Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Apr
08

Richiesta di aggiornamento a Windows 10

Categoria Tips & Tricks

Windows-10-Free-UpgradeDall’anno scorso Microsoft ha reso disponibile, come pubblicizzato in ogni dove, la nuova versione di Windows, arrivando alla versione 10 (tralasciamo il fatto che ufficialmente manca la versione 9, anche se di fatto è esistito come sistema di prova).

Da Redmond hanno deciso di rendere disponibile gratuitamente per gli utenti di Windows 7/8 e 8.1 l’upgrade a 10. L’obbiettivo è cercare di traghettare gli utenti verso il nuovo sistema in modo da ridurre i costi di sviluppo da parte loro (ogni sistema operativo ha un suo gruppo di sviluppo che rilascia aggiornamenti e patch di sicurezza) e dare una nuova esperienza all’utente (di fatto i cambiamenti non sono poi così impressionanti e disorientanti, solo il menu Start personalmente lo trovo poco pratico ed è stato sostituito prontamente da Classic Shell!).

Da mesi gli utenti di tutto il mondo si trovano a lottare con il consiglio/richiesta di Windows ad aggiornare a 10, se tutto va bene basta convivere con una nuova icona annidata nel tray, nei casi più fastidiosi ogni tot avvi del PC si presenta una finestra che invita a completare/eseguire l’aggiornamento.

Personalmente sto usando Windows 10 da quando è stato rilasciato e non ho trovato eccessivi problemi o malfunzionamenti, è bastato aggiornare alcuni programmi ed reinstallarne altri, però non tutti i computer sono in grado di far girare 10 oppure trovandosi bene con Windows 7 (il mio caso sul portatile ed il PC di casa) non si vuole fare l’aggiornamento, quindi si resta con l’icona o con le schermate di avviso che alla lunga disturbano e fanno perdere tempo.

Qualcuno ha pensato di sistemare la cosa in maniera definitiva, un programmino free molto pratico è GWX Control Panel che si occupa di nascondere o rimuovere l’aggiornamento o i file dell’upgrade a 10 senza troppi problemi e senza dover intervenire su registro o sui servizi di Windows (se non si sa cosa si tocca è meglio lasciar perdere).

Gen
13

Realtà e finzione

Categoria Pensieri

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Settimana scorsa è finita la 4^ stagione del telefilm Person Of Interest e pare da alcune indiscrezioni che la prossima potrebbe essere l’ultima, forse hanno timore di stufare come altre serie durate troppo che alla fine sapevano di minestra riscaldata.

La serie appena terminata ha narrato della crescita di una IA “cattiva” Samaritan e della segregazione della IA “buona” La macchina, molti colpi di scena, personaggi nuovi e vecchi tornati, dipartite e altro.

Nei fatti narrati sono stati trattati collegamenti pericolosi tra politica, finanza e computer, il tutto con una buona dose di finzione ben costruita che però a ben pensare è abbastanza credibile e realizzabile senza troppi problemi.

Uno dei fatti che mi ha colpito è la possibilità di manomettere le votazioni politiche in posti come in America dove vengono impiegati computer al posto, tutto sommato i dati vengono inseriti in una rete e si sa che i numeri sono facilmente manipolabili e scarsamente verificabili se non si ha una pezza giustificativa (vedasi le schede elettorali vidimate come facciamo in Italia, nonostante sia un sistema obsoleto e poco pratico da utilizzare per conteggi e verifiche in caso di contestazioni).

Altro tema trattato è stato quello di una improvvisa depressione dei titoli azionari con un tentativo di creare una depressione economica, anche in questo caso molti degli scambi nelle borse di tutto il mondo sono automatizzati e l’intervento dell’essere umano è ormai relativo, in caso di variazioni consistenti dei titoli il sistema dovrebbe autonomamente contenere le perdite o i rialzi per non creare shock sul mercato. Anche in questo caso i dati manipolabili sono numeri e stringhe di calcolo.

I complottisti probabilmente hanno sempre pensato che ci sia qualcuno al di sopra di tutto e tutti che controlla, governa e decide in barba alle regole generali e con il solo scopo di arricchirsi e dominare sulle scelte della popolazione. La cosa affascinante è che il controllo messo in pratica nel telefilm è una macchina che a dire dell’inventore dovrebbe migliorare la vita sulla terra, mentre poi si vedrà che lo scopo è quello di comandare e dominare disinteressandosi dell’umanità (ci vedo un po’ l’idea di base di Matrix, dove le macchine prendono il sopravvento per continuare ad esistere).

