Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Apr
24

Una APP di dubbia utilità… Immuni

Categoria Pensieri

Da giorni, oltre al lockdown mondiale, si fa un gran parlare della APP Immuni, sviluppata da una software house nostrana (in odore della famiglia Berlusconi) per monitorare i possibili contatti (e quindi contagi) tra persone sane e quelle affette dal famigerato SARS-COV-2 (anche detto coronavirus o Covid-19).

La APP, da installarsi su base volontaria (e non come affermato sui social sull’obbligo pena la reclusione in casa di chi non la installa o non ha uno smartphone) permetterebbe di monitorare i contatti tra le persone e quindi capire se un individuo positivo al Covid-19 può aver involontariamente contagiato altri.

Il sistema sembrerebbe piuttosto semplice, la APP installata sullo smartphone utilizzerebbe il bluetooth per mettersi in “contatto” con altri smartphone nei paraggi, se un soggetto successivamente a quel contatto risultasse positivo la APP lo comunicherebbe agli altri con cui è venuto in “contatto” avvisando della cosa l’utente. Fino a qua tutto molto bello e semplice, almeno sulla carta.

La APP, come dicevo, è ad installazione volontaria, pertanto se una persona non la usa non comunicherà nulla e non riceverà alcuna notifica, il fattore umano in informatica molte volte è determinante sulla riuscita o meno di qualcosa (legale o meno).

Il secondo problema è l’uso del bluetooth, infatti la APP sfrutta tale sistema poichè il GPS è si preciso ma fornisce eccessivi dati da elaborare ed il consumo di dati e batteria degli apparati potrebbe creare non pochi problemi agli utilizzatori. La porta bluetooth deve per prima cosa restare aperta e la APP manterrebbe il telefono visibile ed in continua ricerca di altri dispositivi. La visibilità di un telefono con il bluetooth è parzialmente un problema di sicurezza, infatti mantenendo il telefono visibile a tutti (oltre che a quanto accoppiato dall’utente come cuffie, smartwatch, vivavoce e via discorrendo) potrebbe essere oggetto di “aggressioni” da soggetti poco raccomandabili. Il problema della costante ricerca di altri apparati è invece un problema a carico della batteria, vista la costante ricerca per tutto il tempo di accensione del telefono, per gente come me che usa il telefono per lavoro e che spesso arriva a stento a fine giornata, potrebbe diventare un grosso problema.

Personalmente ritengo che l’affidabilità e precisione del bluetooth è relativa, il segnale della versione 5.0 arriva a 10 mt dal punto sorgente, quindi è facile pensare che i contatti potrebbero risultare molto vicini rispetto alla realtà (la distanza interpersonale è fissata tra 1,00 mt e 1,80 mt tra soggetti). Il GPS non avrebbe risolto la cosa, infatti anche quello ha uno scarto di una decina di metri e ci mette del tempo per affinarsi, consumando batteria e dati.

Poi c’è il problema Apple, infatti da Cupertino non è ben vista la funzione di ricerca costante, quindi viene limitata di fabbrica e bloccata per APP terze, quindi ad oggi gli utenti Ios sarebbero tagliati fuori. So che Apple sta lavorando ad un chip che permetterebbe di individuare altri device di Cupertino (anche se spenti) per essere trovati (inquietante), ma non credo che gli altri sviluppatori vorrebbero pagare dei diritti su una tecnologia Apple (non la venderebbe di certo a due lire) ancora in sviluppo e che comunque ad oggi taglia fuori tutta una fetta di utenti.

Molti si sono chiesti chi deterrà i dati ai termini di privacy, infatti la APP è in fase di sviluppo da una società privata a costo zero per lo Stato, ma molti si domandano cosa spinga una società a fare il buon samaritano e regalare di fatto un programma. Le informazioni in rete sono diventate il carburante, alcuni definiscono il tutto come petrolio virtuale. Comunque i dati da processare e trattenere (per quanto tempo, dove e cosa ci potrà fare chi li ha?) sono molti e datacenter di questo livello entro i confini italici non ce ne sono, quindi si suppone che vengano trattenuti in cluod chissà dove (si ipotizza server Microsoft o Amazon), ma dopo il fail del server INPS i dubbi rimangono.

Ad oggi la APP è in fase di test e sviluppo e non si sa quando dovrebbe essere distribuita (sembra che vi siano anche dei problemi con gli store Google ed Apple), lo Stato spera di aver e APP installate per circa 1/3 della popolazione, ma la vedo dura, sembra che l’omologa coreana (Corea del Sud) non sia andata poi così bene, nonostante la popolazione sia mediamente giovane e la tecnologia sia largamente utilizzata e diffusa.

