mi diverto a sperimentare cose nuove. Inoltre non voglio nemmeno parlare della censura applicata a DeppeSeek e alle recenti indiscrezioni sul fatto che i dati vengano inviati allo stato cinese per spiarci, anche perchè non credo che le altre IA non subiscano censure o raccolgano dati per inviarli a qualcuno o comunque renderli disponibili a soggetti terzi.
Sulle prima ChatGPT impressiona chiunque, sembra di parlare con un utente e le informazioni, se si ha coscienza e conoscenza di cosa gli si domanda, non sono poi così inutili, molto comodo per riassumere o fornendogli informazioni crea testi sensati e pratici. Provando altre IA ho notato che ponendo la medesima domanda ChatGPT è molto asciutto e con il tempo rivela di essere un computer. Lo definirei quasi antipatico come approccio, quasi infastidito.
Copilot è molto versatile e piacevole come interazione, il fatto che generi anche immagini in taluni casi me lo fa preferire, le informazioni richieste sono complete e di una corretta lunghezza nella risposta, simpatico che spesso aggiunga anche delle emoticon, lo rendono meno freddo e più giocoso.
Poi tocca a DeepSeek, un fulmine nel generare le risposte, colpisce la padronanza della lingua e della lunghezza delle risposte, similare a Copilot e piacevole come interazione anche nel momento gli si pone una domanda scomoda, cerca di glissare su altro ma senza diventare antipatico o ostile. Se poi pensiamo che in teoria è stato addestrato in una frazione di tempo rispetto agli altri e l’hardware su cui gira è notevolmente inferiore la velocità di elaborazione è incredibile.
Perplexity più che un chatbot è una sorta di motore di ricerca integrato con LLM e chatbot, molto bello il modo con cui espone i concetti, il fatto che fornisca le fonti delle informazioni utilizzate e la possibilità di andare a sostituire Gemini (ne parlo dopo) come assistente (non ho ancora provato l’esperienza) è interessante. Poi il fatto che in realtà integri i vari modelli citati in precedenza lo rende forse più elastico e valorizza i vari aspetti delle IA che impiega, secondo me è quello che potrebbe vincere la scommessa, tant’è che OpenAI ha reso disponibile il suo motore di ricerca basato su ChatGPT perchè a mio avviso integrare le due cose ha più senso che tenerle separate!
Gemini ha un posto d’onore, l’ho installato prima che fosse ufficialmente disponibile sul mio cellulare, ha sostituito quasi da subito l’assistente Google, molto bella l’interazione vocale con il sistema, arrivata poi la funzione Flash e la possibilità di interromperlo parlandogli sopra è grandioso, inoltre finalmente riesce a compiere alcune funzioni con lo schermo spento del telefono lo uso quotidianamente per leggermi le notifiche, rispondere ai messaggi ed avviare alcune app mentre sono in scooter, così non devo fermarmi o distrarmi alla guida, il tutto utilizzando la cuffia Bluetooth del casco.
Sono curioso di provare Grok perchè sembra essere dotato di un approccio più giocoso nella costruzione delle risposte, vedremo quando verrà rilasciato.
Per come la vedo io l’utilità resta relativa ma comunque vincente quando si cercano informazioni e non si ha tempo o voglia di leggersi decine di siti per fare un sunto, integrare il più possibile le peculiarità delle varie IA in una sola sarebbe bello e su questo Perplexity va in questa direzione, vedremo cosa accadrà nel prossimo futuro di una battaglia abbastanza agguerrita.
Feb
05
Categoria
Internet,
Pensieri
Da quando è arrivata (o arrivata? Boh) Deepseek c’è gran fermento nel mondo tech.
La cosa piu sconcertante, tra costi, censura e discorsi relativamente inutili è il tentativo di screditare il competitor cinese che si è fatto notare per la sorprendente reattività della nuova AI e la capacità di risolvere alcuni tipi di problemi.
Se poi il tutto è mosso, a quanto pare, da un hardware più ridotto rispetto a quello di colossi più blasonati e da uno sviluppo di soli sei mesi, il tutto diventa sorprendente, poi ci aggiustiamo che la società cinese ha fornito i sorgenti rendendo il tutto open source è un bel passo avanti.
La Cina ovviamente controlla alcune informazioni ed impedisce per legge che le AI possano usare informazioni non gradite allo stato cinese c’era da aspettarselo, non capisco tutto questo sconcerto.
OpenAI teme sicuramente il nuovo arrivato e viene detto che sono stati copiati ma non presentano causa per violazione di copyright, non capisco visto che così fosse e la possibilità di perdere denari di investimenti è possibile.
La guerra è iniziata e vedremo chi la vince.e
Gen
28
Categoria
Internet,
Pensieri
Sembra che la Cina abbia imparato a fare prodotti di qualità e non solo.