I sistemi di controllo durante le varie stagioni di P.O.I. sono stati individuati nei cellulari/tablet/PC (Edward Snowden insegna) con cui i malintenzionati possono ascoltare e vedere, i social network come affermato da Harold, l’informatico del telefilm e creatore della macchina “buona”, sostenitore della tesi che tali piattaforme siano state create volontariamente dal governo per poter avere facilmente informazioni dai cittadini e soprattutto in maniera spontanea senza dover ricorrere all’NSA o comunque limitandone la visibilità.

Tutti i dati ottenuti in questa maniera legati ai comportamenti ed ai pensieri, inseriti in un super computer progettato ad hoc, possono creare un profilo della popolazione e quindi far emergere improvvisi cambi di abitudini e pensieri, il tutto per scovare chi vuole delinquere a vari livelli.

Si sa che tutti i sistemi digitali contengono quantità notevoli di informazioni, se poi si utilizzano i social network, la geolocalizzazione, chat e chi più ne ha più ne metta è facile ricostruire comportamenti, abitudini e luoghi visitati. Ad oggi si sa che alcuni ladri hanno sfruttato le informazioni di Twitter e Facebook per svaligiare case di chi era in ferie! Pertanto non è difficile prevedere e verificare le informazioni, basti pensare alle celle telefoniche che danno l’idea se una persona era vicino ad un certo luogo.

Mettendo tutto nel calderone Edward Snowden forse tutti i torti non li ha, gli Stati dietro alla scusante di difendere il proprio territorio e la propria popolazione spiano di fatto tutti e raccolgono informazioni che poi possono semplicemente diventare denaro sonante (profilazione) o un’arma.

Basti pensare che a seguito del recente attentato di Parigi, il nostro Governo ha in mente di rendere smart le telecamere di sorveglianza presenti nelle città in maniera che si possa prenderne visione in maniera più semplice di come è oggi e cioè mettendole in rete e permettere alle forze dell’ordine di accedervi in qualsiasi momento. Il grande fratello diventerà realtà? Per ora sono state le parole di un politico, ma sicuramente le pressioni ci sono, come l’idea di mettere in comunicazione tutte le banche dati delle forze dell’ordine nel mondo e questo mi fa pensare ad una entità di rango maggiore a quelli in oggi presenti che controllerà in maniera unica e centrale il flusso delle informazioni che oggi restano in parte all’interno di determinati confini.

Forse non molti sanno che buona parte degli Stati del mondo civilizzato ed informatizzato, impiegano filtri di rete, in larga parte realizzati dalla Cisco System, il cui compito è quello di filtrare le richieste degli utenti e la possibilità di accedere o meno a determinati siti e contenuti.

Nessun problema quando vengono bloccati (oscurati) siti pedofili, terroristici o che inneggiano all’odio razziale e a piattaforme di gioco online come certi casinò non autorizzati o ritenuti illegali in determinate nazioni, in Italia i blocchi sono solitamente di questo tipo e vengono applicati a seguito di indicazioni della magistratura, ma altre nazioni come la Cina, per fare un esempio, gli accessi a determinati contenuti liberamente fruibili nel resto del mondo come ad esempio Wikipedia, vengono oscurati perchè lo Stato li ritiene pericolosi (l’ignoranza è amica degli Stati totalitari, è più facile governare gli ignoranti e non avrò molte contestazioni). Il controllo della rete è molto più ampio di quello che si crede e le informazioni non sempre sono reperibili, controllare internet, ritenuto da molti libero, può aiutare a controllare le coscienze e le opinioni delle persone. Un po’ come per anni è stato controllare la carta stampata e i telegiornali, posso raccontare la mia verità o decidere di non parlare di determinate cose in maniera di non crearmi problemi o spingere la gente a fare determinati atti. Un esempio lampante sono stati due servizi del TG di La7 e del TG4 dove sono state messe in onda delle immagini di quanto successo il 31 dicembre a Colonia dove si vede una donna accerchiata da molti uomini che la spingono e la maltrattano, peccato che il filmato sia di circa 2/3 anni fa e sia stato girato in Egitto durante le proteste della primavera araba! Qua la rete ha fatto scovare il trucco, ma come posso mostrare una cosa, posso anche decidere di nasconderla abbastanza facilmente.

Alle volte sembra che realtà e fantasia viaggino di pari passo, ma qualche volta la realtà è molto più incredibile.

Ago
18

Programmi “must have”

Categoria Tips & Tricks

Negli anni penso di essermi fatto una buona esperienza sui computer e sui vari programmi. Solitamente sono un utente parzialmente pigro e quando mi abituo ad utilizzare qualcosa difficilmente cambio idea, salvo l’insorgenza di incompatibilità insormontabili o cambi di direzione di chi produce il software.