Apr
06

Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e scelta del pediatra durante l’emergenza Covid

Categoria Pensieri

Poco meno di un anno fa il Comune di Genova, la Regione Liguria e la ASL 3 Genovese hanno sbandierato ai quattro venti che direttamente nei principali ospedali del capoluogo ligure si sarebbe potuto effettuare tutte le iscrizioni dei nascituri evitando così di dover fare il giro delle 7 chiese con le relative code. Fin qui tutto bello e pratico.

Ovviamente a me e a mia moglie le cose semplici non piacciono, quando doveva nascere nostro figlio? Durante l’emergenza planetaria del coronavirus! Yeah! Così niente partecipazione del sottoscritto al parto, niente visite in stanza e ho potuto vedere mio figlio direttamente solo alla dimissione di entrambi. Capisco, la situazione è complessa e problematica, niente da lamentare, salvo che in ospedale i papà in questo momento non vengono minimamente avvertiti, se non per caso da qualche dottore di passaggio mosso probabilmente a compassione.

In ospedale al riconoscimento effettivamente viene rilasciato il documento di nascita, viene comunicato a mezzo email il codice fiscale del piccolo e via discorrendo, manca solo la nomina del Pediatra di Libera Scelta (curioso il nome, devo indagare sul perchè), l’operazione dice di contattare la competente ASL al telefono (non viene lasciato nessun numero di riferimento) e via.

Ovviamente provare a chiamare un numero di telefono di ASL in questo momento sembra inutile, nessuno risponde e non vi è nessuna segreteria che avvisi di eventuali modifiche o orari per contattarli. Sentito il pediatra preliminarmente mi dice di guardare online perchè la domanda si può fare direttamente li, non esiste nulla di tutto ciò. Si può presentare a mezzo PEC la richiesta di cambio del pediatra, la nomina di un pediatra in deroga alla normativa e la scelta del medico di base, stop!

Mi domando perchè nel 2020, nonostante le attuali problematiche sanitarie in corso, gli enti pubblici non riescano ad eliminare l’obbligo di recarsi di persona agli sportelli o comunque indicare chiaramente come comportarsi in questo periodo storico (l’ultimo aggiornamento delle relative pagine è di metà anno 2019! Ma campeggia un pop-up su ogni pagina per avvisare dell’attuale emergenza sanitaria e basta!!!).

Ora mi domando, ho l’iscrizione SPID, ho la PEC, ho eventualmente una firma digitale, perchè non mettono insieme uno straccio di pagina WEB per poter gestire questo tipo di pratiche così da snellire l’ufficio anagrafe sanitaria ed evitare alla gente di dover andare presso gli sportelli??? Capisco che si debba motivare la presenza degli attuali dipendenti, che magari potrebbero rinforzare altri settori probabilmente deficitari e sofferenti e gestire in maniera smart l’intero settore, smaltendo ed eliminando (forse) la carta che continua sicuramente ad ammucchiarsi negli scatoloni in qualche deposito per poi diventare carta da macero o dimora per insetti  e topi.

In parte fuori argomento, ma è casa mia e faccio quello che mi pare! In quest’ultimo periodo si è scoperto lo smart-working, la possibilità di scaglionare il ritiro delle pensioni in Posta (ma fatevi accreditare le somme su un conto o una carta, così evitate le truffe! Italopitechi!), le videoconferenze e via discorrendo, però ci piace ancora la carta per soddisfare l’ego di qualche burocrate frustrato!!!

Poi la cosa più esilarante è stato il blocco del sito dell’INPS, motivato dal ministro di turno o chi per esso a causa di un attacco hacker che ha mandato ko il server rendendolo inaccessibile per una giornata intera! L’apice è avvenuto il giorno dopo attraverso Twitter, il popolare sito PornHub attraverso l’account serio PornHub Aria (fornisce dati non per adulti ma di statistica e funzionamento) ha teso una mano all’INPS per reggere la quantità di traffico attraverso i loro server (sicuramente più stabili, performanti e con maggiori risorse a disposizione)!

Comunque il millantato attacco hacker, suppongo un attacco DoS per gli intelligentissimi sistemisti dell’INPS, in realtà era solamente un accesso massivo di molti utenti che volevano procedere alla presentazione delle varie domande per il sostegno economico al reddito messi a disposizione dello Stato! Insomma una figuraccia tenendo conto che INPS spende circa 30 milioni di euro all’anno per i sistemi informatici, soldi proprio ben spesi! Complimenti!

