Ago
04
Categoria
Pensieri Con alcuni colleghi è capitato di intavolare una discussione in merito al lavoro in generale, era partita dal seguire i cantieri in realtà, ma poi la rotta è cambiata. Si parlava del fatto che con il tempo in molti si disamorano della professione e alle volte alcuni (a mio avviso troppi) cambiano strada cedendo le armi perchè stufi e strozzati da varie questioni.
Tralasciando l’odioso problema della tassazione, dove le “ricche” partite IVA ormai fanno anticipi delle tasse al 100% per poter dare ossigeno ad uno Stato inefficente ed incapace su tutti i fronti, il problema è anche interno alla nostra categoria.
Spiego meglio, al primo impatto i geometri sembrano fare fronte comune su molte cose e sembraiano molto coesi e pronti a difenderci l’un l’altro. L’impressione in generale è quella, nella realtà dei fatti le cose non sono affatto così, anzi all’interno della mia categoria ci sono molte gelosie ed invidie dettate da molteplici aspetti (conoscenze, appalti, denari, etc.), poi ci sono antipatie nei confronti di chi magari non la pensa come i vertici additandoli come “rompi scatole” (per non dire di peggio!).
Da anni c’è una guerra intestina con altre categorie, in particolare gli architetti, interessati a molte delle nostre competenze, andando anche a creare una corsa al ribasso dei prezzi per poter fare un lavoro, creando così un impoverimento generale ed un deprezzamento delle proprie conoscenze e della propria professionalità.
La battaglia dei prezzi poi è stata accentuata dal decreto Bersani, con cui lo Stato in maniera garibaldina e stupida ha tolto i minimi tariffari professionali, già di per se ampiamente negoziabili all’epoca, ma che quantomeno davano la possibilità di una sicurezza di reddito, un effetto calmiere e di controllo su quello che i tecnici facevano ed una garanzia per i neoiscritti per poter applicare una tariffa corretta, invece il “buon” Bersani ha avuto la pensata geniale di dire che avrebbe aiutato la concorrenza, ottenendo invece una guerra intestina per portare a casa poche centinaia di euro per qualsiasi cosa.
Altro annoso problema che con il passare del tempo si accuisce sempre piu’ sono gli uffici pubblici, praticamente ogni tipologia di pratica può in un secondo diventare complessa o impossibile, basta cambiare scrivania e funzionario. Lo Stato a piu’ riprese ha emanato norme per semplificare l’attività edilizia (indotto che farebbe impallidire la FIAT probabilmente come numero di occupati e di fatturato globale), peccato che tali norme hanno avuto una sola direzione, quella degli uffici, infatti la semplificazione di per se è stata quella di dare la possibilità a noi tecnici di autocertificare qualsiasi cosa e da parte loro quella di avere la possibiltà di fare controlli a campione e di fungere da archivio (a pagamento ovviamente) della poca carta che arriva (ormai anche l’archivio cartaceo sarà sostituito da quello informatico) e basta. Intanto noi tecnici dobbiamo picchiarci con chiarimenti poco chiari forniti da funzionari che non hanno la voglia di aiutare e non sono interessati a capire che con i soldi che i privati cittadini versano nelle casse pubbliche vengono poi impiegati per pagare i loro lauti stipendi, oppure ci si trova con risposte opposte a seconda del funzionario o del tecnico che la pone (capitato al sottoscritto), norme che dovrebbero facilitare che in realtà complicano la vita a tutti (anche degli stessi enti che le emanano) e politicanti che in fase di campagna elettorale promettono e poi fanno l’opposto perchè conveniva loro non schierarsi e via discorrendo.
Tutto questo rende la mia professione, fatta con passione e con un vivo interesse, un lavori di compilazione di moduli prestampati dove bisogna fare attenzione a dove di posizionano le “X”, altrimenti sono dolori! Poi il committente dice la solita franse “geometra ma quanto mi costa!”, ma dannazione ho delle responsabilità civili e se sono in zona di vincolo anche penali, inoltre devo aggiornarmi costantemente con corsi (alle volte dal contenuto discutibile) e seminari, leggere ed interpretare norme scritte in ostrogoto ed incomprensibili anche per gli addetti ai lavori, investo tempo e denaro per formarmi e poi il committente non ne vuole sapere. C’è una bella frase che gira in rete “non mi paghi per quello che faccio ma bensì per quello che so”.