Nella media dei programmi che utilizzo le mie abitudini sono abbastanza radicate da anni, un po’ perchè alla prima prova mi sono trovato bene con l’utilizzo, oppure perchè mi hanno risolto un problema che non sembrava avere soluzione (vedasi Office di M$ che impazziva con determinati file che poi rimanevano bloccati ed inutilizzabili).

LibreOffice – Il programma che forse utilizzo da più tempo è stato OpenOffice, ora soppiantato dal più veloce e pratico LibreOffice, suite veramente completa ed affidabile, che permette di gestire i file del lavoro semplicemente e senza troppi intoppi, genera PDF (anche in versione PDF/A-1a), permette di scrivere nei PDF senza dover avere Adobe Acrobat ed è compatibile con i formati M$ (il formato OpenDocument utilizzato da LibreOffice/OpenOffice pesa circa il 10% dei file M$!). Per chi vuole provarlo -> http://www.libreoffice.org

La versione 5.0.0 appena rilasciata è una scheggia e gira bella fluida su Windows 10!

RocketDock – Altro programma molto pratico per chi come me odia le icone sul desktop (ora ne ho qualcuna di più, ma il mio desktop dev’essere minimale), è la RocketDock, barra che può anche sostituire quella di Windows (per chi ne ha il coraggio) può infilarsi dove si vuole, sparire se non utilizzata (per non occupare spazio) e può contenere tutti i programmi che si vuole. L’idea è stata presa in prestito dalla barra di iOS, molto nota nel mondo Apple, è pratica e con un po’ di addestramento (per non attivare involontariamente i vari programmi) la trovo indispensabile. http://rocketdock.com

DisplayFusion – E’ da circa un anno che la utilizzo, dopo aver preso un secondo monitor per il PC, DisplayFusion l’ho scoperto nel tentativo di avere due sfondi degli schermi differenti! Il programma si occupa di una serie di personalizzazioni (la versione Pro è quella più interessante) come avere un 4° tastino sulla barra dei programmi per poterli spostare da uno schermo all’altro con un click, poi si può avere una barra di Windows differente e replicata sui due desktop in modo da poter iconizzare i programmi aperti da una parte senza toccare gli altri e altre mille cose. Da provare per chi ha il multimonitor. https://www.displayfusion.com

Reinlendar – Dal nome criptico ma molto pratico, un calendario sul desktop per tenere sott’occhio appuntamenti e scadenze, incredibilmente semplice e pratico da usare, in rete si trovano migliaia di skin per personalizzarne l’aspetto, la versione Pro permette di sincronizzare il calendario con quello di Google e viceversa. http://www.rainlendar.net/cms/index.php

Classic Shell – Scoperto da poco tempo, per chi mal digerisce il menu start di Windows 7, 8, 8.1 e 10 ecco che viene fuori un programmino molto semplice e facile da usare, lo scopo è quello di riportare il menu start che si desidera anche su sistemi più recenti. Il programma inoltre si occupa di ripristinare l’aspetto delle finestre del sistema operativo alla versione che più aggrada all’utente (io mi trovo male con il menu di Windows 10, un po’ troppo dispersivo da utilizzare ad esempio e ho rimesso quello di Windows 7 senza troppi problemi). http://www.classicshell.net

Con il tempo so che me ne verranno altri in mente, ma per ora questi sono quelli che più utilizzo e che a mio modo di vedere mi sono necessari.

Ago
06

Windows 10 – Impressioni dopo aver fatto amicizia

Categoria Informazioni, Pensieri, Tips & Tricks

Dal 29 luglio per una buona parte degli utenti M$ è possibile avere in aggiornamento gratuito da 7, 8 e 8.1 il nuovo sistema Windows 10, sono escluse le versioni Professional ed Ultimate, che per passare al nuovo sistema operativo dovranno pagarselo.

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Per fortuna nel mio caso avendo una versione di Windows 7 (già aggiornamento gratuito da Vista Home Premium che avevo sul PC del lavoro) mi sono ritrovato una gradita sorpresa!

L’aggiornamento è stato installato in circa 2 ore e mezza e con mia somma soddisfazione il PC è stato utilizzabile quasi fino all’obbligato riavvio per completare la procedura.

Come ogni aggiornamento che si rispetti avevo timore di trovarmi il sistema con si tutte le applicazioni installate in precedenza, ma di dovermi picchiare con quelle che erano in avvio automatico e/o di dover procedere con delle reinstallazioni, invece inserita la mia password mi sono ritrovato con tutte le icone e cartelle dove le avevo lasciate, addirittura si sono avviati anche la Rocket Dock ed il Reinlendar senza intoppi, inoltre la barra del sistema ripresentava i collegamenti dell’avvio rapido come se nulla fosse.