L’Italia resterà al palo per molto se non si fa un minimo sforzo per svecchiarci e capire l’utilità dell’informatica si rimarrà sempre nello stesso punto!

Apr
03

Distanziamento sociale

Categoria Pensieri

Continua il periodo di distanziamento sociale e l’obbligo di stare a casa per evitare contagi o essere veicolo di contagi per altri.

Onestamente da genovese non sto patendo più di tanto la cosa, ancorchè in questi giorni sia a casa solo con la gatta perchè mia moglie ha partorito e non posso ancora vedere di persona mio figlio (questo si mi pesa tanto ed è difficile non poter vedere i propri cari se non attraverso una vidochiamata o delle foto), ho ottenuto che parlo spesso con la gatta che mi osserva come se capisse o comunque io me ne sto convincendo.

In questi giorni comunque sono dovuto uscire per fare un minimo di spesa, per andare all’ospedale per il riconoscimento di mio figlio o per portare qualcosa a mia moglie, inoltre ho fatto un salto in studio per vedere se tutto era in ordine (sono uscito 20 giorni fa e non vi ho più rimesso piede) e per recuperare delle mascherine FFP3 che potrebbero tornarmi utili.

In questi giorni si è fatta tanta ironia sulle autocertificazioni più volte modificate sulla base delle normative modificate più e più volte. Ormai ho adottato di averne una in parte compilata e poi aggiungere la destinazione ed il motivo del mio spostamento, così evito di stampare inutilmente carta.

Come dicevo sono uscito spesso e ho attraversato Genova, non sono mai stato fermato ne in macchina e nemmeno in scooter, ho seguito quasi sempre lo stesso percorso, ho visto alcune pattuglie dei carabinieri o della municipale intente a pattugliare le strade, qualche controllo ma poco altro.

Le persone hanno preso coscienza del problema e mantengono una distanza sicura dagli altri, mi rendo conto che però non è facile.

Una cosa preoccupante è la modalità con cui viene mantenuta la distanza tra le persone, tralasciando il solito disordine dell’italiano medio che aspetta il suo turno senza riuscire a mantenere un ordine logico delle file con persone disposte a caso sui marciapiedi, ultimamente ho notato l’abitudine di alcuni di restare giù dai marciapiedi per non assembrarsi con altri, ma questo comportamento è quantomeno pericoloso sia per chi staziona sulla carreggiata  che per chi deve transitare con lo scooter o l’auto. Poi c’è chi opta per camminare bellamente in mezzo alla strada.

Capisco che nelle ultime settimane il traffico si sia drasticamente diminuito ma ad esempio i mezzi di soccorso non sempre in movimento ed essere involontariamente investiti non è una cosa poi così remota.

Sembra che vi sia un innato tentativo di autoeliminarsi in alcuni individui, se non per malattia magari per un incidente (ricordano i Lemmings del noto gioco degli anni ’90!)!!!

Condivido anche le lamentele mosso da alcune regioni della penisola alla pubblicazione della circolare esplicativa con cui sembra possible portare fuori i bambini entro un raggio di 200 mt da casa. La questione è pericolosa, i bambini involontariamente potrebbero divenire il veicolo dell’infezione e contagiare altri bambini, i genitori o altri adulti, capisco che tenere i bambini segregati in casa con queste giornate non sia facile (ha fatto un marzo incredibile tutto sommato, non capitava da secoli probabilmente), ma lo si fa per il bene di tutti.

La cosa più preoccupante, vista l’incapacità del popolo italiano di comprendere le cose e rispettare le regole (Piero Angela ha sostenuto che siamo naturalmente indisciplinati) aprire uno spiraglio ed allentare le regole potrebbe essere controproducente per tutti. E’ bastato vedere cosa è capitato a Milano la sera dell’uscita del primo decreto e la fuga al sud di migliaia di persone che poi hanno probabilmente portato il problema in giro.

Sull’incapacità di rispettare le regole basta guardare i cartelli di divieto in giro per il mondo, solitamente recitano che è vietato fare una cosa, da noi è “severamente vietato” perchè diciamocelo ci piace essere pirati, mi dici di non fare una cosa? E io la faccio, anzi ci provo gusto a far vedere che sono più furbo! C’è chi dice che serve il bastone e la carota, io resto dell’idea che di carote ne abbiamo mangiate troppe, ora servirebbe un bel po’ di bastone per rieducare alle regole e all’autorità la nazione intera, troppo abituata a lasciar correre e trovare il modo di fregare la regola di turno.