Notizia di questi giorni è una IA di nome DeepSeek nata in oriente e disponibile in tutto il mondo. Fin qua nulla di nuovo, di IA ne abbiamo d’avanzo, quello che ha colpito, a detta degli ideatori, è la richiesta di risorse inferiori rispetto a quelle occidentali, pertanto costi di sviluppo e gestione più contenuti.
Poi ci sono le auto elettriche che tanta paura fanno al mondo automotive dell’Europa, anche qua costi più bassi delle case del vecchio continente.
Insomma la Cina, dopo essere stata usata dall’occidente per produrre praticamente ogni oggetto, tecnologico e non, he abbiamo in casa. Insomma l’occorrente ha giocato di costi irrisori della manodopera (oggi ci indignamo per le condizioni dei lavoratori cinesi), così facendo li abbiamo formati per fare e progettare le cose e ora ci stanno superando.
Su YouTube avevo visto tempo fa un video di un tizio che ha vissuto per motivi di lavoro in Cina nel distretto di Shenzhen, noto per essere l’origine della gran parte della tecnologia. Nel video viene mostrata una stampante di grande formato in grado di imprimere immagini su qualsiasi cosa. In un altro video veniva mostrata una sorta di start-up che ha ideato unodo per riparare i monitor OLED con i pixel bruciati.
Entrambe le tecnologie sono state ideate, ingegnerizzate e costruite in Cina.
Ho idea che l’occidente dovrebbe svegliarsi se vuole competere con una nazione che corre più di noi e e senza troppi sforzi.
Gen
13
Categoria
Internet,
Pensieri Fare un cappello introduttivo non è semplice, poi la mia mente bacata ha partorito per un attimo una sorta di sigla in stile Fox ma con la scritta “A Camu production” con tanto di luci e inconfondibile sigla con tamburi e trombe, ma ritorniamo seri.
Il post sotto riportato non è frutto dei miei pensieri ma bensì è stato concepito, senza maltrattamenti sia ben inteso, dal mio vicino virtuale Camu. Definirei l’autore un po’ come se fosse un mio altr’ego, sono anni che ci scherziamo su ma una sorta di connessione mentale esiste, non mi spiegherei post e pensieri con contenuti similari! L’idea di scambiare i post mi è sembrata subito geniale e ho accolto con entusiasmo l’idea. Spero che altri possano apprezzare l’iniziativa!
In un mondo che sembra correre sempre più veloce, dove l’apparenza spesso prende il sopravvento e i sentimenti sembrano confondersi in un mare di superficialità, viene spontaneo chiedersi: ma l’amore vero esiste ancora? La risposta non è nei grandi gesti spettacolari o nelle dichiarazioni eclatanti, ma nella sincerità dei piccoli momenti quotidiani. È in un abbraccio caldo senza motivo, in una parola di conforto detta al momento giusto, in quel sorriso che ci fa sentire a casa. L’amore vero non ha bisogno di apparire: vive e si nutre della semplicità. Lo troviamo quando ci sediamo a tavola con la famiglia, condividendo una cena e una risata, oppure quando trascorriamo una serata tranquilla con gli amici, senza fretta e senza aspettative, solo per il piacere di stare insieme.
In molte culture occidentali, il predominio dell’individualismo ha plasmato negli ultimi decenni le relazioni personali e sociali, spingendo molti a concentrarsi sulla propria realizzazione, spesso a scapito delle connessioni autentiche con gli altri. Si celebra l’individuo, la sua unicità, ma a volte si finisce per trascurare l’importanza del noi. Le relazioni diventano secondarie rispetto agli obiettivi personali, e il rischio è quello di sentirsi soli anche in mezzo alla folla. In molti paesi orientali, invece, il senso di comunità è il cuore pulsante della vita quotidiana. Qui, la famiglia, gli amici e il gruppo sono pilastri fondamentali, e l’identità personale si intreccia profondamente con il benessere collettivo. L’amore si esprime attraverso il sacrificio, la cura reciproca, e l’armonia che si cerca di preservare all’interno della comunità.
Questo contrasto non è privo di sfumature: mentre l’individualismo occidentale offre spazio alla libertà personale e all’autodeterminazione, il senso di comunità orientale insegna il valore di un’appartenenza che dà significato alla vita. Forse, la risposta alla domanda iniziale sta proprio qui: nel riconciliare questi due approcci. Possiamo imparare a valorizzare i legami autentici senza rinunciare alla nostra identità personale, coltivando relazioni basate sull’amore sincero, sulla comprensione e sul rispetto. Riscoprire l’amore vero significa tornare alle radici, al valore di chi ci è vicino, alla bellezza di un legame che si costruisce giorno dopo giorno. È un invito a bilanciare il me e il noi, trovando nel dialogo tra culture una strada per vivere con maggiore pienezza e autenticità.