La prima impressione è stata ottima, il sistema sembra essere più veloce di prima, o comunque adeguato a quello di Windows 7 (tengo a precisare che anche con 7 non ho formattato ma bensì ho fatto l’aggiornamento del sistema precedente, per la precisione Vista).

Un po’ disorientante il nuovo menu start, tantè M$ ci ha infilato dentro Metro, ora il menu è diviso in due parti, a sinistra i programmi più utilizzati, l’accesso ad “Esplora file”, “Impostazioni”, l’arresto del sistema e “Tutte le app” (ormai non si parla più di programmi ma di app in generale). A destra invece c’è Metro con le sue tessere, eliminabile e personalizzabile a piacimento (io ci ho parcheggiato i programmi che uso meno frequentemente e che non sono nella Rocket Dock o nel quick start).

Aero è notevolmente cambiato, il trend del mercato mobile con interfacce minimali e piatte è arrivato anche qua, non ci sono più effetti di trasparenza come in Vista e 7 per i bordi delle finestre, il nome dei programmi è messo al centro della barra superiore (idea copiata da iOS) e le icone in alcuni casi sono simili a quelle di 7, personalmente le preferivo prima, ora ricordano le vecchie versioni di Windows, forse sono state ritenute più chiare e professionali.

L’avvio della macchina è l’arresto sono tutto sommato rapidi, prima dell’accesso alla password il sistema si ferma su una schermata di sblocco come per tablet e smartphone con l’indicazione dell’ora ed una fotografia (devo capire dove si può cambiare l’immagine).

Esiste un centro notifiche con cui il sistema ci informerà relativamente ai programmi e ad altre necessità, non sembra essere possibile eliminare dal tray l’icona “ITA” della lingua di immissione (almeno io non ho trovato il comando).

Un po’ invasivo OneDrive, anche se lo si disabilita e gli si dice di chiudersi lui si ripresenta finchè non si inserisce i dati di accesso, potevano trovare il modo di farlo spegnere e basta.

Ho dato un occhio rapido senza completare le procedure per Cortana (l’assistente virtuale analogo a Google Now e Siri) che parla e con cui si può dialogare a patto di avere un microfono, da quello che ho visto in rete sembra essere parecchio reattivo e capisce quasi sempre le frasi. Se non si ha un microfono si può digitare la domanda e Cortana risponderà o avvierà una pagina di ricerca (da quello che ho capito utilizza solo Bing come motore di ricerca), per ora sta li disattivato, se ho delle domande le affido a Google.

Incredibilmente anche con l’hardware non ho avuto problemi, Windows 10 ha recuperato autonomamente i driver e ha fatto le necessarie installazioni in poco tempo (altro che le annose ricerche di XP!).

Ad oggi mi considero soddisfatto del nuovo sistema operativo, la grafica è pulita e minimalista, la compatibilità dei programmi fino ad ora sembra buona e non ho avuto intoppi anche con programmi notoriamente fastidiosi come ad esempio quelli statali, il feedback è notevolmente positivo e non ho trovato grossi problemi a parte il menu start e capire dove siano finite alcune impostazioni del sistema (trovare il pannello di controllo non è poi così rapido).

Continuerò i miei test sperando di non incappare in qualche trappola nascosta.

Ago
04

Professionalità e non

Categoria Pensieri

Con alcuni colleghi è capitato di intavolare una discussione in merito al lavoro in generale, era partita dal seguire i cantieri in realtà, ma poi la rotta è cambiata. Si parlava del fatto che con il tempo in molti si disamorano della professione e alle volte alcuni (a mio avviso troppi) cambiano strada cedendo le armi perchè stufi e strozzati da varie questioni.

Tralasciando l’odioso problema della tassazione, dove le “ricche” partite IVA ormai fanno anticipi delle tasse al 100% per poter dare ossigeno ad uno Stato inefficente ed incapace su tutti i fronti, il problema è anche interno alla nostra categoria.

Spiego meglio, al primo impatto i geometri sembrano fare fronte comune su molte cose e sembraiano molto coesi e pronti a difenderci l’un l’altro. L’impressione in generale è quella, nella realtà dei fatti le cose non sono affatto così, anzi all’interno della mia categoria ci sono molte gelosie ed invidie dettate da molteplici aspetti (conoscenze, appalti, denari, etc.), poi ci sono antipatie nei confronti di chi magari non la pensa come i vertici additandoli come “rompi scatole” (per non dire di peggio!).