Resto dell’idea che ne avremo ancora per un po’ di questa cosa, torneremo molto lentamente alla normalità ed il Sig. Covid19 diverrà una presenza costante per gli anni a venire come l’influenza e altre malattie infettive, fino a quanto non arriverà un vaccino. Fino ad allora bisognerà fare come in oriente, chi è raffreddato dovrà mettersi la mascherina per evitare di fare l’untore (l’italiano medio è convinto che i giapponesi e gli orientali in genere indossino le mascherine per difendersi dall’inquinamento, in realtà le indossano per non infettare il prossimo!).

L’unica è rispettare le regole e aspettare pazientemente.

Mar
30

Sei geometra? Allora puoi prenderti il Covid-19 o chiudere bottega – Parte 2

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Contro ogni pronostico il Consiglio Nazionale e la Cassa Geometri si sono mossi per far includere i propri iscritti nel decreto “Cura Italia”.

Le domande si potranno inoltrare a partire dal 1° di aprile.

Mar
24

Sei geometra? Allora puoi prenderti il Covid-19 o chiudere bottega

Categoria Pensieri

Titolo forte ma poco distante dalla realtà dei fatti. Oggi la rabbia è giunta a punti alti, se poi ripenso alle parole di Conte con cui invitava i cittadini italiani a sentirsi tranquilli perchè lo Stato è a loro vicini e nessuno è stato dimenticato dal decreto “Cura Italia” e infatti…

Nel decreto infatti non si prevede il blocco (ed il conseguente aiuto economico) delle seguenti attività:

42 Ingegneria civile
43.2 Installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni
71 Attività degli studi di architettura e d’ingegneria; collaudi ed analisi tecniche
74 Attività professionali, scientifiche e tecniche
94 Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali

Pertanto noi geometri, visto che sono iscritti ad una cassa di prevenzione privata, non saremo indennizzati dai tanto pubblicizzati € 600,00 una tantum, inoltre a conferma non essendo bloccati nella nostra attività ecco che l’indennizzo non è dovuto.

Ora freddamente parlando, dall’inizio del caos coronavirus ho ridotto la mia attività per alcuni motivi, il primo per rispettare le vigenti disposizioni, la seconda perchè a breve diventerò padre e non voglio ammalarmi o far ammalare mia moglie e mio figlio, altro motivo è legata ai clienti che hanno rimandato a data da destinarsi gli appuntamenti (tenuto conto che il 90% della mia attività prevede di fare sopralluoghi presso i clienti), i cantieri in essere sono sospesi e le assemblee per l’assegnazione di nuovi lavori sono altresì sospese a data da destinarsi.

Lo Stato ci vede come degli scribacchini come i suoi, solitamente poco solerti dipendenti, che praticamente stanno seduti ad una scrivania a sfornare autocertificazioni ogni 2/3 giorni solo per avere appigli per denunciare la gente (cosa che può essere fatta anche semplicemente da casa e senza neanche riuscire a creare un form compilabile al PC o con spazi dove riuscire a scrivere a mano).

Intanto la Cassa Geometri, come ho già scritto nel post precedente, ha spostato le date per versare l’emolumento per una futura pensione, stop.

Il Consiglio Nazionale Geometri dall’altra parte scrive circolari ribadendo il concetto della normativa e poi scrive di aver lamentato la cosa al governo e segnala anche il comunicato stampa che poi non è altro che una comunicazione ai collegi provinciali!! Con cui il ministro probabilmente si netterà l’orifizio posteriore per gettarlo nel cestino della carta!

Non capisco l’ottusità di chi comanda, ma forse è dovuta da disinteresse ed enorme ignoranza (vedasi il “vairus” detto alcuni giorni addietro da chi si occupa degli esteri), ma anche chi dovrebbe difendere è un “guerriero di carta igienica” utile giusto per quella funzione e niente più.

Ma mi raccomando chiedeteci i soldi per mantenere dei carrozzoni inutili, prima o poi anche quelli finiscono e forse anche voi finirete con il culo a terra!

Mar
24

Covid-19

Categoria Pensieri

Penso che il 2020 verrà segnato come un anno complesso fin dai primi mesi e passerà alla storia per tutto quello che fino ad ora è capitato. Sicuramente la parola che ultimamente più si rincorre ovunque è Covid, poi seguono coronavirus e FFP3.

Il mondo si è fermato di colpo per cercare di fermare l’epidemia di un virus selettivo, sembra avere preferenze per le persone over 65 e tendenzialmente maschi.

Come diceva il personaggio interpretato da Hoffman nel film “Virus letale” sosteneva “…è un miliardesimo di noi e può ucciderci, merita rispetto…” e anche il Covid-19 merita rispetto e attenzione.