Prendiamoci il tempo per guardarci negli occhi, per dirci grazie, per abbracciarci senza fretta. Perché in fondo, l’amore vero è questo: esserci, sempre.
Gen
10
Categoria
Internet,
Pensieri
Molto spesso in un modo o nell’altro si sente parlare molto di intelligenza artificiale in molti ambiti, molti interagiscono con i vari sistemi per testi, immagini, musiche e qualsiasi altra idea che possa balzarci in testa.
Dopo l’iniziale entusiasmo di interagire con un qualcosa di inanimato diventa onestamente noioso, le informazioni alle volte non sono accurate e le risposte cercando di approfondire un argomento diventano ripetitive e scontate (tutti consigliano di fare domande su argomenti conosciuti, allora perchè dovrei fare domande alla IA se so già le risposte? Non capisco io o non sono il solo?).
La cosa drammatica, oltre ad avere alle volte informazioni errate, allucinazioni e altre amenità, il problema è il costo energetico e di inquinamento, dovuto al funzionamento dei server dove girano le IA. Si dice che per generare un’immagine il costo energetico per caricare completamente uno smartphone, quindi non poco. Non oso immaginare per avere video, testi e musica generati dall’IA cosa costino in termini di energia elettrica.
Sembrerebbe che le varie società impegnate nell’IA stiano cercando di convincere alcuni stati per attivare anche delle centrali nucleari per avere l’energia necessaria a far funzionare le farm di server. Il costo ambientare è folle, tenendo conto di quanto abbiano tutti scassato l’anima ad ogni singolo automobilista (e non solo) per l’auto accusata di essere il male del secolo. Peccato che l’ambientalista medio usi anche la tecnologia e penso che il più delle volte ignori i danni arrecati da quest’ultima.
Era girata la notizia che le farm dei server di Meta, Google e Microsoft consumi tanta energia come alcuni stati, pertanto non poco.
Credo che il progresso non sia dannoso, quando utile, ma l’IA mi sembra una bolla al pari degli NFT ed alcune crypto-valute che con il tempo sono scomparse!
Dic
20
Categoria
Internet
Lo SPiD (Sistema Pubblico di identità Digitale) è stata una piccola rivoluzione nella pubblica amministrazione (in uno Stato abituato all’uso di marche da bollo, moduli, firme e timbri), accedere ai siti istituzionali con un unico account, senza doversi registrare ai vari portali, attendere email contenenti link che vengono catturate dai sistemi antispam, se non dover mandare moduli per PEC all’ente che doveva fisicamente attivare l’account, per poi non parlare di doversi ricordare le credenziali di molti siti.
La cosa migliore è che per avere lo SPiD al singolo cittadino non chiede denari, strano ma verissimo, non si paga nulla, ma è proprio così? Non del tutto, in realtà lo Stato italiano paga i vari fornitori di SPiD svariati denari ogni anno, pertanto in realtà tutti (anche chi lo SPiD non lo ha fatto per suoi motivi) stiamo pagando per avere la nostra identità digitale.
Questa è una di quelle mille gabelle, non riconducibile alle tasse vere e proprie, ma che in realtà tutti paghiamo in un modo o nell’altro. Dimostrazione che gratis nel lessico dello Stato italiano non esiste, qualcuno (i cittadini) deve pagare in un modo o nell’altro.
Dic
11
Categoria
Internet
Il web è sempre stato un luogo zeppo di informazioni, sia istituzionali che amatoriali, di ogni tipologia. Con il tempo, come avevo già lamentato tempo addietro, la rete si sta impoverendo di contenuti ed informazioni.
Forum e blog ormai fermi da anni se non decenni, siti più o meno strutturati più volti alle pubblicità di prodotti e servizi più che a dare informazioni (ad esempio PuntoInformatico e Geekissimo) e nuove piattaforme che non aggiungono nulla alla rete se non occupare spazio su dei dischi di un server.
Come credo molti navigatori, tutti conserviamo nei preferiti link a pagine che più o meno periodicamente andiamo a consultare per i più disparati motivi. Le brutte sorprese sono dietro all’angolo, spesso capita che i link siano morti, alle volte perchè cambiato a causa di qualche restyling del sito o peggio morto del tutto perchè il dominio non esiste più.
La morte di un sito porta con se la perdita integrare di informazioni, altri link e files ospitati. La rete, sconfinata e piena di informazioni in realtà sta scomparendo progressivamente a favore di dati futili ed inutili. Sembra impossibile ma penso che tutti si possa fare la prova girando per i preferiti e scoprire di quante errori 404 spunteranno.
Dic
06
Categoria
Informazioni,
Internet,
Tips & Tricks
Una notizia relegata ad un limitato numero di persone sta facendo fatica a divulgarsi, forse perché le big tech hanno poco interesse in generale che gli utenti lo sappiano.