Da anni c’è una guerra intestina con altre categorie, in particolare gli architetti, interessati a molte delle nostre competenze, andando anche a creare una corsa al ribasso dei prezzi per poter fare un lavoro, creando così un impoverimento generale ed un deprezzamento delle proprie conoscenze e della propria professionalità.

La battaglia dei prezzi poi è stata accentuata dal decreto Bersani, con cui lo Stato in maniera garibaldina e stupida ha tolto i minimi tariffari professionali, già di per se ampiamente negoziabili all’epoca, ma che quantomeno davano la possibilità di una sicurezza di reddito, un effetto calmiere e di controllo su quello che i tecnici facevano ed una garanzia per i neoiscritti per poter applicare una tariffa corretta, invece il “buon” Bersani ha avuto la pensata geniale di dire che avrebbe aiutato la concorrenza, ottenendo invece una guerra intestina per portare a casa poche centinaia di euro per qualsiasi cosa.

Altro annoso problema che con il passare del tempo si accuisce sempre piu’ sono gli uffici pubblici, praticamente ogni tipologia di pratica può in un secondo diventare complessa o impossibile, basta cambiare scrivania e funzionario. Lo Stato a piu’ riprese ha emanato norme per semplificare l’attività edilizia (indotto che farebbe impallidire la FIAT probabilmente come numero di occupati e di fatturato globale), peccato che tali norme hanno avuto una sola direzione, quella degli uffici, infatti la semplificazione di per se è stata quella di dare la possibilità a noi tecnici di autocertificare qualsiasi cosa e da parte loro quella di avere la possibiltà di fare controlli a campione e di fungere da archivio (a pagamento ovviamente) della poca carta che arriva (ormai anche l’archivio cartaceo sarà sostituito da quello informatico) e basta. Intanto noi tecnici dobbiamo picchiarci con chiarimenti poco chiari forniti da funzionari che non hanno la voglia di aiutare e non sono interessati a capire che con i soldi che i privati cittadini versano nelle casse pubbliche vengono poi impiegati per pagare i loro lauti stipendi, oppure ci si trova con risposte opposte a seconda del funzionario o del tecnico che la pone (capitato al sottoscritto), norme che dovrebbero facilitare che in realtà complicano la vita a tutti (anche degli stessi enti che le emanano) e politicanti che in fase di campagna elettorale promettono e poi fanno l’opposto perchè conveniva loro non schierarsi e via discorrendo.

Tutto questo rende la mia professione, fatta con passione e con un vivo interesse, un lavori di compilazione di moduli prestampati dove bisogna fare attenzione a dove di posizionano le “X”, altrimenti sono dolori! Poi il committente dice la solita franse “geometra ma quanto mi costa!”, ma dannazione ho delle responsabilità civili e se sono in zona di vincolo anche penali, inoltre devo aggiornarmi costantemente con corsi (alle volte dal contenuto discutibile) e seminari, leggere ed interpretare norme scritte in ostrogoto ed incomprensibili anche per gli addetti ai lavori, investo tempo e denaro per formarmi e poi il committente non ne vuole sapere. C’è una bella frase che gira in rete “non mi paghi per quello che faccio ma bensì per quello che so”.

Mischiate per bene tutte queste grandissime rotture di scatole e molti stanno cedendo le armi, andando a fare altro perchè stufi, personalmente cerco di resistere ma alle volte mi sento impotente e poco stimolato a proseguire in una professione che sarebbe bella se fosse possibile lavorare e avere regole chiare e certe.

Ago
04

Giuda travestito da amico

Categoria Vario

Già tempo fa ne avevo parlato di come l’amicizia con l’avvento dei social network il termine amicizia e la sua percezione reale sia stata snaturata andando  a sostituire la semplice conoscenza.

In questi giorni invece ho scoperto indirettamente, ma molto da vicino, che l’amicizia è in realtà una cosa effimera che molte volte nella realtà non esiste.

Ho invece e notato come sia molto radicata nelle persone la falsità, di quella più meschina ci possa essere. Mi è capitato di assistere ad un comportamento simile a quello di Giuda o se vogliamo quello di abbracciare una persona per cercare un punto dove piantare il coltello.

Le motivazioni sicuramente sono di tipo “politico” ed opportunistico, ma è comunque dolorosa per chi l’ha subita e anche per chi si è accorto del giochetto che una persona dopo anni, parole spese ed impegno ha subito sentendosi quasi dire di non aver capito alcune cose.

In questi giorni il mio stato d’animo oscilla tra  l’amareggiato e l’arrabbiato, ma ho idea che me ne dovrò fare una ragione e mandando giù l’ennesimo boccone amaro.