Quello che colpisce è l’alta capacità e rapidità di contagiare, restando anche per 15 giorni inattivo nell’ospite e se le condizioni sono ottimali svegliarsi e far danni.

Le persone sembrano aver capito la cosa, a Genova non ci sono assembramenti particolari, si rispettano quasi sempre le file (gli italopitechi comunque sono presenti e non capiscono o non vogliono capire), si rispettano le regole imposte dallo Stato (che comunque non sembra avere le idee molto chiare e per creare confusione riesce a produrre una nuova autocertificazione ogni 2/3 giorni).

La cosa che mi lascia più perplesso, toccandomi direttamente, è stata l’incapacità dello Stato di porre un aiuto alla mia categoria, quale geometra libero professionista iscritto ad una cassa di previdenza ed assistenza privata (la CIPAG) non rientro nel decretone Cura Italia e non posso beneficiare dei € 600,00 per rimanere in equilibrio, ovviamente la cassa ha deciso di spostare le scadenze dei versamenti a maggio (ma fatemi il piacere) con la possibilità di procrastinare il termine se la situazione di blocco totale perdurasse oltre le previsioni attuali.

Leggendo sul sito della cassa sembra che unitamente al consiglio nazionale stiano cercando di far capire la gravità allo Stato (le minuscole sono volute) e medesime lamentele sembra siano state sollevate dagli altri ordini. Ritengo che la volontà dello Stato fosse quella di occuparsi di chi sarà un domani (forse) pensionato INPS, le casse private dovrebbero pensare ai loro iscritti in autonomia, dimenticando comunque che i liberi professionisti versano un obolo annuale di solidarietà all’INPS senza godere di nulla da parte dell’ente pubblico.

Insomma come al solito dimenticati ed abbandonati, il tutto senza riuscire a fare squadra e fronte comune.

Come al solito, salvo essere smentito nei prossimi giorni, le entità che dovrebbero tutelare la mia categoria a vari livelli sembrano essere incapaci e disinteressate ai problemi, produrre riviste costose ed inutili (ma che danno prestigio e soddisfazione a qualcuno), non essere in grado di dare informazioni tempestivamente e porre paletti, regole e chiedere solo denari, ma l’importante è dare l’idea di essere tutti amici ed uniti. Peccato che non sia così.

Nov
23

Manutenzione…

Categoria Pensieri

Ennesima allerta rossa su Genova, provincia e ponente ligure. Stanotte ovviamente ci sono stati danni, allagamenti e smottamenti. A questo giro è toccato a me, si è abbattuto un muro lungo 30 metri e alto 1,20 metri sulla macchina, ora è bloccata perchè la spinta laterale l’ha “schiacciata” a terra. Sicuramente avrà danni alla fiancata, sperando che si limiti a quest’ultima.

Il muretto in questione è stato costruito negli anni ’60 e come molti altri suoi parenti sono stati costruiti un pelo in più dell’economia.

All’epoca i costruttori realizzavano dei paramenti non armati, in cemento molto grossolano ed il tutto veniva affidato alla gravità per il peso del muro stesso. Ovviamente il tempo, la scarsa qualità di realizzazione e gli eventi climatici sempre più intensi e frequenti hanno portato a frequenti distacchi e danneggiamenti.

La cosa fastidiosa sono le affermazioni, dei tecnici e di alcuni impresari, che alle volte sostengono la perfetta condizione dei muri e la non necessità di eseguire interventi o tenere monitorata la situazione per capire se vi possono essere movimenti non valutabili ad occhio nudo.

Dall’altra parte ci si mette anche la non manutenzione del territorio e dei muri, abbandonati all’incuria e sottoposti a stress non previsti.

In questi giorni si è potuto osservare che i barbacani (i fori presenti sui muri) sputano fuori quantità di acqua importante, sintomo che dietro il paramento la quantità ed il livello dell’acqua (quindi la spinta idraulica) sono alti e preoccupanti. Molti hanno la convinzione che i barbacani debbano lavorare, quindi vedere lo zampillo in caso di pioggia, invece buona tecnica prescrive che i barbacani siano asciutti e funzionino solo come ultima frontiera. Per avere i barbacani asciutti, dietro al paramento dovrebbe essere presente un’ampia massicciata per drenare l’acqua sotterranea e sulla sommità una raccolta acqua per allontanarla e non farla filtrare dietro il paramento.