Mischiate per bene tutte queste grandissime rotture di scatole e molti stanno cedendo le armi, andando a fare altro perchè stufi, personalmente cerco di resistere ma alle volte mi sento impotente e poco stimolato a proseguire in una professione che sarebbe bella se fosse possibile lavorare e avere regole chiare e certe.
Ago
04
Categoria
Vario Già tempo fa ne avevo parlato di come l’amicizia con l’avvento dei social network il termine amicizia e la sua percezione reale sia stata snaturata andando a sostituire la semplice conoscenza.
In questi giorni invece ho scoperto indirettamente, ma molto da vicino, che l’amicizia è in realtà una cosa effimera che molte volte nella realtà non esiste.
Ho invece e notato come sia molto radicata nelle persone la falsità, di quella più meschina ci possa essere. Mi è capitato di assistere ad un comportamento simile a quello di Giuda o se vogliamo quello di abbracciare una persona per cercare un punto dove piantare il coltello.
Le motivazioni sicuramente sono di tipo “politico” ed opportunistico, ma è comunque dolorosa per chi l’ha subita e anche per chi si è accorto del giochetto che una persona dopo anni, parole spese ed impegno ha subito sentendosi quasi dire di non aver capito alcune cose.
In questi giorni il mio stato d’animo oscilla tra l’amareggiato e l’arrabbiato, ma ho idea che me ne dovrò fare una ragione e mandando giù l’ennesimo boccone amaro.
Lug
30
Categoria
Informazioni,
Pensieri 
Il tablet ha in parte risolto la mia scarsa sopportazione della carta, già per lavoro ne vedo abbastanza, se posso cerco di limitarne la quantità.
Spesso capita di dover mostrare disegni o fotografie che alle volte non servono se non in quel momento, quindi il tablet è molto comodo, carico tutto sulla scheda SD e mi porto dietro tutti i lavori che ho sul PC e nel caso posso visionare documenti, disegni e fotografie, prendere appunti sui PDF (se non sono protetti per qualche motivo) e via discorrendo.
Il tablet mi è anche molto comodo per andare a seguire i corsi di formazione, evitando di prendere appunti su fogli che sistematicamente spariscono in mezzo ad altra carta o che riesco ad archiviare talmente bene da perderne le tracce per anni, per poi ritrovare gli appunti quasi in maniera casuale.
L’unico neo che ho sempre trovato al tablet e ai dispositivi touch è legato alla scrittura con la tastiera del dispositivo, utile per prendere un appunto veloce o scrivere brevi note ed una mail veloce, ma se la scrittura si fa lunga ed intensa gli errori di battitura aumentano e la velocità crolla rapidamente.
Il tablet che ho acquistato alcuni mesi or sono e che mi da molta soddisfazione per rapidità, stabilità e semplicità di utilizzo (Asus K018) era nato originariamente per avere una tastiera da collegare in maniera solida al di sotto, con tanto di cerniere per la chiusura come un portatile ed una batteria per alimentare il tutto ed estendere la vita del tablet.
La tastiera originale da mesi non è più acquistabile (il bello è che si può vedere sul sito del produttore) e non se ne trovano da nessuna parte! Dopo mesi di indecisione ho alla fine preso una tastiera Bluetooth della Mediacom, larga come il tablet e leggerissima (tutta plastica) ma molto pratica e praticamente universale (la si può collegare ad Android, Windows e iOS) inoltre ha una corsa dei tasti corretta e nonostante i tasti siano piatti, le dimensioni e la spaziatura non creano ostacoli o incertezze, solo alcuni tasti non sono replicati o non sono nel posto a cui sono abituato, ma poco male.