Microsoft ha fatto alcune modifiche a Word (per quanto ne so dovrebbe essere la versione 365) e ha introdotto un’opzione attivata di default. L’opzione permette di inviare quanto viene scritto sul PC direttamente ai server di Microsoft per allenare ChatGPT (per tale motivo il New York Times è in causa con Microsoft).
Su Windows seguire i passaggi sotto riportati per disattivare l’opzione ben nascosta.
Word per Windows (applicazione): File – Opzioni – Centro protezione – Impostazioni Centro protezione – Opzioni della privacy – Impostazioni di privacy – Dati di diagnostica facoltativi [in inglese: File – Options – Trust Center – Trust Center Settings – Privacy Options – Privacy Settings – Optional Connected Experiences]
Fonte: Attivissimo
In alternativa usate ad esempio LibreOffice e vivrete sereni e tranquilli.
Dic
04
Categoria
Internet
Tutto sommato non è molto (forse un paio d’anni o poco più) che ascolto alcuni podcast, due in particolare hanno attirato la mia attenzione.
Ne esistono molti, forse troppi, e non sempre ci sono argomenti interessanti o cose originali.
Un podcast interessante in ambito computer ed intelligenza artificiale e Crash: la chiave per il digitale la cui voce narrante è Andrea Daniele Signorelli, giornalista e scrittore, nonché esperto di tecnologia. Il podcast racconta ogni settimana, in maniera semplice, chiara e indipendente, gli aspetti meno noti della rivoluzione tecnologica. Ottimo per capire e conoscere aspetti non sempre noti o divulgati, oltre a dare spunto per riflessioni sul mondo digitale che ci circonda. Link
Altro podcast è quello dell’arcinoto Paolo Attivissimo che credo non abbia necessità di presentazioni, narra di bufale, virus, frodi informatiche e tanto altro, il tutto in maniera semplice e chiara. Link
Ago
28
Categoria
Internet,
Pensieri Il fine settimana dl monto tecnologico è stato scosso dall’arresto del fondatore e CEO di Telegram Pavel Durov, padre russo madre ucraina. Era da tempo che la Francia lo aveva nel mirino e quando se lo è visto arrivare con l’aereo personale per una cena a Parigi è scattata l’operazione.
Le accuse sono traffico di droga, pedopornografia e connivenza con i criminali, il tutto a causa della app di messagistica che, a detta di alcuni, non modera, controlla ed elimina messaggi offensivi, link di dubbia provenienza e non vigilerebbe sulle attività dei criminali. Ma sul serio?
Telegram è un sistema abbastanza sicuro (in realtà è stato hackerato tempo addietro, cosa che ha fatto modificare alcune cose lato server) e della sicurezza dei dati degli utenti ne ha fatto una bandiera, ad esempio il più diffuso (almeno in Italia) WhatsApp è ritenuto meno sicuro lato privacy (Meta converte dati in denaro di fatto, quindi non sarebbe male che collezionasse dati anche dalle chat per poi rivendere le informazioni).
La vera discussione è legata al fatto che molti attori del monto di internet collaborano a più livelli con le polizie di buona parte del mondo, fornendo accesso ai dati di malfattori. Telegram non è della stessa politica, non fornisce accesso ai dati e non fornisce gli strumenti per accedervi (chiavi di decrittazione). Questa cosa infastidisce molto governi e polizie di mezzo mondo, ricordiamoci che anche Apple ha sempre negato l’accesso ai telefoni anche di persone condannate o di comprovato malaffare, tant’è che l’NSA si è costruita in casa uno strumento hardware che pare sblocchi i telefoni in poco tempo. Comunque anche Apple in America sta avendo grattacapi legati agli store alternativi, casualmente dopo che l’Europa ha obbligato Cupertino a doversi aprire un po’ di più al mondo esterno.
Tornando a Telegram ed alle accuse a Durov trovo discutibile che il CEO abbia subito un arresto con tali motivazioni, perchè allora non arrestiamo gli altri CEO di piattaforme che controllano poco o nulla le attività degli utenti (veri responsabili di quello che pubblicano e condividono), allora mettendola in questo modo praticamente le aziende dovrebbero moderare ogni singola virgola battuta sulle tastiere, di fatto limitando qualsiasi diffusione di contenuti?
Trovo che il mondo abbia preso una strada abbastanza strana, il mondo occidentale e tendenzialmente liberale sta di fatto cercando in modo totalitario di controllare ogni aspetto sia dentro che fuori internet in maniera ben poco liberale e comunque togliendo un pezzettino di libertà che fino a ieri esisteva, con il consenso più o meno cosciente dei cittadini, il tutto per una non precisata sicurezza nazionale?
Arrestare un cittadino straniero nel vano tentativo di fargli cambiare idea non mi sembra per niente democratico sembra un pelino da dittatori o sbaglio io qualcosa?