Tali soluzioni vengono applicate su muri studiati e realizzati con cura, quelli degli anni del boom economico sono poveri, solitamente la parte retrostante è stata riempita con terreni sciolti provenienti da scavi e nelle migliori delle ipotesi sono presenti detriti provenienti da demolizioni in fase di costruzione, insomma non ottimo materiale.

Monitorare i muri è possibile, costoso senza ombra di dubbio, ma vista l’età del costruito sarebbe quantomeno necessario, poi si dovrebbe procedere alla manutenzione costante e le riparazioni non solo di bellezza ma volte a migliorare la staticità dei manufatti.

Poi mi ricordo che siamo in Italia, la parola manutenzione non è conosciuta, vista solamente come un costo fine a se stesso per ingrassare tecnici, amministratori ed imprese, poi quando accadono i disastri ci si dispera.

Nov
04

Viva Raiplay…. mmmmmh

Categoria Pensieri

Dopo settimane di spot (che di per se non facevano riderissimo) martellanti sul nuovo programma di Fiorello stasera c’è stata la prima puntata dell’atteso (non da me visti i risultati) Viva Raiplay.

In tutto  minuti di non senso, ospiti durati meno di uno starnuto e battute già sentite.

Non ho capito il tentativo della Rai, portare gli utenti più in la con gli anni sulla piattaforma Raiplay (io l’ho usata in alcune occasioni per scaricare una puntata di qualcosa che non avevo visto per rivedermela con calma dalla chiavetta USB non avendo ancora preso la FireTV e non avendo un TV smart) o cercare di avvicinare gli utenti più giovani (avezzi all’uso delle piattaforme digitali e che tendenzialmente schifano la TV tradizionale) alla TV generalista. Non credo sia molto chiaro nemmeno alla Rai stessa.

Già il fatto che le pubblicità erano insistenti mi avevano messo in allarme, solitamente cercare di convincere il pubblico non è un buon inizio, come Mediaset con Adrian (che anche quest’anno ripeteranno la cosa, ma questa volta non parlando di Milo Manara, vista la figuraccia fatta), il flop è dietro l’angolo.

Spero che raddrizzino il tiro, più che altro per i denari spesi per un prodotto che sino ad ora non sembra vincente.

Ago
02

Ponte Morandi

Categoria Pensieri

 

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Il gigante silenzioso

Un post condiviso da Piero (@pierotmr) in data:

Quasi un anno fa il noto Ponte Morandi è passato agli “onori” della cronaca a causa del parziale crollo che ha fatto vittime e danni, spezzando a metà Genova e creando non pochi disagi.

Notizia di ieri pomeriggio, riportata da la quasi totalità delle testate giornalistiche cartacee e televisive, la consegna della relazione dei tre esperti consegnata al GIP dove individuano le problematiche riscontrate che hanno quasi sicuramente fatto collassare la nota pila 9 del ponte in quel maledetto 14 agosto.

In breve è stata riscontrata una carenza di manutenzione e problematiche legate a difetti di realizzazione in fase di costruzione (in soldoni il progetto dell’Ing. Morandi è stato disatteso e quanto indicato non è stato applicato nella sua totalità), così la somma di tutte queste cose ha portato al collasso della struttura (link all’articolo).

La cosa rilevata durante le indagini, e preoccupante, è stata che l’ultimo intervento manutentivo volto ad eliminare i problemi e ridurre l’ossidazione della struttura sono stati eseguiti circa 25 anni fa! Poi si sono fatti interventi più simili a cosmesi (a genova si dicono tapulli!), quindi si è sistemata la parte esterna delle strutture con reti elettrosaldate e intonaci per celare l’effettivo stato della struttura.

Ho sentito con le mie orecchie da persone coinvolte negli accertamenti che gli intonaci della struttura erano in stato precario e semplicemente con le mani si riusciva ad asportane parti dalla struttura senza troppi problemi, sintomo di una carbonatazione del cemento armato in stato avanzato e profondo.

Da genovese non mi sono stupito, personalmente erano anni che andavo dicendo che sarebbe potuto accadere qualcosa e che la struttura era pericolosa, bastava restare in coda sul ponte con il traffico nell’altra carreggiata per percepire vibrazioni abbastanza preoccupanti oltre osservare le torsioni della struttura intervenute dal termine della costruzione e progredite durante gli anni.

Ora tutti si scagliano contro Autostrade per l’Italia e Atlantia (che la controlla), alcuni hanno fatto domande al Ministero dei Trasporti, si sono trovate relazioni e comunicazioni anche del Politecnico di Milano che segnalavano alcune problematiche e necessità di approfondire le indagini per capirne l’effettivo stato. Giusto o sbagliato che sia mi sono posto una domanda che ad oggi non ha una risposta certa.