Di per se la tastiera ricorda quella del MacBook Pro, manca solo la retroilluminazione (molto sciccosa ma credo poco utile). La cosa simpatica è la possibilità di far uscire due supporti posteriori per appoggiarci il tablet, io uso già il supporto della custodia anche per paura di far cadere il tablet in condizioni di stabilità generale precaria (ad esempio seggiole da convegno con la ribalta a destra).
Sto provando la tastiera da un po’ di giorni (il post precedente è stato scritto proprio dal tablet) e devo dire che è veramente pratica.

Oggi ho deciso di provare ad installare Word ed Excel sul tablet (Microsoft ha reso gratuito praticamente tutto Office per il mondo Android, forse nel tentativo di rubare utenti e farli passare ai Lumia) e anche in questo caso la sorpresa è positiva, anche se le app occupano un bel po’ di spazio.

Ultimo gadget collegabile via Bluetooth è uno speaker portatile ed autonomo per sentire la musica dal cellulare e non solo (si può collegare anche con il cavo cuffie non in dotazione), la cosa sorprendente è la qualità del suono (non al livello di uno stereo) ma comunque per un oggetto con 2W di potenza e alto appena 8,2 cm non c’è male. Volendo lo si può usare come vivavoce (ha un tasto posteriore per rispondere e riagganciare la comunicazione), provato in alcune occasioni ed all’aperto e ne sono soddisfatto (anche perchè l’ho avuto con la raccolta punti di Prink, quindi a costo zero!).
Ultimissimo oggetto elettronico che sto usando da mesi è una console portatile costruita dalla AtGames per Blaze Europe che sotto licenza SEGA (e non solo) sta riportando in vita le vecchie console degli anni ‘70-‘80’ e ‘90 tra cui la Sega Megadrive Blaze Handheld.

La console è molto pratica, leggerissima e piacevole da usare, funziona con tra stilo AAA e direi che consuma poco (non è che la usi per ore e ore) e la cosa più pratica in assoluto è il cavo (in dotazione) per poter collegare la piccola console alla televisione (utilizza come uscita una serie di cavi RCA che portano i segnali audio e video) così da poter rigiocare sul TV attuali vecchie glorie come Sonic, Street of Rage e varie. Unica pecca, risolta con una versione più recente, è l’impossibilità di poter aggiungere giochi, ma 18 giochi bastano a mio modo di vedere. Alcuni lamentano che lo schermo è poso definito ma in una dimensione così ridotta non si può avere tutto dalla vita, inoltre il prezzo è all’osso!
Lug
24
Categoria
Pensieri Nell’ultimo anno molto spesso si sente in televisione, ma non solo, il termine “nativi digitali”, con tale termine viene individuata la generazione di adolescenti e non solo che sono nati dopo l’avvento di internet e dei computer.
Purtroppo il termine alle volte viene inteso similmente come coloro che sanno usare tutto quello che è digitale. Le nuove generazioni da una parte si ritrovano per le mani già in giovane età dispositivi elettronici come tablet e smartphone e alle volte riescono già in tenera età ad utilizzarli in maniera molto disinvolta, mentre magari genitori e parenti hanno fatto fatica ad abituarsi.
Purtroppo l’uso disinvolto di smartphone e tablet non va a braccetto con il conoscere ed l’usare correttamente un computer ad esempio. Personalmente io ho a che fare con computer dall’età di 9 anni, quando mi è stato regalato il Commodore 64 (conservato gelosamente ancora oggi e perfettamente funzionante) e per passione ho proseguito a sperimentare fino ad oggi. Nella realtà fino a qualche anno fa, quando avevo piu’ tempo libero mi divertivo maggiormente a smanettare con una serie di programmi, giochi e codici, in oggi sono diventato piu’ un “heavy user” con l’utilizzo contemporaneo di molti programmi.
Credo di aver maturato una buona conoscenza dei programmi e del loro funzionamento, non che mi voglia sostituire a tecnici informatici e simili, ma ho una buona conoscenza delle mie possibilità e dei miei limiti, questo mi ha messo al riparo di danni e pericoli della rete che un utilizzo poco responsabile potrebbe causare danni veramente grandi.