Lug
30

Gadget per il tablet e non solo

Categoria Informazioni, Pensieri

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Il tablet ha in parte risolto la mia scarsa sopportazione della carta, già per lavoro ne vedo abbastanza, se posso cerco di limitarne la quantità.

Spesso capita di dover mostrare disegni o fotografie che alle volte non servono se non in quel momento, quindi il tablet è molto comodo, carico tutto sulla scheda SD e mi porto dietro tutti i lavori che ho sul PC e nel caso posso visionare documenti, disegni e fotografie, prendere appunti sui PDF (se non sono protetti per qualche motivo) e via discorrendo.

Il tablet mi è anche molto comodo per andare a seguire i corsi di formazione, evitando di prendere appunti su fogli che sistematicamente spariscono in mezzo ad altra carta o che riesco ad archiviare talmente bene da perderne le tracce per anni, per poi ritrovare gli appunti quasi in maniera casuale.

L’unico neo che ho sempre trovato al tablet e ai dispositivi touch è legato alla scrittura con la tastiera del dispositivo, utile per prendere un appunto veloce o scrivere brevi note ed una mail veloce, ma se la scrittura si fa lunga ed intensa gli errori di battitura aumentano e la velocità crolla rapidamente.

Il tablet che ho acquistato alcuni mesi or sono e che mi da molta soddisfazione per rapidità, stabilità e semplicità di utilizzo (Asus K018) era nato originariamente per avere una tastiera da collegare in maniera solida al di sotto, con tanto di cerniere per la chiusura come un portatile ed una batteria per alimentare il tutto ed estendere la vita del tablet.

La tastiera originale da mesi non è più acquistabile (il bello è che si può vedere sul sito del produttore) e non se ne trovano da nessuna parte! Dopo mesi di indecisione ho alla fine preso una tastiera Bluetooth della Mediacom, larga come il tablet e leggerissima (tutta plastica) ma molto pratica e praticamente universale (la si può collegare ad Android, Windows e iOS) inoltre ha una corsa dei tasti corretta e nonostante i tasti siano piatti, le dimensioni e la spaziatura non creano ostacoli o incertezze, solo alcuni tasti non sono replicati o non sono nel posto a cui sono abituato, ma poco male.

Di per se la tastiera ricorda quella del MacBook Pro, manca solo la retroilluminazione (molto sciccosa ma credo poco utile). La cosa simpatica è la possibilità di far uscire due supporti posteriori per appoggiarci il tablet, io uso già il supporto della custodia anche per paura di far cadere il tablet in condizioni di stabilità generale precaria (ad esempio seggiole da convegno con la ribalta a destra).

Sto provando la tastiera da un po’ di giorni (il post precedente è stato scritto proprio dal tablet) e devo dire che è veramente pratica.

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Oggi ho deciso di provare ad installare Word ed Excel sul tablet (Microsoft ha reso gratuito praticamente tutto Office per il mondo Android, forse nel tentativo di rubare utenti e farli passare ai Lumia) e anche in questo caso la sorpresa è positiva, anche se le app occupano un bel po’ di spazio.

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Ultimo gadget collegabile via Bluetooth è uno speaker portatile ed autonomo per sentire la musica dal cellulare e non solo (si può collegare anche con il cavo cuffie non in dotazione), la cosa sorprendente è la qualità del suono (non al livello di uno stereo) ma comunque per un oggetto con 2W di potenza e alto appena 8,2 cm non c’è male. Volendo lo si può usare come vivavoce (ha un tasto posteriore per rispondere e riagganciare la comunicazione), provato in alcune occasioni ed all’aperto e ne sono soddisfatto (anche perchè l’ho avuto con la raccolta punti di Prink, quindi a costo zero!).

Ultimissimo oggetto elettronico che sto usando da mesi è una console portatile costruita dalla AtGames per Blaze Europe che sotto licenza SEGA (e non solo) sta riportando in vita le vecchie console degli anni ‘70-‘80’ e ‘90 tra cui la Sega Megadrive Blaze Handheld.

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La console è molto pratica, leggerissima e piacevole da usare, funziona con tra stilo AAA e direi che consuma poco (non è che la usi per ore e ore) e la cosa più pratica in assoluto è il cavo (in dotazione) per poter collegare la piccola console alla televisione (utilizza come uscita una serie di cavi RCA che portano i segnali audio e video) così da poter rigiocare sul TV attuali vecchie glorie come Sonic, Street of Rage e varie. Unica pecca, risolta con una versione più recente, è l’impossibilità di poter aggiungere giochi, ma 18 giochi bastano a mio modo di vedere. Alcuni lamentano che lo schermo è poso definito ma in una dimensione così ridotta non si può avere tutto dalla vita, inoltre il prezzo è all’osso!