Poniamo il caso che 10 anni fa si fosse rilevato il problema e fosse emerso il rischio di un crollo o anche una semplice deformazione plastica della struttura che avrebbe reso inutilizzabile l’intero ponte. A questo punto il gestore avrebbe dovuto chiudere il tratto per un effettivo pericolo alla sicurezza. Cosa sarebbe successo in città?

Conoscendo i genovesi sarebbe stata una guerra senza quartiere, già sono nati comitati contro la demolizione del ponte e delle case di Via Porro, quelli che hanno sostenuto (e continuano a sostenere) che il ponte contenesse amianto e altri mille comitati di cittadini che hanno di fatto rallentato gli interventi di demolizione di quanto rimasto in opera. Lo scenario sarebbe stato quello di esperti e pseudo tali che avrebbero spergiurato sulla sicurezza del ponte, come peraltro era capitato tempo addietro in cui il Comune di Genova affermava pubblicamente che il ponte era sicuro e non vi sarebbero stati problemi.

Di fatto quello che stiamo vivendo ora, con una città già problematica a causa della conformazione, con chiusure delle strade della Val Polcevera a seconda degli interventi in corso di esecuzione, ma il tutto diluito dagli iter autorizzativi normali (quindi al 100% burocrazia italiana!!!) per la demolizione e la ricostruzione di un viadotto necessario come l’aria e l’acqua!

In oggi la città soffre delle ripercussioni per la mancanza di circa 2,5 km di strada, con un traffico impazzito a seconda degli orari, auto e camion obbligati a percorrere il raccordo di Novi Ligure per andare da Savona verso Spezia e viceversa, o in alternativa rimanere impastati nelle perenni code tra i caselli di Cornigliano e Genova Ovest, lamentele per l’inquinamento schizzato alle stelle e una gronda che si allontana dall’orizzonte per una miope e stupida volontà di alcuni politici che hanno fatto la propria campagna elettorale contro queste opere, non valutando (o non avendone la capacità di capire) le ripercussioni per la mancata realizzazione. Trovo folle che se arrivo da Milano, per andare a Savona (o viceversa) sia sempre stato obbligato ad arrivare di fatto in prossimità della barriera di Genova Ovest e subire il traffico locale in uscita! Ma anche il solo attraversamento est-ovest e viceversa della regione.

Quindi la domanda è, ma se chi doveva chiudere il ponte per tempo lo avesse fatto come ci saremmo comportati? Avremmo voluto la sua testa additandolo per complottista ed allarmista?

Conclusione, è mancato il coraggio di fare una cosa necessaria per salvare vite umane ma impopolare per non scontrarsi con nessuno. La tristezza emerge pensando che si sarebbero potute salvare delle vite umane chiudendo un pezzo di strada, sapendo benissimo che qualche problema prima o poi si sarebbe presentato.

Mag
23

USA vs Cina

Categoria Pensieri

Appassionati e non di tecnologia stanno seguendo gli sviluppi di quanto sta accadendo a Huawei e tutto quello che ne consegue, cercando di prevederne gli sviluppi futuri.

Quanto accaduto durante lo scorso fine settimana in realtà è partito da piu’ lontano, circa un anno addietro, con la chiusura dell’amministrazione Trump alla possibilità di Huawei e ZTE di iniziare l’installazione di apparati 5G sul territorio a stelle e strisce, il tutto per timore di possibile spionaggio della Cina nei confronti dell’America. Il 5G è stato sentenziato, dovrà essere sviluppato da società americane o comunque alleate dell’America, gli altri no. Peccato che solo Huawei e ZTE siano abbastanza avanti nello sviluppo di tale tecnologia e siano praticamente pronti per metterla in campo (alcuni produttori cinesi hanno iniziato ad immettere alcuni modelli di cellulari con tecnologia 5G, gli altri stanno a guardare alla finestra per ora).

Poco tempo dopo la figlia del fondatore di Huawei è stata arrestata mentre soggiornava in America e trattenuta, dove credo sia ancora oggi, con l’accusa di aver violato l’embargo con Siria ed Iran (nemici degli USA ed inseriti in una black-list perchè ritenuti paesi ostili e fiancheggiatori dei fondamentalisti musulmani) per la fornitura di tecnologia, accusa non del tutto provata.

Tutto sembrava essersi calmato, ma Trump ha deciso di applicare i dazi sui prodotti importati per “livellarne” il prezzo con quelli prodotti internamente dalle aziende americane, tanto che ha spinto anche alcune case automobilistiche a rientrare entro i confini per non incorrere in dazi, tasse e altri problemi durante l’importazione delle auto.