Gli attuali tablet e smartphone hanno avuto dalla loro la capacità di far avvicinare al mondo moderno persone che fino a qualche anno fa vedevano i computer come un mondo oscuro e complesso, dominato da regole oscure. Prendo ad esempio mia suocera, per anni il marito e la mia consorte hanno tentato di spiegarle l’ABC del computer, ma con scarsi o nulli risultati, poi un paio di anni fa hanno deciso di prendere un Galaxy Tab 3 ed ecco la magia, naviga tra i siti, legge e scrive email, utilizza Facebook e WhatsAPP senza problemi. Certo è ben lontana da utilizzare tutte le potenzialità del tablet coreano, ma il passo avanti è stato fatto.
Trovo che l’arrivo delle interfacce touch e di sistemi operativi quali iOS ed Android abbiano semplificato, e di molto, l’esperienza utente che deve limitarsi ad utilizzare le app, poichè il sistema si occupa praticamente di tutto senza mettere a rischio l’utente da operazioni libertine o errate.
Purtroppo c’è il risvolto della medaglia, l’utente medio ha poca conoscenza di quello che usa, a causa di una falsa sicurezza ignora i pericoli relativi all’utilizzo di un qualcosa che può essere connesso ad web.
Ho avuto modo di notare che il discorso di chi usa uno smartphone in maniera disinvolta cambi quando si mette la persona davanti ad un PC, l’utilizzo del mouse diventa piu’ difficoltosa e l’utilizzo delle varie applicazioni diventa oscura e limitata, molti ragazzi ignorano molti dei programmi che solitamente popolano gli hard disk, uno su tutti Excel, ritenuto ostile e complesso, peccato sia una grande calcolatrice molto versatile e semplice da utilizzare, meno difficoltà con Word, anche se padroneggiare le tabullazioni e le varie opzioni può diventare complesso.
In oggi credo che l’opinione generare sulle nuove leve è in parte errata e che sarebbe necessario che le scuole escano dalla preistoria ed inizino seriamente a spiegare ai ragazzi come utilizzzre un PC e principalmente quali sono i pericoli nascosti in rete e che ogni anno fanno danni monetari e mettono in pericolo molti utenti nel mondo ogni anno.
Mag
29
Categoria
Pensieri Prendo spu to da un mio post su Facebook che è stato commentato e condiviso da amici e colleghi era quello di un collega che mi sento di condividere in pieno, lo Stato e la sua arretratezza tecnologica.
Siamo nell’era in cui tutto è “liquido”, digitalizzare ed in cui le informazioni sono reperibili sempre ed ovunque, anche grazie agli smartphone che non fanno rimpiangere il pc.
Invece lo Stato a più livelli, nonostante le promesse e gli spot elettorali in cui ve Iva promossa la modernizzazione degli enti, nella realtà è rimasto poco distante dagli anni ’90, magari anche ’80.
Prima di tutto serve una premessa per quanto riguarda quantomeno il Comune di Genova, da alcuni mesi è in uno e sperimentazione l’invio delle pratiche attraverso il sito dell’Ente. Funziona male ma comunque c’è un tentativo di entrare nel presente, cercando di ridurre l’uso e lo spreco della carta.
Fatta questa premessa ecco cosa è capitato ad un collega, terminato l’intervento edilizio, per cui ha presentato il progetto online, si è recato all’ufficio toponomastica e gli è stato detto di compilare il modulo consegnato in doppia copia usando la carta carbone (ne esiste ancora?) e di consegnare una copia cartacea del progetto! Carta carbone parte, ma non esiste una legge che obbliga gli enti a cercarsi i documenti quando sono in loro possesso???
Altra follia tutta ligure sono le notifiche preliminari, la Regione Liguria ha messo insieme il sistema SEND, serve ad inviare in automatico alla ASL, dimenticandosi che esiste l’Ispettorato del Lavoro che per un certo periodo non ha avuto modo di prelevare per i dovuti controlli le notifiche. La follia sta nel fatto che una volta inserita la notifica, a cui segue una PEC del sistema per confermare la ricezione del documento, si deve stampare il documento generato, farlo firmate dal committente per conservarla in cantiere o consegnarla i comune.