Lug
24

Nativi digitali, smartphone ed affini

Categoria Pensieri

Nell’ultimo anno molto spesso si sente in televisione, ma non solo, il termine “nativi digitali”, con tale termine viene individuata la generazione di adolescenti e non solo che sono nati dopo l’avvento di internet e dei computer.

Purtroppo il termine alle volte viene inteso similmente come coloro che sanno usare tutto quello che è digitale. Le nuove generazioni da una parte si ritrovano per le mani già in giovane età dispositivi elettronici come tablet e smartphone e alle volte riescono già in tenera età ad utilizzarli in maniera molto disinvolta, mentre magari genitori e parenti hanno fatto fatica ad abituarsi.

Purtroppo l’uso disinvolto di smartphone e tablet non va a braccetto con il conoscere ed l’usare correttamente un computer ad esempio. Personalmente io ho a che fare con computer dall’età di 9 anni, quando mi è stato regalato il Commodore 64 (conservato gelosamente ancora oggi e perfettamente funzionante) e per passione ho proseguito a sperimentare fino ad oggi. Nella realtà fino a qualche anno fa, quando avevo piu’ tempo libero mi divertivo maggiormente a smanettare con una serie di programmi, giochi e codici, in oggi sono diventato piu’ un “heavy user” con l’utilizzo contemporaneo di molti programmi.

Credo di aver maturato una buona conoscenza dei programmi e del loro funzionamento, non che mi voglia sostituire a tecnici informatici e simili, ma ho una buona conoscenza delle mie possibilità e dei miei limiti, questo mi ha messo al riparo di danni e pericoli della rete che un utilizzo poco responsabile potrebbe causare danni veramente grandi.

Gli attuali tablet e smartphone hanno avuto dalla loro la capacità di far avvicinare al mondo moderno persone che fino a qualche anno fa vedevano i computer come un mondo oscuro e complesso, dominato da regole oscure. Prendo ad esempio mia suocera, per anni il marito e la mia consorte hanno tentato di spiegarle l’ABC del computer, ma con scarsi o nulli risultati, poi un paio di anni fa hanno deciso di prendere un Galaxy Tab 3 ed ecco la magia, naviga tra i siti, legge e scrive email, utilizza Facebook e WhatsAPP senza problemi. Certo è ben lontana da utilizzare tutte le potenzialità del tablet coreano, ma il passo avanti è stato fatto.

Trovo che l’arrivo delle interfacce touch e di sistemi operativi quali iOS ed Android abbiano semplificato, e di molto, l’esperienza utente che deve limitarsi ad utilizzare le app, poichè il sistema si occupa praticamente di tutto senza mettere a rischio l’utente da operazioni libertine o errate.

Purtroppo c’è il risvolto della medaglia, l’utente medio ha poca conoscenza di quello che usa, a causa di una falsa sicurezza ignora i pericoli relativi all’utilizzo di un qualcosa che può essere connesso ad web.

Ho avuto modo di notare che il discorso di chi usa uno smartphone in maniera disinvolta cambi quando si mette la persona davanti ad un PC, l’utilizzo del mouse diventa piu’ difficoltosa e l’utilizzo delle varie applicazioni diventa oscura e limitata, molti ragazzi ignorano molti dei programmi che solitamente popolano gli hard disk, uno su tutti Excel, ritenuto ostile e complesso, peccato sia una grande calcolatrice molto versatile e semplice da utilizzare, meno difficoltà con Word, anche se padroneggiare le tabullazioni e le varie opzioni può diventare complesso.

In oggi credo che l’opinione generare sulle nuove leve è in parte errata e che sarebbe necessario che le scuole escano dalla preistoria ed inizino seriamente a spiegare ai ragazzi come utilizzzre un PC e principalmente quali sono i pericoli nascosti in rete e che ogni anno fanno danni monetari e mettono in pericolo molti utenti nel mondo ogni anno.

Mag
29

Fermi agli anni ’80-’90

Categoria Pensieri

Prendo spu to da un mio post su Facebook che è stato commentato e condiviso da amici e colleghi era quello di un collega che mi sento di condividere in pieno, lo Stato e la sua arretratezza tecnologica.

Siamo nell’era in cui tutto è “liquido”, digitalizzare ed in cui le informazioni sono reperibili sempre ed ovunque, anche grazie agli smartphone che non fanno rimpiangere il pc.

Invece lo Stato a più livelli, nonostante le promesse e gli spot elettorali in cui ve Iva promossa la modernizzazione degli enti, nella realtà è rimasto poco distante dagli anni ’90, magari anche ’80.