Ovviamente la Cina ha reagito applicando a sua volta dazi ai prodotti importati dall’America, innescando un braccio di ferro infinito e giocando a chi lo ha piu’ grande.

E si arriva a sabato, quando a sorpresa compare sul web in ogni dove la notizia che Google ha sospeso le comunicazioni con Huawei come previsto da un documento dell’amministrazione d’oltreoceano in cui si apprende che Huawei è il male assoluto e se si vuol parlare con loro si deve avere l’autorizzazione formale del governo USA.

Allarme, allarme, si sono viste quasi scene d’isteria, gente che si è domandata se il proprio telefono smetterà di funzionare e anche la terza guerra mondiale!

In realtà Google, come previsto da una normativa nazionale, ha dovuto congelare la licenza con Huawei per l’utilizzo dei servizi in licenza di Android, quindi l’ecosistema delle APP l’egate strettamente ai servizi di BigG, quindi GMail, Maps, Drive, Google Play, Google Play Musica, Film, Libri, Duo e via discorrendo. Questo non vieta a Huawei di continuare ad utilizzare Android (il progetto è open source e nessuno può impedir loro di installarlo nei telefoni, tablet, domotica e via discorrendo.

L’unico problema legato a questa mancata comunicazione ufficiale è quella di ricevere con circa un mese di anticipo le patch per bug piu’ o meno gravi scoperte da BigG (i bug vengono ufficializzati circa 30 giorni dopo il ritrovamento), quindi i terminali Huawei potrebbero non essere aggiornati immediatamente ma ricevere le patch con un ritardo variabile (BigG aspetta 30 giorni ai produttori prima di renderle pubbliche per permettere a tutte le case di apportare le dovute correzioni e verificare che queste non creino problemi con le personalizzazioni dei telefoni o con il proprio hardware). Il problema esiste e non è cosa da poco.

Huawei non è sembrata meravigliata dalla messa al bando, infatti a causa della normativa anche altre case hanno interrotto i rapporti con la casa cinese non fornendo anche componentistiche hardware, ma giocando d’anticipo i cinesi hanno fatto scorta per circa 90 giorni di produzione, non fermando le catene.

Inotre Huawei ha da tempo in gestazione un suo sistema operativo e ha iniziato a produrre alcune componentistiche presso le sue fabbriche o rifornendosi da industrie entro i confini cinesi, così da non dover dipendere da altri.

E’ notizia di oggi che anche il comparto PC di Huawei ha subito un stop da Microsoft che ha rimosso dal suo store digitale i portatili con gli occhi a mandorla, però sembra ufficiosamente che la dirigenza orientale abbia preso contatti con gli sviluppatori dello store alternativo a Google Play, Aptoide con sede in Portogallo, notizia non confermata e solo parzialmente smentita.

Cosa può riservare il futuro? Probabilmente la Cina potrebbe iniziare a stringere i cordoni delle materie prima che estrae e che servono a produrre chip e memorie, oltre a creare problemi alle aziende nazionali che lavorano in appalto a società straniere, Apple in primis. Questo potrebbe far partire la macchina della politica e prima o poi un accordo lo dovranno trovare.

In casa Huawei ci si potrebbe trovare con smartphone e tablet motorizzati Android ma privi dei servizi di BigG, con l’impossibilità da parte degli utenti di poterli utilizzare (il danno agli utenti finali può portare molti a cambiare cellulare), forse la nascita di un nuovo sistema operativo con l’intento di contrastare lo strapotere del robottino verde e di Apple (che per ora sta alla finestra e sicuramente gongola), cosa che negli scorsi anni però ha fatto vittime illustri (vedasi la scomparsa di Windows Mobile).

In oggi Huawei può continuare a vendere e fornire le patch di sicurezza a tutti i cellulari già venduti o comunque già in ordinativo, per quelli che ancora dovranno veder la luce non si sa (vedasi ad esempio il pieghevole, presentato alla stampa ma non ancora a calendario).

Trump ha deciso di fare guerra a danno degli utenti e questo potrebbe ulteriormente abbassare l’indice di gradimento di un presidente un po’ goffo ed arrogante che già non gode di simpatia. Vedremo gli sviluppi e nel caso il secondo produttore di cellulari Android potrebbe decidere di rimanere all’interno dei propri confini ed abbandonare il resto del mercato, il tutto nettamente a vantaggio di Samsung che per una volta non è in lite con nessuno.