Terza follia dello Stato, l’Archivio Notarile, che dipende dal Notariato, e che conserva copie dei rogiti dei notai quando vengono meno o vanno in pensione. L’ufficio compila parte dei documenti con la macchina da scrivere, le schede consegnare dai notai devono pervenire all’interno di floppy disk (la cui produzione si è fermata anni fa), non hanno il POS per far pagare gli utenti (lo Stato però ha obbligato liberi professionisti e negozianti ad averlo), vengono purtroppo impiegati programmi nati per DOS (alla faccia della norma che obbliga ad utilizzare in ambienti di lavoro software aggiornati ed aggiornabili) ed infine per dare una copia di un atto si deve attendere una settimana, salvo che non vi siano allegate planimetrie colorate o di dimensioni superiori al formato A3, allora in questo caso si deve pensare di procurarsi carta lucida, righetta e pennino per lucidi.
Arriva infine la tessera sanitaria che ha sostituito il codice fiscale, serve solo per poche cose, ma la tanto sbandierata ricetta digitale per le medicine si è dispersa strada facendo.
Mi domando ma le promesse fatte per svecchiare uno Stato in generale inefficiente e faraginoso che fine hanno fatto? Poi ci si domanda perché gli investitori stanno alla larga dal bel paese!
Mag
22
Categoria
Vario Negli anni è sentito parlare di amministrazione pubblica digitale, semplificazione delle procedure per ottenere documenti e permessi, riduzione della carta inviata e ricevuta sfruttando le email, ma lo Stato italiano, inteso come amministrazione pubblica in genere, ha fatto tutto ciò solo in parte.
È della settimana scorsa l’avventura di un collega che a seguito di lavoro edili, che prevedono in oggi il deposito della pratica sia in formato digitale che cartaceo, dover ottenere dall’ufficio toponomastica del comune il relativo permesso. Risultato? Dover compilare in doppia copia un modulo e consegnare unitamente alla domanda copia della pratica edilizia, ovviamente su carta!
Poi c’è l’assurdità di dover presentare una copia cartacea del più delle pratiche dopo che si sono inviati file firmati digitalmente! Quindi la tanto sbandierata riduzione della carta non si è attuata.
Anche l’arrivo delle PEC, obbligatorie per aziende, ditte e professionisti, con cui lo Stato avrebbe dovuto comunicare come via preferenziale ma che di fatto continua a preferire le raccomandate e che l’utilizzo è preferito solo da alcuni enti.
Poi leggo sul numero di maggio di Wired un interessantissimo articolo a firma di … che l’Estonia,ex palese dell’Unione Sovietica, è il paese più avanzato nell’amministrazione digitale con una copertura vicina al 100% del territorio e dei cittadini e dove la piattaforma e i dati in essa contenuti sono condivisi tra gli enti che formano lo Stato, quindi il risultato è quello di presentare una sola volta un documento con il risultato di non doverlo ripresentato ad altri.
Il tutto è possibile attraverso una sorta di carta d’identità/smartcard che permette ai cittadini di accedere ai servizi e formare i propri documenti. Sembra fantascienza ma non lo è, questa è la dimostrazione che voler attuare veramente le riforme è possibile e semplificare la vita ai cittadini non è utopia, l’Italia? Resta al palo, osserva, e i politici utilizzano Twitter credendo di essere moderni.
Apr
23
Categoria
Internet,
Pensieri Dal 1° di aprile, come se fosse uno scherzo, la Regione Liguria ha fatto andare in pensione il software CELESTE (per la cronaca programma mai arrivato alla versione 1.0, ma bensì relegato ad una versione che forse lontanamente poteva ricordare una beta, mai una RC).