Prima di tutto serve una premessa per quanto riguarda quantomeno il Comune di Genova, da alcuni mesi è in uno e sperimentazione l’invio delle pratiche attraverso il sito dell’Ente. Funziona male ma comunque c’è un tentativo di entrare nel presente, cercando di ridurre l’uso e lo spreco della carta.

Fatta questa premessa ecco cosa è capitato ad un collega, terminato l’intervento edilizio, per cui ha presentato il progetto online, si è recato all’ufficio toponomastica e gli è stato detto di compilare il modulo consegnato in doppia copia usando la carta carbone (ne esiste ancora?) e di consegnare una copia cartacea del progetto! Carta carbone parte, ma non esiste una legge che obbliga gli enti a cercarsi i documenti quando sono in loro possesso???

Altra follia tutta ligure sono le notifiche preliminari, la Regione Liguria ha messo insieme il sistema SEND, serve ad inviare in automatico alla ASL, dimenticandosi che esiste l’Ispettorato del Lavoro che per un certo periodo non ha avuto modo di prelevare per i dovuti controlli le notifiche. La follia sta nel fatto che una volta inserita la notifica, a cui segue una PEC del sistema per confermare la ricezione del documento, si deve stampare il documento generato, farlo firmate dal committente per conservarla in cantiere o consegnarla i comune.

Terza follia dello Stato, l’Archivio Notarile, che dipende dal Notariato, e che conserva copie dei rogiti dei notai quando vengono meno o vanno in pensione. L’ufficio compila parte dei documenti con la macchina da scrivere, le schede consegnare dai notai devono pervenire all’interno di floppy disk (la cui produzione si è fermata anni fa), non hanno il POS per far pagare gli utenti (lo Stato però ha obbligato liberi professionisti e negozianti ad averlo), vengono purtroppo impiegati programmi nati per DOS (alla faccia della norma che obbliga ad utilizzare in ambienti di lavoro software aggiornati ed aggiornabili) ed infine per dare una copia di un atto si deve attendere una settimana, salvo che non vi siano allegate planimetrie colorate o di dimensioni superiori al formato A3, allora in questo caso si deve pensare di procurarsi carta lucida, righetta e pennino per lucidi.

Arriva infine la tessera sanitaria che ha sostituito il codice fiscale, serve solo per poche cose, ma la tanto sbandierata ricetta digitale per le medicine si è dispersa strada facendo.

Mi domando ma le promesse fatte per svecchiare uno Stato in generale inefficiente e faraginoso che fine hanno fatto? Poi ci si domanda perché gli investitori stanno alla larga dal bel paese!

Mag
22

Uno Stato moderno è possibile?

Categoria Vario

Negli anni è sentito parlare di amministrazione pubblica digitale, semplificazione delle procedure per ottenere documenti e permessi, riduzione della carta inviata e ricevuta sfruttando le email, ma lo Stato italiano, inteso come amministrazione pubblica in genere, ha fatto tutto ciò solo in parte.

È della settimana scorsa l’avventura di un collega che a seguito di lavoro edili, che prevedono in oggi il deposito della pratica sia in formato digitale che cartaceo, dover ottenere dall’ufficio toponomastica del comune il relativo permesso. Risultato? Dover compilare in doppia copia un modulo e consegnare unitamente alla domanda copia della pratica edilizia, ovviamente su carta!

Poi c’è l’assurdità di dover presentare una copia cartacea del più delle pratiche dopo che si sono inviati file firmati digitalmente! Quindi la tanto sbandierata riduzione della carta non si è attuata.

Anche l’arrivo delle PEC, obbligatorie per aziende, ditte e professionisti, con cui lo Stato avrebbe dovuto comunicare come via preferenziale ma che di fatto continua a preferire le raccomandate e che l’utilizzo è preferito solo da alcuni enti.

Poi leggo sul numero di maggio di Wired un interessantissimo articolo a firma di … che l’Estonia,ex palese dell’Unione Sovietica, è il paese più avanzato nell’amministrazione digitale con una copertura vicina al 100% del territorio e dei cittadini e dove la piattaforma e i dati in essa contenuti sono condivisi tra gli enti che formano lo Stato, quindi il risultato è quello di presentare una sola volta un documento con il risultato di non doverlo ripresentato ad altri.

Il tutto è possibile attraverso una sorta di carta d’identità/smartcard che permette ai cittadini di accedere ai servizi e formare i propri documenti. Sembra fantascienza ma non lo è, questa è la dimostrazione che voler attuare veramente le riforme è possibile e semplificare la vita ai cittadini non è utopia, l’Italia? Resta al palo, osserva, e i politici utilizzano Twitter credendo di essere moderni.