La nuova versione del programma è di fatto una applicazione web based, quindi si lavora dentro il proprio browser. Alcuni hanno storto il naso perchè non si può avere un qualcosa da installare sul proprio PC e lavorarci quando e dove si vuole. Osservazione corretta se non fosse che la versione precedente aveva alcuni problemi di funzionamento non da poco su molti PC, un po’ per le differenze di sistemi operativi (chi aveva disegnato la versione precedente non aveva considerato Vista/7/8) e per farlo funzionare servivano alcune piccole modifiche, inoltre alcuni programmi antivirus e firewall non ne volevano sapere di farlo andare.
Personalmente con Opera (Webkit) funziona senza problemi, permangono alcuni problemi con alcuni dati che non vengono salvati durante la digitazione e alle volte il programma decide di impuntarsi su alcune schermate ma un bel refresh e di solito passa tutto.
La parte più ostile del programma è entrare nella mentalità di chi lo ha disegnato, infatti la vecchia strada che si seguiva ora è molto più tortuosa e i dati da immettere sono molti e non sempre facilmente individuabili.
Chi ha avuto la pazienza di fare verifiche tra il vecchio ed il nuovo non ha notato alla fine grandi discostamenti, anche se chi ha programmi di altre case ha potuto invece apprezzare una differenza dei calcoli con uno scarto in difetto fino al 20% in alcuni risultati.
Ammetto che il programma esaurisce la testa di chi lo usa, personalmente ho imprecato anche ad alta voce contro lo schermo del computer e mi sono sentito attirato dalla possibilità di colpirlo, ma poi penso che non è colpa del mio PC ma bensì di chi ha ideato un programma poco amichevole come interfaccia, con un aiuto in linea ridicolo e con una serie di video (presentazioni fatte online in più occasioni) dove vengono inseriti dei dati ma per arrivare all’attestato poi sono stati utilizzati file precompilati!
Mi sorge solo una domanda, i dati richiesti dal programma, come previsto dalla noma UNI di riferimento, sono molti ed alle volte sono più che difficili da reperire (diciamo che alle volte non si riesce ad averli) o nelle schede tecniche si hanno dati incompleti o poco chiari (non aiuta il fatto che ognuno usi una sua terminologia). Ora capisco le norme e tutto, ma perchè non fare una norma su come devono essere fatte le schede e cosa devono contenere? Così si potrebbe obbligare i produttori di caldaie, scaldabagni, condizionatori e chi più ne ha più ne metta, ad usare una terminologia chiara e pratica??? Forse è troppo semplice come strada, meglio complicarla agli altri.
Per ora il mio giudizio sul programma è più negativo che positivo, come peraltro lo era per la versione precedente, non si vedono possibili miglioramenti in vista, purtroppo.
Feb
13
Categoria
Pensieri Già tempo fa ne avevo parlato di come l’amicizia con l’avvento dei social network il termine amicizia e la sua percezione reale sia stata snaturata andando a sostituire la semplice conoscenza.
In questi giorni invece ho scoperto indirettamente, ma molto da vicino, che l’amicizia è in realtà una cosa effimera che molte volte nella realtà non esiste.
Ho invece e notato come sia molto radicata nelle persone la falsità, di quella più meschina ci possa essere. Mi è capitato di assistere ad un comportamento simile a quello di Giuda o se vogliamo quello di abbracciare una persona per cercare un punto dove piantare il coltello.
Le motivazioni sicuramente sono di tipo “politico” ed opportunistico, ma è comunque dolorosa per chi l’ha subita e anche per chi si è accorto del giochetto che una persona dopo anni, parole spese ed impegno ha subito sentendosi quasi dire di non aver capito alcune cose.
In questi giorni il mio stato d’animo oscilla tra l’amareggiato e l’arrabbiato, ma ho idea che me ne dovrò fare una ragione e mandando giù l’ennesimo boccone amaro.
Gen
30
Categoria
Pensieri Da quando mi sono spostato con l’ufficio ho abbandonato la telefonia fissa, ritenevo che le connessioni mobili fossero all’altezza di quanto sbandierato dallo spot di turno. Invece a distanza di un anno e mezzo, dopo più di sei mesi di connessione con chiavetta 4G che va a singhiozzo, con velocità ridicole e un ping incredibile che mi porta il più delle volte alla disconnessione, ho deciso di mettere in ufficio la ADSL con tanto di numero geografico.
La cosa che più mi ha fatto sorridere è che Vodafone propone la “fibra” (io non sono raggiunto, ma come si capirà poco importa) ad una velocità massima teorica di 30Mb (ma la fibra non era 100Mb???) a fronte di una ADSL a 20Mb! Il tutto in promozione per un certo periodo e nel caso interessasse alla fine della promozione ci sarebbe un costo extra. Ora posso capire se mi avessero proposto la 100Mb che poi si ridurrebbe ad una 20Mb, ma sinceramente 10Mb di velocità teorica non mi sembrano valerne il costo. Meno male che tanto non sono raggiunto dal servizio (il bello è che il palazzo è cablato dalla fibra di Fastweb, peccato i costi esorbitanti).
Finalmente lunedì pomeriggio arriverà il tecnico Vodafone per installare il modem e verificare che tutto funziona a dovere, dopo aver aspettato due mesi in cui Telecom (che deve fornire l’ultimo miglio) ha cercato di fare ostruzionismo, con un appuntamento fantasma di cui non sono avvertito (non sempre sono in ufficio), cosa che ha fatto anche pensare a Vodafone che avessi rinunciato alla linea, con allungamento dei tempi di circa un mese rispetto al preventivato.
Vedremo ora con la ADSL se riuscirò ad avere una connessione stabile ed affidabile, la chiavetta ha rischiato di volare dalla finestra in più occasioni, spero che il modem non faccia le stesse storie!
Gen
26
Categoria
Pensieri Alcune settimane fa il mio tablet cinesone vinto anni fa al supermercato è impazzito improvvisamente per la seconda volta.
La prima volta che mi ha dato problemi non veniva letta la parte dei dati, quindi parte delle app e dei dati contenuti nella memoria del tablet non si leggevano in nessun modo, l’unica cosa da fare è stata quella di rasare a zero il tablet.
Per qualche mese ha funzionato, poi improvvisamente, mentre la mia consorte ci giocava, è andato ko, altro reset ma i problemi di stabilità e quelli legati al display non sono mai spariti completamente.
Poichè il tablet lo uso anche per lavoro (ho dentro una SD tutto il backup dei lavori in corso) portandomelo dietro per mostrare disegni e foto ai vari uffici che frequento ho deciso di sostituirlo con un nuovo tablet.
La scelta è caduta sull’offerta di Saturn che all’inizio dell’anno ha messo l’ASUS K018 equipaggiato di Android 4.4.2, che volendo si può collegare ad una tastiera (opzionale e che personalmente non ho preso) per trasformarlo all’occorrenza in un portatile con tastiera fisica.
Tralasciando i dettagli tecnici hardware, mi ha colpito come sia cambiato Android nel giro di pochi anni, fino ad ora ho sempre avuto per le mani la versione 2.3.6, il salto alla 4.4.2 è stato improvviso e un po’ disorientante, ma comunque mi ci sono abituato rapidamente.
La cosa che più mi salta all’occhio è il fatto che mettendo a confronto le due versioni del robottino verde, quello che ho usato fino ad oggi sembra tagliato con una accetta poco affilata, la nuova versione oltre che essere molto bella graficamente (la versione è personalizzata da ASUS in alcuni aspetti) funziona anche molto bene, con un tempo di attesa veramente basso per aprire file ed applicazioni, inoltre sono molto pratiche le varie app date di serie come il lettore delle email e una app “Do it later” che permette di creare una lista di cose da fare per tenerle a mente.
Altra cosa incredibile è la parsimonia nel consumare poco la batteria, il vecchio tablet nel giro di poche ore, con un utilizzo non eccessivo (prendere appunti durante una riunione e simili) si “beveva” la batteria in poco, lasciamo perdere se veniva la voglia di fare qualche giochino.
Con il tempo sicuramente scoprirò altre funzioni e peculiarità di Android, anche perchè alcune app non le ho ancora nemmeno aperte!